Erano passati ormai più di venti minuti, ma l’ autobus che Stefania stava aspettando ancora non arrivava e lei aveva molta fretta, era la sua prima lezione importante di matematica e le interessava moltissimo essere puntuale.
Glielo aveva detto anche Luisa, la sua amica del cuore, che il Prof Guerrini odiava interrompere continuamente le lezioni quando entrava un ritardatario.
Ma, non era colpa sua, pensava, intanto guardava l’ orologio con impazienza. Finalmente quel benedetto autobus arrivò alla fermata e Stefania, mentre saliva, non fu capace di trattenersi e disse: “ Era ora”!
Il giovane che era al volante la guardò con ironia e le rispose che aveva avuto un contrattempo, avevano dovuto cambiare una ruota al bus e aggiunse: “ Preferiva che arrivassi in tempo con una ruota sgonfia?”
Stefania lo guardò seccata dicendogli “ Forse! Adesso corro un rischio peggiore, quello di perdere la mia lezione di matematica!”
“Guardi, disse lui, se vuole quando finirò il mio giro, le do io la lezione di matematica! Sono abbastanza bravo in questa materia, lo sa?”
“Non mi faccia ridere!! e mi lasci per favore alla prossima fermata...”
Stefania, scese in fretta e quasi di corsa si recò all’ Istituto dove la aspettava il Prof Guerrini, che al vederla arrivare tutta trafelata le disse: “ Come prima lezione, incominciamo proprio bene signorina...” “ Stefania Galè” rispose con orgoglio.
“Galè” Non mi dica che lei è parente del gran pittore Galè?”
“Proprio così!”
“Ma questo non le da diritto a comportarsi come vuole...!
“Non l’ avevo nemmeno pensato lontanamente, Prof Guerrini...”
“Bene, venga alla lavagna che vediamo cosa sa fare...”
Stefania si arrangiò abbastanza alla lavagna e il Prof finì per dirle che dopo tutto era stata brava e per questa volta la perdonava del ritardo...
Arrivò a casa piena d’ entusiasmo, anche perché il Prof era un bellissimo uomo, giovane e anche simpatico, ma doveva stare con i piedi per terra, tutte le ragazze che stavano facendo questo corso erano “ cotte” di lui e non era nemmeno sicura d’ aver capito bene, ma le parve di aver sentito dire che era un uomo sposato...
Comunque sia, lei era rimasta colpita e non poco. Cercò di toglierselo dalla mente, ma senza risultato. Le vennero in mente allora altri bellissimi occhi e un sorriso che metteva in evidenza dei denti perfetti. Non le era capitato più di salire su quell’ autobus, ma ogni tanto si guardava in giro con la speranza di vederlo, si, perchè quel giorno erano stati in due a colpirla al cuore...
I giorni volavano via con una velocità impressionante. Stefania continuava a frequentare le lezioni di matematica, e più passava il tempo più si sentiva atratta da quel bel professore, a volte rimaneva incantata a guardarlo proprio nel momento che lui le faceva qualche domanda senza essere capace di dire una parola... Lui allora le diceva: “ Sto parlando con lei signorina!! sveglia!” lei allora diventava rossa come un pomodoro maturo e gli chiedeva scusa.
Un pomeriggio, finita la lezione, lui le si avvicinò chiedendole se poteva accompagnarla a casa, lei sentì che il cuore le dava un salto nel petto. Stupidamente gli rispose che avrebbe aspettato l’ autobus, lui allora, a sorpresa, le disse che l’ avrebbe accompagnata anche in autobus!!!! Stefania annuì con la testa e nemmeno a farlo a posta, al volante c’ era l’ altro Lui!! Si guardarono tutti e due un po’ troppo a lungo poi con il Proff andò a sedersi. Dopo pochissimo Amedeo Guerrini prese la mano di Stefania, e portandosela alle labbra, piano piano le susssurrò “ Tu mi piaci molto, sai?”, Con grande batticuore gli rispose: “ Anche tu”.
Marco, guidava il mezzo con un occhio e con l’ altro li guardava dallo specchietto retrovisore, ci fu un momento che l’ autobus sbandò pericolosamente e si sentì un coro di “ Attentoooo!”. Finalmente Stefania e Amedeo scesero dal bus, non prima che Marco desse a Stefania un bigliettino proprio mentre passava vicino a lui.
Incominciò così una guerra spietata a suon di mazzi di fiori, telefonate, appuntamenti e sguardi dolcissimi. Stefania si sentiva la regina della favola, era radiante, felice come una Pasqua, non si rendeva conto che stava diventando un gioco pericoloso, e che doveva fare subito qualcosa per chiarire quella situazione ambigua. Si, ma come? Lei stessa era completamente confusa, e non voleva rinunciare a nessuno dei due!
Arrivò da solo il momento che dovette seriamente prendere una decisione. Arrivando all’ Istituto vide un gruppo di persone che disposte in cerchio, gridavano a due che si stavano prendendo a pugni... Si avvicinò e vide con stupore Marco e Amedeo che se le davano di santa ragione! Gridando anche lei “ Basta, Basta! cercò con tutte le sue forze di separarli, con il risultato che prese un pugno in faccia che la buttò a terra... Solo in quel momento i due si resero conto di quello che, seppur involontariamente, avevano fatto. E si prodigarono per alzare Stefania e accudendola nel miglior modo possibile la portarono dentro l’ Istituto.
Stefania piangeva, ma non per il dolore del pugno in faccia, ma per la vergogna e il ridicolo che avevano fatto tutti e tre! Arrivò il direttore che molto serio disse che queste cose non erano mai successe nel suo Istituto. Anche se il fatto non era successso all’ interno si trattava sempre di un professore e una alunna della scuola che avevano dato spettacolo!
Stefania era così arrabbiata che rivolgendosi a tutti e due e guardandoli bene in faccia, disse loro che se avesse immaginato quanto erano imbecilli, non avrebbe perso il suo tempo prezioso! I due si guardarono con meraviglia, proprio lei aveva il coraggio di dire questo? Lei che aveva dato delle ilusioni a tutti e due? Lei era stata una stupida che pensava di poter manovrare due persone a gusto suo, lei era una ragazza vuota e superficiale e loro ci erano cascati come due sprovveduti! Chiesero scusa al direttore e se ne andarono ognuno per conto proprio senza nemmeno guardarla.
Lacrime di rabbia, delusione e vergogna scorrevano lungo le sue guance e andandosene a testa bassa sparì in mezzo alla gente.
Franca Merighi