’’ Aveva un appuntamento ‘’ pensò Marco mentre il tasto rosso sul telefono indicava la fine della conversazione.
Lei Laura aveva steso un velo bianco su tutte le sue paure e dopo tanto aveva deciso di incontrarlo.
Non era convinta anzi al contrario, donna forte determinata in lui aveva trovato chi le potesse aprire la porta dell’ amore da troppo tempo chiusa (quando è troppo tempo che rimane chiusa ogni piccolo spiffero sembra una ventata di aria gelida) e aveva posticipato quest’ incontro all’ estremo.
Lui la faceva ridere e poi aveva quella maniera così semplice di parlare direttamente alla sua anima che l’ aveva colpita fin dal primo giorno.
Poche righe scritte sul telefono poi brevi chiamate quindi lunghe chiacchierate ed il cuore che esprimeva con sempre più decisione la volontà ferrea di andare a fondo a quel rapporto, di esporsi al rischio di provare.
Lui Marco aveva capito che non tutti i giorni sono speciali e quello doveva esserlo.
L’ aveva conosciuta parlando del mare mentre aspettava fuori da un bar, era rimasto colpito dai suoi occhi che lei incomprensibilmente nascondeva agli altri, ed il suo mare come una favola d’ altri tempi aveva scoperto gli apparteneva.
Su quel mare che aveva imparato ad amare brillava il sorriso di lei come un sole che non conosce notte,
come un fiore che non voleva cogliere per paura di vederlo appassire.
Marco contava i minuti sulle dita di una mano, le parole di lei dei giorni precedenti aria che viveva nei suoi pensieri, il turno in fabbrica terminato il cuore incessante pulsante ad ogni passo.
Si cambiò in fretta salutò l’ ultimo collega all’ entrata della fabbrica e si diresse verso l’ auto parcheggiata lì vicino.
Prima che potesse aprire la macchina il telefonò squillò, era lei, il suo viso si colorò di tutti i suoi sogni
che avevano imparato a condividere, il silenzio un vestito che li spogliava spesso delle loro paure.
Era lei, si, ma non sarebbe venuta, nè oggi nè mai, il cielo azzurro assomigliava a quelle bugie raccontate per stare meglio che non sortiscono alcun effetto, una delle sue canzoni preferite suonava da una macchina accanto ma da quel giorno non la volle più ascoltare.
Il viso affranto il respiro corto con un incedere lento aprì la portiera come a guadagnare tempo, quel tempo di cui non sapeva più cosa farsene, si guardò dentro e poi decise che lui quell’ incontro lo avrebbe vissuto lo stesso.
Diresse lo sguardo verso il sedile del passeggero all’ altezza dove di solito incontrava gli occhi di lei
e inizio’ a parlare come se lei fosse lì presente.
"Sono contento sai" esordì "stanotte le stelle mi sussurravano le parole che avrei dovuto pronunciare quando ti avrei avuto vicino" immaginò il corpo di lei muoversi nella sua direzione in segno di assenso disegnò le sue labbra col suo desiderio, non conoscevano più l’ uso della parola ma percorsero con lui sentieri dell’ anima inesplorati prima.
Negli occhi di Marco ogni singolo gesto che l’ emozione di quegli attimi avrebbero portato,
quel giorno da aggiungere ai suoi per sempre una missione che si era imposto per sentirla davvero sua .
La verità tutta racchiusa nei suoi occhi che si chiusero, fermò il tempo e la strinse forte a sè.
Dopo meticolosamente aprì’ la portiera come a farla scendere, girò la chiave mise in moto, una lacrima ad offuscare gli occhi, il volto che non ne voleva sapere di girarsi, non la vide mai andare via.