Bella la vita quando non si devono fare i conti con la realtà; quando basta rifugiarsi sotto a un albero e guardando da sdraiati verso l'alto, trasognati, immaginare che il suo tronco si allunghi quasi fino a toccare il cielo.
Bello tutto ciò che ci circonda quando le ossa non sono rotte dalla fatica, quando la mattina non ci si alza storditi, frastornati, distrutti e non si è costretti per necessità a doversi procurare un impiego del cazzo per una paga da fame.
Bello, si bello, quando riuscire a muovere un passo da uomo libero, non significhi per forza dover mostrare le credenziali o quando l'affitto e le bollette da pagare non gravano sullo spirito e non ci fanno ricordare di essere stati presi per le palle...
... e poi vengono a dirci che nessuno è obbligato a fare quello che non vuole, che in un paese libero si è liberi di scegliere, sì certo, come no, questo è ciò che vogliono far credere, ma che andassero a dirlo a qualcun' altro e no a chi sembra non avere scelta e non può permettersi nemmeno di decidere se comprarsi un paio di scarpe da 20 o 30 euro.
Sole, vorrei solo farmi un bagno di sole e luce, mi basterebbe riuscire a intravederla... nella notte abissale.
Dall'alto la voce della coscienza di un altro, forse del figliol prodigo, mi parla:
“Cosa pretendevi, somaro e scansafatiche che non sei altro, di poter vivere liberamente facendo quello che ti pare?
Qui non è il paradiso, non lo è mai stato fin da quando sei uscito dal ventre di tua madre e ora a capo chino vai dietro la lavagna e restaci fino a quando non avrai capito che ribellarsi non serve a niente. Ci sono regole, norme da seguire, prenditi questo pugno fra i denti e ringraziami,
è per il tuo bene.”
Buffo, si buffo, trovare il coraggio di buttarsi giù da un ponte, nel fiume che scorre sotto e con stupore, accorgersi, dopo la caduta, di sentire meno male del dolore che si è sempre avvertito prima del volo, quando, incatenati alla terra ferma, l'esistere era un vacillare instabile sui carboni ardenti del giorno.
L'ossigeno che riempie i polmoni invita a vivere una nuova vita; la vita stessa che scalcia come un toro infuriato e non vuole lasciarsi domare, potrebbe andare a sbattere le corna addosso a una società che se non riuscisse ad ammansirla e relegarla a degli schemi, si vedrebbe costretta a sbatterla in galera o al manicomio, in un magazzino di cianfrusaglie inutilizzate o al mattatoio;
si vedrebbe costretta a ucciderla... di nuovo.
Bé... forse non era proprio questo quello che ci si aspettava.