Bevvi un bicchiere di oro bianco mentre la fiamma del dire bruciava pensieri e parole, tutto scorreva come i fiumi che dall’ alta montagna si tuffano nel mare, fortunatamente, qualcun pensiero fu fermato da un tronco d’ albero caduto da chi sa quale foresta, questo, emerse come un sub dal mare, dal profondo oceano dell’ inconscio percorrendo la strada razionale velocemente dribblando i suoi simili, i tediosi e quelli noiosi. Non fu difficile per il pensiero respirare l’ aria del giorno fuori dalle acque stagnanti del pozzo buio, s’ illuminò osservando il cerchio del sole, riscaldò il suo corpo avvolgendolo in una coperta pregiata di lana merino (o merinos) una lana molto pregiata. Riscaldatosi, evaporò nella logica del mettersi insieme, articolò la struttura nel razional compreso. Lottò per questo, sfidando le onde del mare interiore, come un naufrago riuscì a mala pena a raggiungere la riva del presentarsi per dire:
" Prego la sorgente della vita che si manifesta con la stella gialla, scruto il piccolo per comprendere il grande, cerco di abbattere l’ orizzonte, anche se questo rassicura, come il fumo del fuoco, voglio essere nuvola, pioggia; Essere disegno, matita, colore sulla tela bianca, inchiostro, macchia, orma, traccia.
Raccolto tra cielo e terra, congiungo i palmi in una sola e unica mano immaginando tante altre che si congiungono al tutto per conforto spirituale del momento. Punto la stessa come un’ antenna strumento di presa verso il cielo, verso l’ infinito che non comprendo; Lascio che i pensieri scivolano via dalla ragione, dimentico me nel mondo apparente. Tra porte d’ ingresso nel cielo stellato cerco la strada per giungere e unirmi allo spirito di tutte le cose. Prego per altri e per me stesso, per ogni disperazione umana; essenza per la comprensione di cosa realmente siamo. Tra vele di nuvole spinte dalle brezze del vento assaporo il mare del cielo. Sento differentemente, ascolto il nuovo che ora sono, afferro l’ infinita creazione di ogni cosa dentro particelle immateriali; Questo, mi rende nulla conducendomi nel Prima, tra l’ odore d’ incenso e spiritualità madre che raramente si manifesta. Coprimi Divino dei suoni e dei rumori dell’ amore; Vestimi di parole antiche nate prima del tempo, bisbigliami piano la preghiera del ti amo. Sgrana la corona dell’ amore nella cattedrale del mio cuore.
Prego per questi momenti che nulla invidiano l’ eterno; Sempre accesa resta l’ ardua fiamma nella mia casa, custodisco con cura quello che di sacro provo in questi tempi bui, dove la luce poco illumina la notte. Insieme, unito, cera e fiamma divento sull’ altare della vita.
Detto ciò, il pensiero si ritrasse nel nulla, parlò solo per il tratto che va dal fiume al mare… Breve fu il tempo del suo respiro! Le acque del non conosciuto, lo ingoiarono… Sparì di colpo tra le onde gialle dei raggi del sole, raggiunse il nulla, sua patria.
Tra le folate del vento del golfo,
dentro l’acqua salina
che esala dalle arrabbiate onde,
mi sciolgo come il sale al sole.
Apro il pugno stretto,
lascio il filo ...
Apro la porta necessaria ...
Mi lascio trasportare,
andare,
percorrere, salire.
Ascendo al cielo come un aquilone. |
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