C’ era una volta un bambino di nome Nicolò che soffriva di una malattia, dove aveva sempre paura del buio e dei fantasmi neri.
Una notte mentre stava per appisolarsi, nel suo lettino caldo, sentì un rumore strano venire da dietro la porta della sua cameretta.
Il rumore era come un forte grugnito e ululato insieme che sembrava come portasse con se una certa sofferenza interiore.
Era un verso come se stesse piangendo con il dolore nell’ anima.
L’ ululo si faceva sempre più forte, a tratti di un tempo tra le note di un DO - RE - MI … “…. UUUUUUUUHHHUUUUUUU”, poi il rumore stridulo dei graffi … “ SKKKRRIIIIIKKKKKZZZ”, “ SKKRIIIIIKKKZZZZZZZ” (le unghie dell’ animale graffiavano a fondo la porta di legno d’ acero).
Il bimbo era sempre più spaventato: gli occhi nocciola diventarono sempre più grandi dal terrore, tre volte più grandi di misura e dilatati dalla paura.
Ma dopo circa dieci minuti di tale terrore, Nicolò si decise, pensando “ E’ inutile che io abbia il forte terrore, magari è una paura infondata, magari qualcuno sta male ….”
Allora il bimbo si alzò dal lettuccio, tremolante con una candela accesa in mano che quasi gli cadeva.
Ma la curiosità prese il sopravvento, in quanto pensava che se qualcuno stava male e se moriva la colpa diventava sua!
Lentamente aprì la porta verde e vide un piccolo lupo ferito. Anche il lupo prese paura a vedersi la figura umana davanti, allora smise di grugnire e ululare e si mise rigido. Ma respirava male vista la grande ferita e sanguinava.
Nicolò, dalla paura che aveva, quella paura si trasformò in commozione amorevole e premurosa per aiutare il piccolo lupo.
Così lo prese in braccio delicatamente e pensò di portarlo alla cascata di Luce, che, secondo lui era Magica quella cascata … poteva l’ acqua pura e cristallina GUARIRE il lupetto!
Allora corri corri con il lupetto in braccio, Nicolò, pensava sempre più convinto che il nuovo amico poteva essere guarito!
Allora appena arrivati davanti all’ acqua cristallina e piena di Luce, il bimbo fece scivolare delicatamente la bestiola con le zampine a toccare la Magia dell’ Acqua.
La ferita, con l’ Amore dell’ acqua lentamente il sangue andava a scomparire e gli occhietti del lupetto iniziarono a sorridere.
Felici e contenti si incamminarono Nicolò e il Lupo verso casa ma dietro al cespuglio c’ erano cinque uomini neri con il fucile in mano, pronti per prendersi il Lupo che era di proprietà della Regina “ Scarlotta”, una regina cattiva, avida e acida, che non amava gli animali ma li usava che le facessero da guardia al suo tesoro, chiusi in una stanza buia.
Il Lupo appena vide gli uomini della Regina si spaventò e fece una grande corsa lontano, lontano, tra i cespugli a nascondersi. Il Lupo era spaventato e non voleva tornare dalla Regina malefica. Tremava e ansimava dalla lunga e veloce corsa, in cerca di riparo; riuscì a trovare un riparo tra i cespugli che lo mimetizzarono, aspettando che i cinque uomini se ne andassero.
Intanto Nicolò amando il suo Lupetto, lacrimava gocce di sangue e il suo cuore batteva fino fuori dal suo corpicino.
Ma decise di affrontare tutto per amore del suo amico del cuore.
Iniziò a correre e cercare il suo amico stando attento alle mosse serpentine dei nemici.
Ma il lupo non c’ era da nessuna parte!
Iniziò a piangere continuamente fino ad arrendersi e facendo credere a se stesso che il Lupo non c’ era più …” avrà trovato un rifugio migliore … Lui pensò”.
Cosi i cinque uomini neri se ne andarono pure loro arresi ad aspettare e a cercare inutilmente, con la coda tra le gambe e delusi, gli uomini neri se ne andarono.
Arresi i nemici e arreso il bimbo tutti se ne andarono in ritirata.
Venne la sera che Nicolò nella sua cameretta si mise di nuovo a letto sognando il suo amato Lupetto.
Non appena si addormentò, … udì di nuovo un lamento che lo svegliò di soprassalto, diciamo un “ affettuoso lamento” …. allora si girò dal letto di lato e sulla poltroncina rossa di velluto Lui stava li … Era il Suo grande Angelo!
Nicolò lo prese in braccio felice e lo baciò sul nasetto e dappertutto. Il Lupetto da quel magico momento venne battezzato “, da Nicolò “ Amore”. E da quel stupendo ed immemorabile giorno vissero felici e contenti.
FINE