Avevo tutto quello che una donna potesse desiderare: un marito bravo e buono, un figlio stupendo, una casetta con tutte le comodità e un lavoro che mi lasciava anche il tempo per me! Si poteva chiedere di più dalla vita? No! Eppure...
Un giorno che stavo andando al lavoro con la mia macchina ebbi un piccolo scontro con una Mercedes nera nuovissima, di ultimo modello! Scese dalla macchina una specie di Robert Redford, che con un sorrisetto ironico mi disse: "Non ha visto che il semaforo era già cambiato?" Al che risposi: "Se l’ avessi visto non sarei qui a perdere il tempo con lei!"
Insomma, per farla breve, per non metterci a discutere in mezza strada già che si stava formando una bella fila di macchine, rimanemmo d’ accordo che ci saremmo visti in un bar lì vicino e avremmo discusso con calma riguardo al danno, che grazie a Dio, non era un gran che, ma che per una macchina nuova fiammante come quella, non passava inosservato. Così ci scambiammo i numeri telefonici per vederci nel pomeriggio.
Appena arrivai a casa, le raccontai dell’ accaduto a mio marito, che mi abbracciò comprensivo, dicendomi che quelle cose potevano succedere a chiunque, che non mi preoccupassi. Arrivò l’ ora del appuntamento al bar con “ Robert Redford” ed io mi cambiai e mi misi un vestito che mettevo in rare occasioni, diciamo qualcosa di molto attraente, mi truccai leggermente, (cosa che non facevo quasi mai) e mi misi delle scarpe col tacco alto....Ma perché, mi chiedevo io stessa, mi ero messa tutta in ghingheri? Cosa me ne importava di quel tale?
Per fortuna mio marito era al lavoro, se m’ avesse vista si sarebbe insospettito sicuramente, non c’ era nessun motivo perchè io mi facessi più “ bella”, cosa mi aveva preso? Ma quante storie! Mi ripetevo, mentre andavo all’ appuntamento....è solo una questione di femminilità, noi donne siamo fatte così!
Ma una vocina in fondo in fondo mi domandava: "Sei sicura?" Scacciai quel pensiero noioso, e arrivai al bar, lui era già là che mi aspettava... Al vedermi, s’ illuminò in viso e si alzò in fretta per ritirarmi la sedia e farmi sedere...
Mi domandò cosa volessi bere, io dissi che mi bastava un’ acqua minerale e lui si prese un caffè. Sembravamo imbarazzati tutti e due, né io né lui avevamo voglia di parlare dello scontro, e dopo vari tentativi finalmente io domandai quanto avrei dovuto pagargli per il danno fatto alla sua macchina. Lui si schiarì la voce, e disse che quando arrivò a casa, guardando con attenzione, pensò che dopo tutto, il danno era minimo, e che non valeva la pena di parlarne.
Io allora, lo ringraziai per la sua gentilezza, ma che avrebbe potuto telefonarmi per cancellare l’ appuntamento, visto che non era più necessario parlarne . La sua risposta mi lasciò senza fiato, e per un momento il cuore mi balzò in petto: “ Volevo rivederti”... Io tirai fuori le forze non so come per dire che ci eravamo visti qualche minuto, che mi sembrava esagerata quella risposta, e che comunque io ero felicemente sposata e avevo un figlio. Lui immediatamente si scusò dicendomi che per lui era stata una cosa inaspettata, e che aveva sentito fortemente il desiderio di rivedermi, che per favore non lo lasciassi solo, che voleva stare ancora un po’ con me.
Cosa avrebbe fatto una donna normale con la testa a posto? Alzarsi e andare via immediatamente, invece no! Stupida e cretina che ero! Non lo volevo riconoscere, ma sentivo anch’ io una forte attrazione per Alessandro, (così si chiamava), con quei suoi modi irresistibili da attore del cinema, e una simpatia che mi faceva impazzire! E fu così che incominciò una storia, si, una storia che non avrei mai e poi mai creduto di poter incominciare.
Ci vedevamo ogni giorno quando uscivo dal lavoro, e fu inevitabile incominciare a mentire a casa mia, dovevo inventare una scusa diversa ogni volta, e tanto mio figlio come mio marito si lamentavano che non trovavano i panni lavati e stirati, la cena era diventata solamente a base di surgelati, la casa era trascurata, e il guaio era che non me ne importava niente, mi ero presa proprio una bella cotta per il bel "attore” e non sapevo come uscire da questa situazione.
Un giorno volli fare una sorpresa ad Alessandro. Chiesi un permesso al lavoro, e pensando alla faccia che lui avrebbe fatto vedendomi, guidai impaziente verso casa sua.
Arrivai davanti al suo appartamento, e aprii la porta senza far rumore. Appena dentro udii la risatina di una donna provenire dalla camera da letto, mi avvicinai piano piano, perché ancora non ero convinta di quello che avevo sentito, e notai che la porta era semi aperta. Mi bastò un’ occhiata per capire perfettamente quello che stava succedendo, così, mi girai e me ne andai di corsa da quel luogo, piangendo disperata. Si piangevo, ma non per Alessandro, ma per mio marito, per mio figlio, per l’ errore gigantesco che avevo commesso e mi avviai verso casa mia.
Non vedevo l’ ora di abbracciarli a tutti e due!