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Immagina di avere un bel giardino, pieno di fiori e alberi da frutto. Sei convinta di avere il pollice verde e infatti il tuo giardino per tanti anni cresce rigoglioso e sano, un vero orgoglio per te e per coloro che lo guardano. È così bello che molti te lo invidiano, anche perché hai la disponibilità economica per curarlo e renderlo sempre più ricco e bello. Poi, un giorno, ti accorgi che la piantina a cui ti dedicavi da maggior tempo si è ammalata. Provi inizialmente a curarla con il tuo l’ amore e i medicinali un po’ improvvisati che hai sentito poter essere utili. Ma la piantina non guarisce, il suo male si aggrava, occorrono medicinali ben più potenti ed efficaci del tuo amore e dei rimedi tradizionali. Ti affidi ad esperti, che non si rivelano all’ altezza, tanto che più di una volta perdi la speranza di salvarla. Ti ricordi come era bella, sana, promettente e non sai spiegarti cosa sia successo, come tu abbia fatto a non capire immediatamente che si stava ammalando. Odi la tua presunzione... altro che pollice verde! E in questi lunghi anni di tormento, nei momenti più neri, di sconforto, accarezzi con amore e gratitudine la piantina più piccola, quella che è cresciuta quasi da sé, senza molte cure, trascurata a volte, quando l’ attenzione doveva essere rivolta alla pianta malata. A lei ti rivolgi, sulle sue fragili fronde piangi, la innaffi col tuo dolore e le chiedi persino di rassicurarti che starà sempre bene, che non si lascerà mai contagiare dalla pianta malata, sorella da amare, da aiutare, da compatire, ma non da imitare. Tutto questo le chiedi, e non ti accorgi del tuo egoismo. Ma lei ti ama troppo per negarsi a te ogni volta che se ne presenta la necessità. Passa il tempo, intere stagioni, finché la pianta malata finalmente si avvia a guarigione. Hai trovato i rimedi giusti, l’ hai persino affidata ad esperti severi, ma competenti, che te l’ hanno restituita ormai del tutto guarita. il giardino si ricompone, torna a splendere rigoglioso, tu riacquisti fiducia nel tuo pollice verde, ogni cosa sembra tornare alla normalità, alla serena convinzione che ormai nulla potrà accadere di più brutto rispetto a quel lungo calvario... È un periodo tranquillo, guardi il tuo giardino con una cauta felicità, basterà curarlo con attenzione perché resti sempre bello, promettente, rigoglioso. La piantina più piccola è cresciuta anch’ essa nel frattempo, sta progettando il suo futuro, in cui crede fermamente: produrrà bei frutti, per la tua gioia, sa che non chiedi altro che la salute e la felicità del giardino. Un giorno le tue piante, ormai abbastanza cresciute, divenute più forti, potranno fare a meno delle tue cure quotidiane, potrai guardarle da lontano, con discrezione, dare loro il tuo aiuto se lo chiederanno, ma sempre nel rispetto della loro autonomia. Quel temporale proprio non te lo aspettavi, ammettilo. Un temporale in piena estate, violento e rovinoso, che ha danneggiato una sola pianta, quella che sembrava la più forte, quella a cui ti eri appoggiata tante volte, che non lo meritava, che non ti aveva mai dato motivo di temere per lei. E ora aspetti col cuore a pezzi, sospeso sul baratro dell’ angoscia, che ti dicano cosa le succederà, se si riprenderà, se la malattia potrà essere curata o addirittura che la sua malattia non c’è, che si è trattato di un falso allarme, di un eccesso di prudenza da parte dei giardinieri esperti che hai consultato. Intanto i giorni, le settimane, i mesi passano e si portano via una gran parte della tua voglia di vivere, gran parte delle speranze su un futuro di tranquilla, serena vecchiaia. Tu non hai occhi che per quella pianta, tutto il resto del giardino, che continua a fiorire, a dare frutti e profumi, per te è come un paesaggio sfumato, una foto in bianco e nero.
L’ obiettivo si è fermato su un unico soggetto, i tuoi occhi ora sanno guardare soltanto quello.
Ma forse, un giorno, chi lo sa? potrai tornare a sorridere e magari anche a gioire. Chi può saoerlo? Se esiste qualcuno o qualcosa al di sopra di noi, e tu vuoi crederci con tutta te stessa, forse ti aiuterà ancora una volta. Non lo chiedi per te, ma per la tua piantina, solo per lei.
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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Silvana Poccioni ha pubblicato in:
Festa delle Donne 2010 Autori Vari Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia