Seduto sulla sdraio del sempre sera ad osservare punti luminosi,: " stelle" che di geometria e matematica sono fautori in questo più che oceano che è il nostro cielo, osserviamo in minuscola parte quello che solo occhi umani possono mirar. Chiediamo, stanchi del lottare tra i duali, parallele stanze della nostra anima, presi dalla fiamma spirituale del Dio creatore ci chiediamo risposta a noi stessi dell’ imperfezione del provare così miseri sentimenti: rabbia, odio, rancori, e in controtendenza poi, tanta tolleranza da perdonare agli altri ogni istinto cattivo, assorbendo ciò, il tutto, nella mente, definendolo come istinto naturale umano ogni barcollare lottando con le due parti in noi. Contrappesi equilibrati..? Ci muoviamo perdonando e no nel nostro cammino forzoso in attesa di una piccola luce: risposta alternativa " che unisca, incolla il mondo interiore: anima" del vivere l’ istinto atavico e l’ evoluzione spirituale in una alternanza che mai ci fa raggiungere le stelle, Alternativa” Intanto ci chiediamo delle nostre idee, del nostro sentire ruzzolando tra tortuosi pensieri che spesso cadono nel nulla restando soli a osservare luci, cuori intermittenti di stelle, assemblando futili e profondi pensieri senza mai trovar soluzione al nostro dualismo cosmico. Tutto questo si domandava Marco seduto sulla sdraio sotto la coperta trapuntata di stelle nel cielo. Non riusciva a comprendere il perché del supplizio umano per l’ evoluzione, la pace spirituale, l’ incontro … Si chiedeva perché un dio fosse così perfido da dare vita a creature umane con un doppio sentire, libero arbitrio..? meritocrazia della pace? Divertimento ..? Non ne verremo mai a capo, Marco era consapevole di questo, bisognava comunque andare avanti sempre alla ricerca del bene, cercando di sopprimere l’ animale che viene fuori da noi urlando cattivi sentimenti, la legge del taglione, del più forte, annientando o cercando di farlo, crescendo col perdonare l’ uomo in se, cioè noi. Marco non voleva assolutamente essere Narciso e Boccadoro nella stessa stanza interiore, ci doveva pur essere una terza strada da scoprire, percorrere, una quarta via da scoprire, da percorrere. Intanto scriveva poesia … o simili cose.
C’è un mondo sommerso in noi,
dove solo uomini coraggiosi ci arrivano.
Un mondo fatto di alte montagne,
di fiumi di fuoco,
di lotte e contrasti,
di guerre e battaglie.
Non esiste il tempo,
né i secondi, né minuti,
tutto avviene all’ istante
senza preavviso.
E’ il vasto mondo del tutto,
il mondo del principio,
il mondo del silenzio assoluto
dove ogni cosa prende forma se solo lo vogliamo.
Solo uomini di spirito e i coraggiosi vi possono accedere.
Per guida solo amore,
null’ altro che il tenero sentimento,
che con occhi chiusi scorge luce nell’ infinito oscuro.
Si scopre il noi,
si scopre il sé,
si torna indietro e con un balzo si sta avanti,
si scopre l’ attimo e la percezione dell’ esistere,
tutto avviene in un lampo,
tutto già è avvenuto,
tutto accade
e noi sappiamo,
piangiamo a volte,
a volte, sorridiamo.
Poi piano, nell’ avvenimento noi navighiamo,
anticipiamo, discostiamo,
ma con l’ amore già sappiamo.
Vi è un mondo in noi,
dove solo gli eroi alzando la spada al cielo,
e muniti solo di coraggio,
sfidano i draghi oscuri dell’ illusione.
A volte gli capitava che una strana luce vibrava dentro di lui e non se la spiegava:
Che mi succede,
il cuore esplode come una stella gonfia.
E’ saturo di combustibile...
Scoppia tra mille atomi di luce.
E’ una stella che finisce,
no mai;
E’ una stella che si espande.
E’ ricco d’ amore,
grazie a Dio.
Altre volte invece Marco provava rabbia … si smarriva tra rivoli di pensieri acidi.
Persi il dono dell’ amore
e lo stato di grazia
mentre stavo seduto
su di una sdraio in un prato verde
sotto l’ oscuro empireo
ammantato da brillante
stelle e da una gravida luna
che orgogliosa come una prima donna
splendeva indossando la gialla corona
forgiata dal riflesso del sole,
dal fascinoso vestito bianco che indossava
e dalla collana dai pendenti nebulosi,
fumosi sogni.
Piansero le rose nel rosario,
le lacrime scivolarono sulle verdi
appuntite lingue delle foglie,
furono presto assorbite dalla terra;
Tutto si dissolse in poco tempo,
la nebbia venne spazzata via dal vento.
Il grillo verde dentro al cuore smise di saltare,
sparirono le farfalle dalle visceri,
il fracasso del treno sui binari,
il profumo del desiderio,
l’ ansia dell’ arrivo alla stazione;
Solo il rumore delle fredde acque del mare
dell’ isola di pietra fecero compagnia,
il viso dell’ amore si sciolse come cera,
perfino un angelo, smarritosi
nelle nuvole dei pensieri,
dei rimpianti, lasciò cadere dai grandi
celesti occhi
una lacrima di sale.
In un attimo cadde il costruito,:
il tubare delle tortore,
l’ ammaliante voce del richiamo,
il versato con amore,
la gioia dell’ incontro,
il calore della mano nella mano,
il sale del mare soffiato dal vento sui visi."
Non guardai la fine;
accecato dal dolore
non mi voltai indietro,
ebbi paura di finire come Sara
moglie di Lot nipote di Abramo
che per guardare la distruzione
del nemico dell’ amore
divenne statua di sale.
Avanzai il passo verso me,
senza esitazione;
persi l’ altro,
il doppio, l’ ombra;
il riflettermi in un baleno svanì;
Questo, incurante sciolse il nodo
del legame.
Certo che sta sdraie sta sempe mieze …
simbolicamente utero materno,
rappresentazione del riposo dopo la lotta!
In attesa di una risposta spirituale, Marco restò a scrutare il cielo, prima o poi qualcosa, qualche angelo gli avrebbe suggerito le tante risposte, chi sà ... |
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