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Fame d’amore. Seconda parte

Amore

Quando la morte ci passa da vicino, il suo soffio gelido trapassa il cuore e tutto quello che si guarda, dopo diventa quasi senza colore. La vita in bianco e nero è vissuta a metà. Si spengono le luci e tutto passa oltre lasciando l’ indifferenza. Le conseguenze, il disorientamento, il biglietto lasciato, le parole scritte parlavano chiaro e Laura non si può permettere di distrarsi; il compito è gravoso e tre ragazzi sono una grossa responsabilità.
Il loro dolore era immenso e perdere il loro punto di riferimento un atroce destino. Il padre assente immerso sempre nel suo mondo di eterno farfallone. Donne sempre nuove di ogni nazionalità e giunto fino ai confini della Russia quasi in Siberia, un’ algida giovane aveva occupato il posto dell’ esotica ragazza.
I ragazzi si organizzano e la vita continua sempre in ogni caso anche contro il proprio volere. Laura fa quello che può e la sua mente non ha più un pensiero, il vuoto lasciato ha cancellato il resto.
Ognuno di noi è convinto di essere l’ artefice del proprio destino, invece c’è una linea sottile che si diverte a giocare con gli animi e i sentimenti delle persone. Riesce ad allontanare e riavvicinare uomini e donne lontane nel tempo. Momenti dimenticati, ma non dall’ attore che conduce il gioco. Fili invisibili portano nei luoghi predestinati per nuovi incontri.
Per essere sempre in tema, il luogo scelto è il Cimitero. Il raccoglimento è d’ obbligo e Laura era andata a dare l’ ultimo saluto a un lontano parente, uno zio della madre, e mentre era raccolta in preghiera, recitava un Eterno riposo all’ amica più che allo zio, quasi sconosciuto. Circondata da un po’ di gente e dal proprio silenzio, a un certo punto si sente toccare. Una piccola stretta al braccio. Laura si distoglie da quel torpore, quasi un sobbalzo, davanti a lei un uomo, un viso conosciuto, occhi magici, vivi come quelli di un tempo e l’ emozione, vola sopra le nuvole.
L’ uomo non era altro che Paolo il suo colpo di fulmine. Gli anni ne erano succeduti, tante stagioni e giorni avevano lasciato il segno, il conto si era fermato a trentasei. Riconosciuto subito, uguale e diverso, non aveva più i capelli ed entrambi si sono subito isolati come se fossero soli in mezzo alla gente. Non contava più nulla, solo loro e il doversi parlare, raccontare e stare insieme.

Paolo e Laura.

Ogni momento della giornata, lo passavano insieme e quando non potevano, la chat di WhatsApp era indispensabile; ogni loro incontro, un’ emozione infinita e piena di parole, di luoghi, di cielo e di tramonti.
SI SVEGLIAVANO insieme all’ alba quando il canto degli uccellini orchestrava la migliore melodia e loro non avevano dormito la notte.
Parole senza fine, uno sgorgare cristallino come l’ acqua di un ruscello e per ogni istante, essi scoprivano lati in comune; gli stessi film, gli stessi autori, le stesse poesie e lo stesso cibo: mangiare insieme un evento speciale, quasi un rito.
Paolo cucinava, preparava la tavola, sceglieva il vino per ogni pietanza e il bicchiere adeguato, una realtà superiore all’ immaginazione.
Laura toccava il cielo con un dito, innamorata persa; tutte le sue difese erano cadute; ogni regola fino allora concepita si era frantumata come un bicchiere di cristallo e il suono magico del fragore incantava le stelle del cielo. Tutto era musica, anche il disagio di lasciarsi per qualche giorno.
Essi uscivano la notte, quando tutti dormivano e camminavano nel silenzio dei vicoli; le viuzze portavano sempre al centro della città come il loro amore al centro dell’ universo.
Si amavano, ma non se lo dicevano; lui le ripeteva spesso che era innamorato della sua mente, con lei stava bene. Il tempo passava velocemente e fermare quegli attimi per viverli fino all’ ultimo giorno della loro vita.
Dormono insieme, nello stesso letto, ma come fratelli e questa situazione a Laura non piace; non l’ ha accettata e vuole quell’ amore; tutta la vita l’ ha aspettato e lui la rispetta e torna da Sabina per consumare il sesso e quando tutto è finito, vuole parlare con lei.
Brutta situazione e com’è sempre l’ indole femminile, prima di parlare vuole comprendere bene e fare domande mirate.
Paolo svicola, fa finta di non capire fino a quando un giorno si trova davanti a un fumante cappuccino e alla scelta: quella delle proprie responsabilità. Fare insieme la prima colazione è un po’ aprirsi, volere la verità, il bene di entrambi. Laura gli chiede se era interessata a lei. Lui di risposta le dice che ha bisogno di lei come dell’ aria che respira. La sua vita è vuota e non ha possibilità.
La sua esistenza è cambiata da quando l’ ha ritrovata, il suo matrimonio è un disastro, ma non può troncare, la suocera ha bisogno di lui.
Certo risponde Laura.
Al mondo siamo tutti utili e nessuno è indispensabile.

Il figlio ha bisogno di lui.

Ormai è grande, lavora, ha la sua autonomia e può cavarsela bene da solo.

Paolo insiste, egli è convinto che il ragazzo non possa camminare con le sue gambe.
Poi c’è Sabina e prova affetto per lei.
Dopo quella chiacchierata è andato via dicendo che lei aveva promesso di aiutarlo e ora si sta tirando indietro.
Lui ha bisogno del suo affetto e della sua presenza del suo cervello. Le loro menti sono in comunione e non concepisce più nessun giorno senza di lei.
Laura comprende fino in fondo il disagio, ma neppure per un attimo l’ uomo si è preoccupato per lei, quella situazione la fa stare male.
La cosa assurda, dopo quel chiarimento, è che Paolo va in vacanza nelle Dolomiti con Sabina e appena arriva manda un messaggio a Laura con le immagini del luogo e la frase: ” Mi manchi”.
Laura non risponde. Pensa. La sua situazione ha preso una piega che non le piace. Vuole quell’ uomo, quel sogno, il suo di ragazza e di donna matura. Appunto ora che è adulta non ha bisogno di mezze misure, vuole amare e farlo alla luce del sole senza legami strani fatti di fili appiccicosi che trasudano egoismo.
Anche il lavoro ne risente. I suoi ragazzi hanno captato qualcosa e vogliono sapere. Laura non ha maschere; è sempre se stessa e gli alunni lo sanno e per questo le vogliono bene e si fidano di lei.
Lei con tono mesto risponde che è innamorata, ma lui non la vuole. E tutta la classe in coro:

“ Nooooo, non è possibile... bastardo.”

La scolaresca non ha peli sulla lingua e neppure le mezze misure ma Laura invita tutti a stare calmi; sicuramente non è l’ uomo per lei ed è la cosa giusta: lasciarlo andare.
Le lezioni vanno avanti; tutti i giorni le stesse cose; la chat che manda piccoli suoni, notifiche di Paolo e lui neppure una telefonata. Parlare è troppo impegnativo. Preferisce sempre scrivere.
Lei non guarda il cellulare, lui insiste e i suoni si susseguono; note sinistre da chiudere e archiviare per sempre.
Laura è abituata alla solitudine, non le ha mai fatto paura; solo in questo momento, dopo il tempo trascorso con Paolo e aver diviso atti di vita con lui. Aver assaporato istanti diversi e pieni di gioia. E quella mancanza le aveva lasciato l’ amaro in bocca.
Così, al solito bar, si riempie di cose dolci per lenire quel brutto sapore e ordina un bel cappuccino caldissimo per scaldare il gelo che ha dentro.
Assorta nei suoi pensieri, isolata dal mondo, si sente sfiorare con un dolce e leggero tocco. Paolo è lì davanti a lei. La guarda con quegli occhi così profondi e neri che non lasciano scampo.
Un timido sorriso e si siede, ordina la sua colazione e inizia prendendole la mano, carezzandola lievemente come fosse un tesoro. Sussurra dicendole che non può stare senza di lei, gli mancano le sue parole, i suoi silenzi e anche la sua trasparenza. Ha bisogno dei suoi consigli della sua presenza vicina e anche lontana, del suo profumo e soprattutto della sua mente.
Una comunione di cervelli. Non aveva mai vissuto un’ esperienza simile. Laura scuote la testa e gli dici le sue parole. Il suo pensiero.
"Non voglio un uomo diviso a metà e tantomeno con due donne anche se tua moglie non è nulla per te. Sabina non la conosco e non è giusto neppure per lei; se resta con te, vuol dire che ci tiene alla tua presenza. "
"Io cerco un uomo che sia al mio fianco sempre, che divida il mio letto e la mia vita. Condividere le vacanze. Passeggiare nei boschi e sui sentieri per dare calcio ai ciottoli, piccole cose ma importanti che una coppia affiatata deve vivere; oppure lungo il mare e correre sulla spiaggia per poi finire sotto un albero a parlare e fare l’ amore fino allo sfinimento."
"Chiedo troppo? Non credo; pretendo solo quello che è giusto. E se tu non comprendi questo, vuol dire che non tieni a me, e non ci rimane che dividerci."
Paolo era sbiancato in volto, desiderava Laura, non la voleva perdere. Non accettava quelle parole, giuste è vero, ma lei doveva capirlo. La sua situazione era anomala, ma pretendeva il suo consenso, la sua collaborazione, amicizia e complicità e solo il tempo sarebbe stato dalla sua parte. Allora come non correre ai piccoli espedienti: chiedere tempo.
"Hai ragione Laura dammi un mese e metto tutto a posto e nel frattempo chiedo anche il prepensionamento se riesco e mi rendo libero."
Laura annuisce, si aggrappa anche all’ ultima speranza: quella di poter sognare ancora un mese.
Paolo andava e veniva da Firenze; un percorso lungo, ma anche veloce. S’ incontravano spesso e passavano giornate meravigliose: mostre d’ arte e musei e davanti a ogni quadro o opera d’ arte, l’ emozione di entrambi di provare le stesse sensazioni.
Il punto oscuro: la sera. Entrambi si coricavano insieme, ma il desiderio di Paolo era di parlare. Lei gli faceva presente la situazione e lui rispondeva così:
"Perché vuoi rovinare questo rapporto; siamo in piena fusione”? “ Vedi vorrei parlare tutta la notte con te, non dormire mai, ma tenerti la mano, sfiorarti il viso, carezzarti le guance dolcemente, ma è il tuo cervello quello che mi attrae e solo così sento una pace indescrivibile."
Trascorso il mese, tutta resta immobile, anzi un cambiamento c’è stato. La madre di Paolo, ospite in una "residenza protetta", è stata trasferita in altra località poiché il denaro che percepiva la signora non era sufficiente a pagare la retta. Il suo trasferimento in un luogo per anziani, vicino a Firenze.
Nel frattempo le notifiche sul cellulare risuonavano sempre più sinistre.



Annamaria Gennaioli 14/05/2018 14:21 762

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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