Amo la natura in ogni sua manifestazione e quell’ anno per me importante, il vivere si manifestava con passi eleganti e trovava fertile terreno dentro l’ anima mia. La natura si mostrava nel suo ritmico svolgersi attraverso gli aspetti più belli che mai si potessero immaginare, tanto da ispirarmi un inno alla stessa.
ALLA NATURA
Al margine d’ un prato una rosa
color dell’ amore
al calar della sera un canto
sentimento e passione.
Al sorgere del sole
il vento è l’ ebbrezza,
il risveglio dei fiori,
il risveglio del mondo,
un mondo di gioia, di vita.
Sentimento recondito
ed in esso s’ abbaglia
l’ essenza d’ esser vivi
qui or ora ascoltando
quel dolce canto
d’ una rondine in volo.
E qui inventerò una storia che possa sposarsi con i versi di questa poesia che il tempo, in quel periodo generoso, mi aveva ispirato.
Era primavera, una primavera che in quegli anni si mostrava senza strane sorprese ma con il suo passo lento e cadenzato, quasi uguale ogni anno, abbandonava il periodo dei freddi mesi invernali per incamminarsi in un graduale cambio di temperature, di delicate brezze primaverili che parevano come tenere carezze ad accompagnare il risveglio di letargici momenti appena conclusi.
Le ultime ombre dell’ inverno lasciavano ora spazio al risveglio del mondo, al rinverdire dei verdi prati che iniziavano a dare sfoggio di colori più forti, vivaci e più vivi! Tutto si muoveva intorno e, già dopo i silenzi della notte, uccellini festanti solevano cinguettare gioiosamente tra loro e giocare tra i rami nudi e nodosi che iniziavano a spingere i nuovi germogli, a farsi avanti per aprirsi al cielo e al caldo sole con i loro fiori di delicati colori. Il risveglio della natura dopo il lungo letargo invernale ha un certo non so che di magico nel suo manifestarsi.
Si stropicciava gli occhi un piccolo grillo uscendo dalla sua tana ….. un piccolo buco nel terreno che lo aveva ospitato fino a quel momento. Attirato da quel gran cinguettare festoso di passeri e dalla leggera brezza che soffiava aria tiepida a richiamare l’ attenzione indicando che le temperature si erano fatte più gradevoli e tiepide. Si guardava intorno il piccolo grillo pieno di meraviglia, ma era ancora giorno …. indietreggiò quindi un poco piano, piano fino a rientrare nella sua tana in attesa del crepuscolo.
Verso sera, al calar del sole, iniziò timidamente ad uscire e a guardarsi intorno per andare in cerca di cibo costituito di foglie, semi, radici e frutti, ne aveva bisogno per rinforzarsi in attesa del periodo degli amori che sarebbe iniziato di lì a poco. Rivolgendo lo sguardo al cielo, notò che già le rondini erano tornate e proprio a quell’ ora crepuscolare, garrivano felici facendo dei voli fin quasi a rasare la terra alla ricerca di piccoli insetti da portare ai loro piccoli in attesa nei nidi con il becco aperto.
Capì il piccolo grillo che era già quasi il tempo degli amori e che poteva iniziare a cantare la sua canzone. Il suo canto composto da un’ unica instancabile nota che possiamo ascoltare nelle notti d’ estate è un suono che gli permette di attirare la femmina per l’ accoppiamento e quindi per la preservazione della sua specie.
Tornava a manifestarsi la natura, come ogni anno, in tutta la sua magnificenza!