L'estate era iniziata da qualche settimana e si manifestava con la carica di passione tipica della stagione.
Tutto il bosco fatato infatti, era allegro e in fermento. I nidi erano abitati da piccoli uccelli che ancora non avevano imparato a volare ma che cinguettavano allegramente dall'alba al tramonto. Dalle tane, uscivano ogni mattino i piccoli di tutti gli animali e i loro genitori che li seguivano per insegnare loro, come muoversi nel bosco, come evitare i pericoli, per dagli insomma lezione di comportamento, di educazione e di come imparare a procurarsi il cibo quando sarebbero stati più grandi e loro li avrebbero lasciati andare a proseguire da soli la loro vita.
I nuovi nati, erano molto curiosi e impazienti di scoprire quel mondo che fino a quel momento avevano solo guardato, sognando di poterlo presto esplorare, di toccare l'erba, di odorare il profumo dei fiori, di mangiare i frutti e rotolarsi al suolo. “ Che meraviglia, deve essere poter correre sull'erba”.
Aveva detto un giorno il piccolo tasso alla madre.
La mamma gli aveva risposto:
“Sì, è bellissimo ma dovrai attendere di essere abbastanza grande per poterti muovere senza correre pericolo, e comunque, i primi tempi, dovrai stare vicino a me perché dovrò insegnarti ancora molte cose. Ma sicuramente arriverà molto presto, quel giorno in cui potrai andare nel bosco da solo, vedrai!”
I giorni trascorsero velocemente e, quando il sole scaldava il bosco, gli animali si avviavano verso i laghetti, o verso un ruscello vicino che in quella stagione era quasi asciutto, ma che durante l'inverno diventava un fiume di montagna, capace a volte, di travolgere quanto trovava lungo il suo percorso, ma che aveva l'acqua più buona del luogo e gli animali si dissetavano con grande soddisfazione.
Intanto si avvicinava il momento dell'evento che si ripeteva ad ogni nuova stagione: il concerto dedicato questa volta, all'estate. Le fate intrecciavano corone di fiori da indossare quella sera e confezionavano gli abiti che gli elfi musicisti avrebbero indossato da lì a qualche ora.
Fata Saffo, invece, seduta in un angolo appartato, componeva una lirica dedicata all'estate, che avrebbe letto la sera, all'introduzione della festa.
La Primavera era appena trascorsa con il fermento della rinascita, ed ora che era giunta l'estate e gli animali riuscivano a nutrirsi e a dormire anche all'aperto, erano tutti più felici, e si preparavano per il concerto in allegria.
Conoscevano ormai la musica che Antonio Vivaldi aveva dedicato a tutte le stagioni. Avevano già avuto modo di ascoltarla, ed erano rimasti tutti affascinati.
Per quella sera, tutti quanti attendevano un po' di frescura, il sole di quel meriggio era molto caldo e loro si erano sdraiati a terra, all'ombra degli alberi, per sopportare meglio il caldo afoso. Volevano essere in forma per la serata e trascorsero le ultime ore del giorno a lisciarsi chi il pelo, chi le piume. Le femmine avevano preparato collane di bacche rosse per adornarsi il collo e corone di spighe dorate per il capo.
Il palco era stato predisposto sotto la grande quercia che con le sue fronde avrebbe dato un po' di fresco ai musicisti i quali in quel momento erano intenti a lucidare i Violini, gli archi e il clavicembalo.
Nel tardo pomeriggio, le fate portarono agli elfi gli abiti di un color rosso arancio, con i cappelli che erano stati intrecciati con fili di paglia color oro.
Fata Saffo come sempre si era vestita di bianco, con le ali verdi a strisce d'oro e attendeva la serata con emozione per declamare i versi che aveva appena composto, dedicati all'estate.
Le ombre della sera si allungavano sempre di più ed il pubblico iniziò ad arrivare, tutti gli animali disciplinati e senza far rumore presero posto. In prima fila si erano messi come sempre quelli di piccola taglia, in modo da poter ascoltare con attenzione la musica.
Poi quando tutto fu pronto, Elfo Diretto salì sul palco ed annunciò il programma della serata.
“Cari amici ed amiche”- disse – Come di consueto la serata inizierà con Fata Saffo che leggerà i versi composti per questa stagione. Poi proseguiremo con la musica che vi prego di ascoltare in silenzio e con attenzione”
Lo spettacolo ebbe inizio ed entrò emozionata Fata Saffo con in mano il testo della poesia. La fata aveva adornato i suoi capelli con una corona di spighe dorate e papaveri rossi che la rendevano ancora più misteriosa e attraente e le davano un'aria di creatura divina. Prese posto ed iniziò a leggere con voce fremente.
Estate
Riposa il gregge e
dorme anche il pastore,
fedele il cane si è sdraiato
accanto.
Cinguettano gli uccelli
soffia il vento, ed
improvviso giunge il
temporale.
Un lampo squarcia il cielo
e si ode il tuono.
Fuggon farfalle, rospi,
elfi e fate, si piega il
grano al soffio di tempesta...
Ma poi, in un attimo
ritorna subito il sereno.
Questa è l'estate, la
stagione d'oro, che
dona pane, fiori e molti
frutti per nutrire della
terra le creature, per
rendere felici, belli e
brutti.
Quando finì di leggere quei versi tra gli spettatori si udì un lungo mormorio di compiacimento e di ammirazione.
Giunsero ad uno ad uno i musicisti che presero posto con in mano i loro strumenti, e poi fu silenzio, non si sentì più alcun rumore.
Elfo Diretto iniziò a dirigere il concerto. Le note vibrarono nell'aria con l'avvento della tempesta estiva che spaventa il pastore. Gli archi fremevano: era come se la tempesta stesse per scoppiare veramente. Gli animali conoscevano bene quei rumori perché essendo sempre avvolti dalla natura, distinguevano il rumore del tuono che ora la musica simulava. La luce dei lampi li meravigliava per la loro rapidità e quando scoppiava il temporale entravano nelle tane oppure si mettevano al riparo dove la tempesta non li avrebbe potuti colpire. Sapevano per istinto, come rifugiarsi e quali erano i moti che avrebbero portato la pioggia, il sole, il vento.
Infatti, intuivano che un temporale si stava avvicinando ma sapevano che sarebbe stato dopo il concerto, così rimasero tranquilli ad ascoltare quella musica che trasmetteva loro grandi emozioni.
Il concerto terminò e gli spettatori si fermarono qualche minuto per commentare la dolcezza e la forza della musica e intanto, Elfo Diretto si stava preparando per i saluti al pubblico che subito dopo iniziò ad avviarsi a piccoli gruppi. Quando improvvisamente il cielo si coprì di nubi nere e la tempesta che si era annunciata giunse in tutta la sua forza.
La pioggia iniziò a cadere impietosa e i lampi squarciarono il cielo, mentre i tuoni penetravano in tutto il bosco con un rumore assordante.
Il piccolo fiume quasi asciutto, in breve si colmò d'acqua che correva impetuosa. Una famiglia di caprioli che lo stava attraversando per tornare a casa, venne travolta e mentre i componenti più adulti riuscirono a passare indenni, i più piccoli non fecero in tempo e vennero trascinati dall'acqua. Tutti gli animali che udirono il grido d'aiuto delle bestioline corsero in quella direzione.
I cani che come si sa sono degli ottimi nuotatori si tuffarono per afferrarli e portarli in salvo ma la corrente trascinava anche loro. Allora gli animali di tutti le specie scesero dentro il letto del fiume, dove si allargava e tenendosi stretti uno all'altro fecero una barriera e bloccarono i due piccoli che spaventati a morte tremavano come foglie al vento.
Poi li spinsero a riva e finalmente le bestioline furono in salvo. Tutti ringraziarono i cani e poi anche gli altri animali che avevano contribuito a salvare i giovani caprioli che ora erano stretti alla famiglia mentre i cani si erano sdraiati a terra per prendere fiato.
Poco dopo poco il temporale cessò ed il cielo ricomparve trapuntato di stelle mentre una grande luna brillava illuminando le cime degli alberi. Era una serata così bella e nessuno aveva voglia di andare a dormire. I gatti, poi erano più svegli che mai e saltavano rincorrendo le lucciole. Le rane erano uscite dagli stagni e gracidavano facendo una specie di coro.
Fu allora che Elfo Diretto prese il violino e iniziò a suonare un assolo colmo di passione e tutti gli animali lo incitarono e ringraziarono per la musica inaspettata.
Era l'alba quando gli animali si decisero di avviarsi verso le loro case. I gatti invece, che amano girovagare nelle notti di luna piena per guardare le stelle, se ne stavano a coppie sui tronchi degli alberi ad osservare tutto quello che succedeva attorno a loro.
Fu una notte indimenticabile per tutti gli abitanti del bosco fatato. La musica aveva nutrito le loro anime e la poesia aveva arricchito i loro cuori e tutti si sentivano più buoni e più ricchi di dolci emozioni.
Così si salutarono dandosi appuntamento per il concerto d'autunno, come in tutte le stagioni, era un appuntamento a cui nessuno avrebbe voluto mancare, un momento d'incontro che univa tutti gli animali delle diverse specie, che lì si sentivano accomunati dagli stessi valori e creature della stessa natura.