Il primo appuntamento... Cominciavo a preoccuparmi, ero turbato, la sottile membrana della placenta non era più resistente, dovevo uscire da quel luogo che mi aveva protetto fino alla costituzione fisica e psichica! Quello che accade fuori, avviene anche dentro, principalmente. L’ ansia, la stessa che prova il pulcino allo schiudersi della crosta dell’ uovo, m’ invadeva. Cominciavo a tremare, sudavo freddo a ogni piccolo rumore di frantumazione, la crosta dell’ uovo si era lesionata… La mia protezione dal sociale cominciava a dare segni di cedimento. Uno squarcio nel lembo della membrana era in sostanza visibile a occhio, una piccola luce penetrava nel nido, e in sequenza, lievi scosse di rottura della parete del guscio dell’ uovo facevano vibrare il mio cuore dalla paura. Stavo rannicchiato nel corpo a pugni chiusi, quasi a voler sfidare gli eventi che madre natura aveva precostituito ancora prima che l’ uomo venisse al mondo. Ero solo un piccolo pulcino … Sapevo che di li a poco la crosta dell’ uovo avrebbe ceduto, mi preparavo con rabbia ad abbandonare il luogo del concepimento, il lago delle meraviglie, il paradiso, e con questi anche l’ onnipotenza dell’ essere costituito che vivevo nella fantasia. Insomma, vivevo in uno stato paradisiaco tra onde di liquido amniotico e sensazioni di gioia e benessere molto particolari; Poi, accadde l’ inevitabile, due grosse mani mi afferrarono per le piccole e esile spalle contro ogni mia volontà,un terremoto in paradiso... Mi trascinarono fuori dalla caverna buia, ma sicura, feci ogni sforzo per non uscire, cercavo di aggrapparmi a qualsiasi cosa, muovevo i piedini velocemente per immergermi con forza nel primo mare, ma non ci fu niente da fare, la mia opposizione fu di breve tempo. Il primo messaggio che mandai alla vita appena emerso fuori dalle acque, fu un acuto grido di dolore e sconforto, questo, uscì dalla mia gola con rabbia primitiva. Fui immediatamente avvolto in delle lenzuola e asciugato dalle acque del mare di dentro, la vista era offuscata, ma l’ udito eccellente, riuscivo ad ascoltare suoni e parole che non comprendevo. Piano, lentamente il battito del cuore decelerò,non è che l’ angoscia scomparve ma cominciavo a respirare in altro modo, e le mani di colei che mi custodì nel suo ventre per nove mesi che mi accarezzavano mi davano conforto e sicurezza; fui accostato subito a due colline piene di latte, cominciai a morderle e a succhiarle, il latte era tiepido, come la vita che appena si era presentata. Ero nato! La ruota del tempo veloce avanza...
Che mi succede,
il cuore esplode come una stella gonfia,
è saturo di combustibile...
Scoppia tra mille atomi di luce.
E’ una stella che finisce,
no, mai;
E’ una stella che si espande,
è ricco d’ amore
grazie a Dio.
Alza polvere di vento.
La scoperta!
I primi battiti veloci,
le capriole del cuore,
i digiuni per l’ abbuffata,
i tremori per gli incontri,
la tremarella nella gambe.
Il primo bacio.
Il gusto del rossetto,
il sapore della saliva,
l’ evaporare dell’ amore,
la spinta della passione.
La conquista divina,
la scoperta del paradiso.
L’ infinito dentro il prato della bocca.
Lo stringersi in un solo corpo.
Il germogliare del fiore.
E’ così che nacque amore.
Come un’ aquila rapace.
Alice, meravigliata.
Cappuccetto disincantato.
Geppetto che da un legno estrae Pinocchio.
Beatrice e Dante
nel silenzio di una chiesa
con gli sguardi innamorati. |
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