Auriel era uno spirito angelico dai riccioli crespi ed irsuti come il suo animo indomito e ribelle. Amava ritirarsi in solitudine a riflettere ma al contempo non disdegnava la compagnia della sua Famiglia di Luce. La sua Mamma d’Anima, un Angelo dall’indole apprensiva e protettiva, come una chioccia con i suoi pulcini, le aveva tirato fuori doti innate di comprensione ed ascolto mentre sua Sorella che, sotto certi aspetti pareva sua gemella, le aveva risvegliato il coraggio e la forza di volontà.
Ma il rapporto che Auriel aveva con suo fratello Gabriel era qualcosa di indescrivibile. Quello che pensava uno, veniva intuito prima ancora che le parole si facessero strada sulle labbra dell’altro. Auriel amava sedersi accanto a lui a contemplare il Grande Fuoco alimentato da tutti gli Esseri di Luce che tornavano dalla loro esperienza terrena e che emanava il profumo delle emozioni purificate dalle impurità dell’ego.
Gabriel era solito raccogliere tanti pezzettini di legno e nel metterli in fila come la tastiera di un pianoforte, rendeva omaggio con la sua musica a quegli Spiriti che si stavano preparando ad una nuova missione. Auriel era semplice ed ingenua, amava la libertà e la sincerità ed il suo cuore era trasparente come la rugiada. Un giorno spinta dalla curiosità si affacciò da una nuvola per osservare più da vicino un’umana dalla quale era stata particolarmente colpita. Siccome era ancora troppo distante si avvicinò ulteriormente e sollevando il velo che separa il mondo dello spirito da quello fisico, la vide in tutto il suo splendore!
Era cosi bella, aveva un amore dentro che si rifletteva in ogni gesto, in ogni parola, in ogni pensiero. Notò però che davanti a determinate circostanze l’umana aveva paura, era insicura ed indecisa. Voleva aiutarla ma non sapeva come. Come in tutte le occasioni sapeva che Gabriel avrebbe avuto la risposta e così corse tra le sue braccia e in gran segreto gli rivelò di aver infranto le regole e di essersi avvicinata al mondo degli umani tanto da essersi presa a cuore la causa di una giovane donna in difficoltà.
Gabriel da bravo compositore sapeva che, come il musicista cerca l’espressione musicale, così la musica nell’universo anela ad essere espressa, quindi prendendo il viso di Auriel tra le mani e guardandola negli occhi, vi lesse il canto di Gioia che anela a trovare espressione nell’Amore. La strinse a sé in un dolcissimo abbraccio e le disse: "C'é un modo con il quale potresti aiutarla, ma per farlo ci dovremo lasciare e tu ti dimenticherai di me. Dovrai incarnarti in lei cercando di equilibrare i cuori di cui disporrai. Sì perche ne avrai due ed entrambe vorranno prevalere.
Starà a te farli coesistere pacificamente trovando di volta in volta la via." "Ma Gabriel, non puoi venire con me?” chiese lei con gli occhi pieni di lacrime. "Verrò sorellina ma mi incarnerò anch'io in un umano da aiutare e la mia missione, come la tua, sarà quella di farlo progredire verso la Via del Padre.” "Gabriel, promettimi che mi verrai a cercare." "Te lo prometto, Gioia mia, ma non potrò obbligarti a stare con me. Tu potresti, come me, esserti fatta una vita e non desiderare più la mia compagnia." Auriel prese allora la mano del Fratello, se la mise sul cuore e disse "Oh no, Gabriel non succederà, qualsiasi cosa accada, non ti dimenticherò."
Passarono gli anni ed Auriel aveva il suo gran daffare a cercare di bilanciare la Consapevolezza insita in lei con le insicurezze dell’umana. Un giorno mentre stava frettolosamente rincasando, si rese conto d’aver perso il portafoglio.
Panico! E adesso? - Verrò sicuramente rimproverata per la mia distrazione e mi si accuserà d’essere la solita scriteriata, sarà meglio che mi prepari a sorbirmi una paternale con i fiocchi. - Mentre questi pensieri si rincorrevano affannosamente nella sua mente, il telefono squillò. - Ecco! - pensò lei, - questo sarà sicuramente mio padre che vorrà sapere che fine ho fatto. – “Pronti!” rispose, mascherando un certo nervosismo.
Dall'altro capo le rispose una voce estranea ma al contempo famigliare: “Buongiorno, credo di essere in possesso di qualcosa che le appartiene.” - Sant'uomo! - pensò lei, - non sa da che cosa mi ha appena salvata! – “Meno male che ci sono ancora persone oneste come lei a questo mondo”, disse, “non può immaginare da che impiccio mi ha sollevata.
Se per lei va bene, ci possiamo vedere al bar del Sole all’angolo di Via Arcangelis così le offrirò un caffè per ringraziarla della cortesia.” Non le piaceva farsi aspettare e soprattutto farsi trovare in disordine, così si preparo ed arrivò con leggero anticipo al luogo dell’incontro.
Mentre aspettava, come al solito la sua mente galoppava, ringraziando tra l’altro quello sconosciuto dall’averle risparmiato l’ennesima umiliazione che l’avrebbe costretta ad ammettere la sua incorreggibile sbadataggine. D'un tratto fu assalita da un presentimento che la fece sussultare "Calmati!" pensò "il peggio é passato".
Stava giocherellando nervosamente con un fazzoletto nel vano tentativo di distrarsi, quando inevitabilmente le sue dita maldestre ed affannate lo fecero cadere a terra. Nell’affrettarsi a raccoglierlo sentì che una mano si stava posando delicatamente sulla sua compiendo contemporaneamente lo stesso gesto. Alzò lo sguardo ed in quegli occhi profondi ed immensi quanto l’universo, lo riconobbe. Era lui, era Gabriel, non aveva dubbi.
Anche lui l’aveva riconosciuta tant’é che tra loro si instaurò subito un dialogo fluente e disinvolto come se si conoscessero da sempre... Ed in effetti le cose stavano proprio così. Era come se uno spillo fosse stato smarrito in un pagliaio e, come per magia, tra un milione di pagliuzze fosse stato ritrovato. Entrambe sapevano che le loro missioni non erano concluse e che ciò per cui avevano chiesto di incarnarsi non era stato portato a termine.
Come erano soliti fare in cielo si misero la mano destra sul cuore e telepaticamente Auriel gli comunicò un messaggio inequivocabile: “Due angeli sotto lo stesso tetto non servono quanto due angeli sotto tetti differenti.” Erano sul punto di congedarsi, eludendo a qualsiasi riferimento sulle loro vite personali, quando si ricordarono il motivo per cui si erano dati appuntamento.
Ma alla fine il contesto che per l’umana si era rivelato essere la causa della felicità per il ritrovamento del prezioso oggetto ed aver così evitato una situazione imbarazzante quanto fastidiosa, per Auriel fu la sofferta conseguenza di una scelta dettata da due cuori che non avevano mai smesso di duellare e che l’avevano portata a perdere per sempre una ricchezza dal valore inestimabile.