Patrizia era una bambina di dieci anni che amava molto la natura ed ogni sua manifestazione. Lei era orfana ed era stata adottata cinque anni prima da dei genitori che non riuscivano ad avere figli che desideravano moltissimo.
I suoi genitori adottivi, sette anni prima, dopo molti tentativi falliti decisero di comune accordo, anche se con grande titubanza, a fare una richiesta di adozione per una bimba.
Una volta concluse tutte le pratiche necessarie rimasero in attesa per un paio d’ anni.
Finalmente un giorno ricevettero la bella notizia che c’ era una bimba disponibile per loro, che se volevano potevano andarla a vedere e conoscere. Entusiasti, una volta fissato il giorno, partirono verso l’ orfanatrofio dove avrebbero finalmente potuto vedere e conoscere Patrizia una bimba di anni cinque rimasta orfana di entrambi i genitori.
Quando la videro, rimasero incantati dalla dolcezza di Patrizia e se ne innamorarono immediatamente! Accettarono subito l’ adozione e una volta concluse tutte le pratiche poterono felicemente portare a casa la bambina. Patrizia si adattò molto velocemente a loro e alla casa dove abitavano che era una bella e grande fattoria con tanti animali e tanti immensi prati e boschi tutt’ attorno. Era felice Patrizia, non poteva desiderare di meglio lei, che amava tanto la natura.
Era una bambina speciale Patrizia e anche un poco magica forse perché era nata il 29 di febbraio di un anno bisestile anche se i suoi compleanni venivano festeggiati comunque l’ ultimo giorno di febbraio e quindi conteggiati tutti gli anni. Ovviamente rimasero della stessa idea anche i suoi genitori adottivi ma prendendo in più la decisione che quando il giorno di nascita poteva cadere giustamente il 29 febbraio, avrebbero fatto una speciale gigantesca doppia festa.
Patrizia era veramente una bambina dolcissima e non avendo avuto mai a disposizione nell’ orfanatrofio degli spazi così grandi in mezzo alla natura, ora amava gironzolare per i verdi prati che poco a poco iniziava a conoscere. Quando la mamma poteva l’ accompagnava volentieri a farle conoscere tutti i fiori e tutte le erbe che conosceva e che sapeva bene come cucinare.
Iniziava quell’ anno a marzo la primavera in anticipo per via delle calde temperature: i prati si coloravano di un verde più intenso, gli alberi iniziavano a dare vita ai primi germogli, mentre i primi timidi fiori iniziavano a mostrarsi al mondo.
Quello che stupì tantissimo Patrizia fu quando una mattina vide il prato davanti a casa che di colpo e quasi completamente si era colorato di un bel giallo intenso; a Patrizia questa cosa sembrò una splendida magia!
Felice si tolse le scarpe e a piedi nudi s’ incamminò su quel bellissimo prato colorato fatto, oltre che di erba, anche di bellissimi fiori che guardandoli da vicino sembravano “ tanti piccoli soli” gialli come il sole che stava in cielo, erano una vera meraviglia. Contentissima si sdraiò in mezzo al prato a guardare il cielo con le sue nuvole dando ad esse dei nomi quando assomigliavano a qualche animale o a qualche oggetto.
Quando Patrizia si distolse dal cielo alzandosi in piedi si accorse che nel prato aveva lasciato la sua impronta e che purtroppo il peso del suo corpo aveva schiacciato quei bei fiori gialli che lei aveva ammirato tanto!
“ uhh …. quanto mi dispiace!” disse a voce alta, con le lacrime agli occhi, come per farsi sentire dai fiori e mentre li guardava sconsolata, le parve persino di udire come una vocina gentile che le rispondeva …
“ su, su, non ti preoccupare, aspetta solamente un’ oretta e vedrai che tutte noi ritorneremo belle dritte verso il cielo!”
“ Se hai tempo, e voglia di ascoltare, ti vorrei raccontare la nostra storia”
“ certo che mi piacerebbe sapere perché sto conversando con un fiore di tarassaco!”
“ beh …. tu forse non lo sai, ma sei un poco magica come noi per via della tua data di nascita ed è per questo che mi puoi sentire”
….. e il piccolo fiore di tarassaco iniziò il suo racconto ……
Tanto, tanto tempo fa, questi prati e boschi erano frequentati da gnomi, elfi e fate, essi potevano correre liberamente in questi bellissimi luoghi incontaminati, ma poi man mano che si insediavano gli uomini con la loro caratteristica di distruggere tutto, come già era successo nelle grandi città, queste magiche creature si trovarono costrette a nascondersi cercando rifugio tra le rocce e nei boschi più fitti ed impervi. Le uniche che non riuscivano a nascondersi agli occhi degli uomini erano le fate perché portavano abiti molto lunghi e appariscenti che non permettevano loro di nascondersi bene alla vista degli uomini e spesso, forse anche inconsapevolmente, venivano calpestate.
Fu questo il motivo per cui decidemmo di rimanere trasformandoci in questi bei fiori gialli e robusti che anche quando vengono calpestati hanno la capacità di rialzarsi e ritornare eretti. Si narra che la tenace sopravvivenza di questo fiore oggi sia proprio dovuto alla magica presenza di tutte noi fate nella corolla del fiore.-
“ ecco cara Patrizia questa è la mia storia e quella delle mie sorelle” le disse
“ Devi anche sapere che quando raggiungiamo l’ apice della fioritura, ci trasformiamo in – soffioni- che sono i nostri semi, li puoi prendere e soffiare via, loro viaggeranno col vento in luoghi lontani a portare la nostra essenza …. e poiché siamo fate buone e magiche, si narra, che se riesci a far volare tutti i semi con un sol soffio ti aspetterà un anno pieno di sorprese e anche un poco magico!”
Finito di parlare il bel fiore di tarassaco iniziò a rialzarsi verso il cielo come aveva predetto.
Emozionata Patrizia vide che la sua impronta stava già svanendo perché quasi tutti i fiori gialli si erano rialzati, scrutò curiosamente ancora intorno per vedere se c’ erano già dei soffioni ma non ne vide; non era ancora tempo!
Pensò di tornare dopo qualche giorno per cercare i soffioni magici poi, felice cantando e correndo, si diresse verso casa.