Il tempo è pari al nostro passo dentro, lento, veloce, a volte incerto, non dipende dalle scarpe che indossiamo nel cammino, queste, possono essere, mocassini di pelle o scarpe da ginnastica, poca cambia nella percezione. Cambia invece a secondo del sentimento che proviamo, se questo ha lacci stretti bene per percorrere la strada abbiamo la sensazione che vola, se ha poi, gli stessi, sciolti da dar fastidio, non legati bene, il tempo è lento, monotono, sembra che mai passa, la strada si allunga, barcolliamo, ci stanchiamo presto, il raggiungimento è lento e faticosa. Vi chiedere raggiungere cosa …
Un luogo, una città, una piazza, un posto qualsiasi, no, non è questo, il raggiungimento è il noi, la comprensione, la serenità, la pace, la porta aperta sul tutto, sullo scorrere dei passi della vita, comprendere la stessa e accettando la morte, la gioia, il dolore, facendone un luogo, un’ agorà, un solo passo, abbracciando la vita così com’è senza volerla cambiare ad ogni costo, senza sfidarla, ma accettandone i percorsi complessi che si formano per leggi a noi sconosciute, ma che servono a migliorarci, a prendere con noi quello che mai avremmo voluto. Fateci caso, quello che più non vorremmo per noi prima o poi ci capita, è come ci fosse un nesso evolutivo in tutto quello che ci accade nel percorso. Non è certamente il caso che propone le nostre pene, è disegno che è in noi fin dal primo passo, dal primo vagito e prima ancora, quando lo spermatozoo o missile, atterra sul pianeta ovulo. La vita è come una palestra si imparano esercizi, si irrobustisce l’ anima, certamente per un’ evoluzione, una legge a noi ignota e universale. Il cosmo forse non si espande … noi ne siamo parte, tendiamo alla coscienza universale, siamo infinitesimali frattali.
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