All’ interno del supermercato si è radunata una grande folla. Tutti sono concentrati ad ascoltare un non meglio definito personaggio che promuove un prodotto dalle qualità miracolose.
La voce del rappresentante, attraverso il microfono, giunge a momenti amplificata, a tratti gracchiante e discontinua.
Gli ultimi arrivati sono una ragazza e un bimbetto dagli occhi grandi e ridenti che la giovane tiene per mano.
La donna fatica a destreggiarsi con il bambino e il carrello per trovare una via d’ accesso che le consenta di arrivare ai reparti alimentari. Tuttavia, dopo una serie di spostamenti, intervallati da altrettante fermate, riesce a guadagnare un poco di terreno, ma si ritrova suo malgrado stretta nel cordone di folla; costretta a sorbirsi l’ eloquenza del rappresentante. Mentre il piccolo, come una radio difettosa, apre bocca ogni due secondi per reclamare il suo Kinder Sorpresa.
« Mamma io voglio l’ ovetto», dice il bambino.
« Aspetta».
« No, voglio l’ ovetto».
« Lo voglio adesso, me lo hai promesso».
« Fai il bravo e presto lo avrai».
Il bambino si mette a frignare e lei lo rimprovera.
« Matteo smettila!»
« Non vedi che tutti ti guardano?»
Il piccolo si guarda subito intorno, e nel momento in cui vede una signora che lo scruta contrariata, si fa rosso in viso, batte ripetutamente i piedi per terra e urla.
« Cattiva!» « Voglio l’ ovetto».
La madre non dice nulla ma gli lancia un’ occhiata di fuoco, poi riporta lo sguardo in alto, dritto davanti a sé.
Matteo continua ancora un poco col suo pianto asciutto, tira su col naso e si stringe alla mamma, tuttavia conserva un’ espressione imbronciata, intanto che il venditore incalzato dalle domande dei presenti continua a parlare.
A un certo punto, con uno strattone, il bambino si libera della mano che lo imprigiona, e favorito dalla piccola taglia si fa largo tra la folla, fino a giungere indisturbato di fronte all’ imbonitore.
Per un attimo, così come gli altri ascoltatori, anche il bambino sembra cadere in uno stato catatonico, poi, come rianimato da un’ idea bizzarra, fa un salto alla Bruce Lee, e sferra un calcio veloce fra le gambe del rappresentante, il quale, senza capire come e perché, si ritrova sorprendentemente, senza parole.