” Ciao Susy!” disse con delicata cadenza, guardandomi negli occhi; ” Susy vorrei rivederla se anche a lei farebbe piacere, s’ intende, magari andar a passeggiare insieme ed inoltrarci in questa città misteriosa, di cui ne conosco ogni angolo nascosto, e magari, cenare insieme.? ”
“ Scusami Susy non ti ho chiesto quanti giorni ti fermerai a Venezia? Ne in quale albergo alloggi?” “ e, Se non chiedo troppo, gradirei il numero del tuo cellulare!” E prendendo la mia mano fra la sua“ sono Matteo Recondi abito a Venezia e sono un avvocato!” sbalordita ed incantata, da quel precipitar di situazioni, non ebbi nemmeno il tempo di commentare, come
un’ automa, le diedi il numero del cellulare, senza rendermi conto che era uno sconosciuto,
fu in quel momento che dedussi: ” Dove è andata la Susy diffidente e protettiva di se stessa?. Ma, una voce persuasiva mi diceva quest’ uomo è diverso dagli altri e non volevo e potevo perderlo, insomma voglio conoscerlo aveva suscitato in me tanta curiosità e piacevolezza di stare con lui e per saperne di più, avrei dovuto rischiare e fidarmi dell’ istinto.
Ci salutammo garbatamente e l’ approccio fu gratificante, m’ avviai per la strada felice, non vedevo l’ ora che telefonasse, stava succedendo l’ ispiegabile avevo tanta adrenalina da non poterla contenere, la mente volava nello spazio fu come camminare in punta di piedi, un aliante a virar nel cielo. Arrivai alla pensione e nell’ Hall dell’ Hotel c’ era gente seduta sui salotti allineati in forma circolare, la gente si intratteneva fino all’ orario del pranzo, ma, non mi fermai, non avevo l’ animo predisposto all’ ascolto, ero euforica presi la chiave n. 45 salii le scale. La camera, era accogliente e arredata di buon gusto, mi sentii subito a mio agio, era esattamente come l’ avevo veduta dalla foto sul web... feci la doccia misi un abito azzurro che arrivava sopra il ginocchio, metteva in evidenza le mie gambe lunghe e affusolate, il colore dell’ abito risaltava coi capelli biondi e l’ incarnato ci guadagnava, il viso appariva più lucente, l’ azzurro era il mio colore preferito, tacchi alti e trucco, infilai la giacca nera sopra al vestito, presi la borsa, scesi nella sala da pranzo.
Nella sala da pranzo, la gente era seduta ai tavoli pronti per pranzare, alla mia entrata si girarono a guardarmi, scelsi un tavolo piccolo vicino alla finestra grande, lì avrei potuto ammirare il panorama. Ogni tanto gettavo un occhiata al cellulare arrivavano messaggi di amici e uno era di mia madre..” mia madre mi chiedeva insistentemente se stavo bene a Venezia ” le risposi che stavo benissimo e che mi divertivo, non erano bugie” ad un tratto il cellulare squillò,
” Numero sconosciuto” decisi di rispondere” Pronto!”
“ Ciao Susy sono Matteo riconobbi la sua voce, era inconfondibile, ebbi un flash ricordai che lui aveva il mio numero di cellulare, ma, io ancora non avevo il suo,“ Dimmi Matteo! Risposi” “
stai pranzando?” “ Si!” “ Senti Susy quando hai pranzato vogliamo andare a far un giro in gondola? Il boccone si fermò alla gola quasi soffocavo dalla gioia..” m’ affrettai a rispondere "
Si va Bene, ma, alle 17. 00 ho fissato l’ appuntamento con il fotografo“ Ok rispose”
“ vengo a prenderti all’ Hotel!”
“ Va bene ci sarò Matteo!” chiusi la telefonata, non ero più nella pelle e la fame era svanita, mangiai pochissimo, attraversai la reception di corsa e uscii fuori dal portone dell’ Hotel, e
dall’ altra parte della strada vidi una Mercedes Benz di colore nero, riconobbi Matteo che sventolava la mano nella mia direzione in segno di saluto. Il cuore mi sussultò ed attraversai la strada andando verso di lui, da gran gentiluomo scese dall’ auto e con garbo e gentilezza, prese la mia mano e la baciò, aprì lo sportello della Mercedes e mi fece accomodare, chiudendo lo sportello. Ci fermammo al parcheggio e ci avviammo fin la sponda del mare e Matteo fece un cennò ad un gondoliere e salimmo sulla gondola, ero euforica e da lontano ammiravo il
Ponte Dei Sospiri, ero felice come una bambina, quando qualcuno le dona un gioco.
Sedemmo vicini ed udivo i nostri respiri, ed i nostri cuori come fossero un tutt’ uno battevano all’ unisono, un’ impressione gradevole, che appagava la mente e lo spirito.
Ogni tanto i nostri occhi, silenziosamente si sfioravano ed erano inspiegabili sensazioni,
pensai a volte anche il silenzio ha la sua voce, la mia voce e la sua, silenziosamente si parlavano eclissandosi su parole che forse con la bocca non avremmo avuto il coraggio di dirci.
Il suo sguardo diceva ciò che avrei voluto dicesse. Forse era un impressione ma, che bella impressione! Parole che parlavano d’ amore di un amore appena sbocciato!
La mente non riuscivo a contenerla! Correva veloce e sbarrazzina, avrei voluto raccontare tante cose ma, i pensieri fuggivano lasciandomi sbalordita con poche parole..
La gondola cullava i nostri corpi e ad un tratto, il suo braccio scese sulla mia spalla,
m’ abbracciò, ne fui emozionata non riuscivo a parlare, godei di quegli attimi come fossero una benedizione, come fossi una gemma al primo bacio del sole.
Lasciai che m’ abbracciasse e lo fece per tutto il percorso in gondola..
Il tempo passò veloce e dovevamo lasciarci era giunta l’ ora dell’ appuntamento, sarei dovuta arrivare puntale specialmente la prima volta che andavo dal fotografo, Corrado Fermi.
Con Matteo parlammo del più del meno, come se ci conoscessimo da tempo, le raccontai la mia storia ed i motivi per cui ero a Venezia dicendole anche dell’ appuntamento. Matteo volle accompagnarmi ed andammo di corsa a prendere la macchina, dove l’ avevamo lasciata, al parcheggio.“ Tranquilla disse ti accompagno così arriverai in perfetto orario”! ” Grazie Matteo”! “ Susy prometti che stasera ci si rivede e ceneremo insieme, Ho un’ idea ti porterò in un ristorante che vive d’ ottima fama qui a Venezia! “ euforica risposi ok!.” Bene, rispose Matteo passerò stasera a prenderti alle 20. 00 all’ Hotel! ” Scesi di corsa mi trovavo in via San Sebastiano, ci salutammo guardandoci intensamente per un attimo, e m’ avviai per la strada, osservando i numeri sulle abitazioni. Al numero 45 mi fermai un attimo, presi fiato, ero molto emozionata, e la scritta sulla porta riportava la scritta.“ Fotografo Corrado Fermi” suonai il campanello e venne ad aprirmi una signora di piacevole aspetto e professionalmente determinata,
“ Susanna Granada?” “ Si piacere!” risposi e continuò a parlare, “ sono la segretaria di Fermi! Salga Prego”! Mi trovai in una grande sala d’ aspetto con comode poltrone dal colore azzurro.
Era un luogo accogliente e ben tappezzato di quel bel colore azzurro che amavo, mi sentii rilassata e la sosta fu gradevole. La segretaria la vidi sparire dietro ad una porta bianca, dopo poco tempo ritornare e con fervore si rivolse venne verso di me. ” Prego Signorina Granata il Signor Corrado l’ aspetta nello studio!” Attraversai un ingresso lungo con luci soffuse che sui muri creavano strane figure, una danza d’ effervescenti colori, la porta s’ aprì in un grande salone dove alle pareti c’ erano, lampade e macchine fotografiche in ogni lato della stanza.
Ed a tappezzar i muri, immagini di paesaggi, palazzi di città ed immensità di cielo, abbellivano le pareti e servivano per dar risalto a l’ immagine della persona da immortalare in una foto. Davano la netta impressione di viverci dentro a quelle immagini a colori. Le pareti erano color del cielo ed in quel sereno qualche nuvola bianca si spargeva a schiuma. Corrado venne mi diede la mano ci salutammo..ed iniziò a scrutarmi, compresi che stava facendo la prima analisi professionale credo avesse l’ abitudine di guardare le persone con professionalità, infatti disse;
“ Ciao Susanna hai un bel viso, delicato e nello stesso tempo, ben delineato, tratti delicati,
il tuo incarnato è come la polpa di una pesca, comunque posso dirti professionalmente
il mio pensiero, la pellicola se ne compiace della tua persona, l’ book fotografico verrà straordinario!
Susanna i miei Complimenti! Sei un bel soggetto da immortalare! Oddio mi sentii selezionata ed aver superato l’ esame, ma fu un attimo e ripresi in mano la situazione;
“ Grazie di cuore, sono lusingata se potrò portare a casa un ottimo lavoro!
” accese tutti i riflettori su me e fra una posa e l’ altra iniziò ad immortalarmi, ero al centro dell’ attenzione e fu una gradevole sensazione, ad un tratto si fermò dicendomi:
“ Mi raccomando sii te stessa, adotta posizioni ed atteggiamenti più naturali possibili, i gesti devono apparire spontanei, e voglio darti un consiglio, quando posi per fotografi oppure stai sfilando sulle passerelle, immedesimati in qualcosa che ti possa riempire l’ anima, avrai una luce diversa e atteggiamenti più consoni ”! Presi l’ invito per ottimo e incominciai ad ondulare fra una posa e l’ altra e scorrendo veloce, come se farlo fosse semplice, invece al contrario non l’ avevo mai fatto, m’ immedesimai sui quei avvenimenti accaduti di recente e riuscii a dar il meglio di me stessa, Corrado tappezzò con i flash tutta la stanza, ad un certo punto si fermò;
” brava non avresti potuto fare di meglio”! Un ora passò in fretta, ci congedammo, prendendo appuntamento per il giorno a venire, alla stessa ora, sarebbe stata l’ ultima volta.
Come accordi presi il terzo giorno, avrebbe dovuto consegnarmi l’ book fotografico che in seguito avrei spedito a svariate Agenzie di Moda, sperando sulla fortuna che qualche Agenzia m’ avrebbe considerata, per poter sfilare sulle passerelle di gran moda ed abiti firmati.
Fine SECONDA PARTE
Adele Vincenti