Era semplicemente deliziosa, con il viso acqua e sapone e quell’aria che sapeva di fresco e di pulito. Passava tutte le mattine dal fruttivendolo, comprava una porzione di frutta per pranzo e poi volava via sulla sua bicicletta. Nel pedalare, il vestito si sollevava scoprendo le sue belle gambe e lasciando intravedere le mutandine di pizzo. Fabio, il commesso del negozio restava incantato da quella visione e ogni giorno che passava ne era sempre più coinvolto. Gli altri che lavoravano con lui lo prendevano in giro, infastidito borbottava e poi ritornava alle sue mansioni. Ma sapeva benissimo che non sarebbe riuscito a togliersela dalla testa per tutto il giorno e che avrebbe aspettato con ansia di rivederla al ritorno, quando percorreva la stessa strada per rincasare.
Poi un giorno la ragazza sparì per un po’ di tempo e Fabio, non incrociandola più, stava impazzendo, capì così che si era preso proprio una bella cotta. Dopo alcuni giorni, similmente come era scomparsa, riapparve in una calda mattina di Luglio.
Fabio aveva appena aperto il negozio e se la trovò davanti, era bella da morire, i capelli ricci e neri le scendevano sulle spalle scoperte, gli occhi raggianti di chi ama la vita, la bocca piccola e ben disegnata a forma di cuore, che sembrava dire: baciami!
Fabio stava sistemando la verdura, quel giorno faceva molto caldo ed era a dorso nudo. Il suo fisico da palestrato faceva gola a molte donne sue clienti, giovani e meno giovani. Aveva un corpo scolpito, da somigliare ai Bronzi di Riace, spalle larghe, torace perfetto, un sorriso disarmante e due occhi neri e profondi, proprio un tipico uomo mediterraneo.
Il suo cuore fece una capriola nel vederla e dopo un attimo di esitazione esclamò: ”Guarda… guarda chi si rivede, la fata dagli occhi verdi.” Lei sorrise felice che lui avesse notato la sua assenza, era innamorata di quel bel ragazzo, tuttavia aveva sempre cercato di nasconderlo per paura di un suo rifiuto. La pervase un forte calore nelle parti intime, facendola rabbrividire. Le succedeva ogni volta che lo incontrava, era terribilmente attratta da quel corpo virile che emanava seduzione da ogni parte. Lei ordinò la solita frutta poi risalì in bici, ma distratta non vide il gatto nero che attraversava la strada e per evitarlo all’ ultimo minuto, cadde rovinosamente a terra, spargendo mele dappertutto.
Fabio che l’ aveva seguita con lo sguardo, accorse immediatamente in suo aiuto, lei impacciata e dolorante disse: ”Ci mancava solo questo, adesso si che arriverò in ritardo. ”Lui le chiese se stesse bene, notando un rivolo di sangue che fuoriusciva dalle ginocchia sbucciate, lei rispose:” E’ solo un graffio…” Ma lui insistette affinché disinfettasse la ferita, così l’accompagnò nel retrobottega. Prese la cassetta del pronto soccorso e con delicatezza cominciò a ripulire l’escoriazione.
Però sfiorando le sue gambe, sentì il membro che aumentava indurendosi, aveva una voglia matta di lei, di baciarla in ogni angolo di pelle, di stringere quel seno che gli era così vicino. Il suo profumo lo faceva ammattire di desiderio. A quel punto con la voce che divenne roca per l’eccitazione, le chiese se le stesse facendo male, per tutta risposta Maria Luce gli prese la mano e la guidò più su, fra le sue cosce, Fabio sorpreso sfiorò la pelle liscia come seta, poi lei lo indirizzò verso le sue labbra carnose e gonfie per l’eccitazione, lui toccò un piacevole umido che le stava colando giù, infilò le sue dita dentro, senza penetrarla e l’accarezzò. Lei inarcò la schiena donandosi completamente, Fabio continuò con movimenti sempre più veloci fino a quando lei urlò di piacere. Uno sguardo li trattenne uniti per un lunghissimo istante, allora lui si avvicinò alla sua bocca mordicchiando le sue labbra per poi incunearsi con la lingua. I sapori si intrecciarono, le lingue si intrecciarono, non era solo un bacio era qualcosa di magico, era un appartenersi completamente. Purtroppo qualcuno interruppe quel meraviglioso momento, era la signora Elena che passava tutte le mattine proprio a quell’ora, Il ragazzo rispose con un: ”Arrivo, un attimo…!” Cercando di ricomporsi, come fece anche Maria Luce ma la loro espressione non ingannò la donna che li guardò con sospetto, ma ebbe il buon senso di non dire nulla. Maria Luce salutò frettolosamente mentre un tenue rossore le comparve sul viso, era stupita di se stessa pensando a come le era venuto in mente di comportarsi come una spudorata, adesso chissà cosa pensava di lei. Quindi inforcò la sua bici e si allontanò rapidamente.
Fabio per tutto il giorno ebbe la testa fra le nuvole, il pensiero di lei non lo abbandonò nemmeno un istante, la sua pelle vellutata, il suo corpo fresco e profumato, la sua bocca calda e dolce, erano impressi nei suoi occhi, illanguidendo lo sguardo.
Finalmente arrivò la sera, e lui aspettò con ansia che passasse, quando la vide in fondo alla via tirò un sospiro di sollievo:” Eccola, finalmente…” Pensò, ma gli arrivò una doccia fredda in quanto lei gli rivolse appena un rapido saluto e tirò innanzi per la sua strada. Fabio non sapeva cosa pensare, si domandava il perché di quel cambiamento improvviso. Possibile che si fosse immaginato ogni cosa? Deluso e soprattutto confuso decise di seguirla, doveva parlarle, chiarire. La raggiunse nel momento in cui stava per entrare nel portone di casa, la chiamò: ”Maria Luce…” Lei meravigliata che l’avesse raggiunta gli chiese in modo da sembrare il più naturale possibile: ”Si Fabio, cosa c’è?”
Lui ancora più disarmato dalla sua fredda risposta si fece coraggio chiedendo: ”Ho fatto o detto qualcosa che ti ha infastidito? Se è così ti chiedo scusa…”
Inaspettatamente lei lo tirò a sé, zittendolo con un bacio caldo e appassionato. Maria Luce lo sentiva duro ed eccitato ma dopo averlo toccato facendo crescere la sua bramosia di possederla, lo allontanò, lasciandolo ancora più scombussolato.
Fabio si chiedeva il motivo per cui si comportasse in quel modo, lo portava al massimo e poi lo lasciava fremente e quasi sofferente, o era matta o voleva solo giocare. Intanto la ragazza farfugliò: ”Scusa!” e salì velocemente su per le scale.
Saliva, mentre il cuore pareva volerle uscire fuori dal petto, per le forti emozioni provate, la passione che nutriva per quell’ uomo era qualcosa di sconvolgente, una cosa mai provata prima. Lei aveva avuto solo una storia importante, che si era fermata a qualche debole approccio fisico ed ora era giunto Fabio, un vulcano di sensazioni e di fuoco. Aveva paura che lui la considerasse una bambina e di non essere alla sua altezza, per questo preferiva fuggire.
Nei giorni seguenti lo evitò, anche se per lei diventava sempre più difficile, la voglia di rivederlo faceva quasi male fisicamente. Dal canto suo Fabio pur non comprendendo ciò che stava accadendo era convinto che anche lei provasse qualcosa di forte ed era più di una semplice attrazione, un uomo certe cose le percepisce.
Così decise di affrontarla, una sera l’aspettò sotto casa, dopo un po’ la vide arrivare come sempre in sella alla sua bici. Il vento scompigliava i suoi ricci e il vestito si incollava alle sue forme sensuali. Il seno ben fatto e turgido si lasciava intravedere dalla scollatura mentre un capezzolo ribelle usciva maliziosamente allo scoperto. Fabio se la mangiava con lo sguardo, quella donna l’aveva stregato rubandogli il sonno e la pace. Maria Luce vedendolo tentò di mascherare l’ emozione anche se per lei, essendo un libro aperto, diventava molto complicato non fare trapelare il suo stato d’ animo.
Fabio le si parò davanti:” Dobbiamo parlare…” Disse senza esitazione puntandole gli occhi, lei si sentì persa, risucchiata da quel vortice di sentimenti e sesso. Annegava d’ amore in quello sguardo magnetico e intrigante, ciononostante rispose: ”E di cosa? Non abbiamo nulla di cui discutere.”
Fabio continuò dicendo:” Sei sicura?...” Maria non riuscì più a trattenersi e gli mise le braccia al collo, stringendolo forte.
Fabio disse: ”Vieni…“ Lei lo seguì senza rispondere, salirono sulla sua moto e così avvinghiati partirono. Il posto non era molto lontano dal centro abitato ma possedeva un fascino particolare, una piccola baita da cui si vedeva il lago, la grande distesa d’ acqua si estendeva placidamente fra abeti e pini. L’ aria dolce aggiungeva al tutto un’ amabile atmosfera.
Maria Luce sapeva che questa volta non avrebbe potuto sfuggirgli, si sarebbe data a lui, all’ uomo che le aveva rubato non solo il cuore ma anche l’anima. Fabio si adoperò per accendere il camino perché anche se l’autunno era appena iniziato, faceva un po’ freddo. Si accoccolarono sul tappeto, di fronte al fuoco scoppiettante lei provò a parlare:”Fabio io… non ho mai…” Lui sussurrò: ”Tranquilla…” I loro visi erano vicinissimi, Fabio iniziò a baciarla dolcemente sugli occhi, sulle gote, poi indugiò sui lobi delle orecchie. Lei sentiva il fiato caldo che scivolava come una carezza, poi la sua bocca si fermò sulle sue labbra dischiuse, fu un bacio tenerissimo e languido che sciolse tutte le inibizioni. Lui iniziò a spogliarla, studiando i gesti, le sue mani si muovevano delicatamente quasi a voler cogliere il frutto senza fretta per assaporarlo e gustarne ogni attimo. Il respiro di lei si fece più frequente e corto, il desiderio era incontrollabile, a quel punto, Fabio si soffermò con una lentezza quasi crudele, su ogni centimetro di pelle fino a giungere a sentire il suo odore intimo, un misto agrodolce, la sua bocca s’insinuò nelle pieghe più nascoste, aprendo la vulva che pulsava di voglia, strinse le labbra per succhiare il suo piacere. Maria Luce era persa fra le sue braccia, il suo corpo rispondeva senza controllo, aprendosi sempre più. Quando lui si accorse che era pronta vi si appoggiò sopra e spingendo prima piano e poi più forte sprofondò inesorabilmente dentro di lei.
Maria Luce emise un leggero grido, provava piacere e dolore da quella verga che sferzava ogni colpo più profondamente, sconvolgendola. L’intensità della goduria aumentò sempre più fino ad esplodere in un orgasmo intenso e incredibile, un vero terremoto emotivo. Era stordita da quella nuova fantastica novità, restarono ancora così avvolti, Fabio continuò a restare dentro di lei, inchiodandola con piccole spinte fino a che sentì un’ altra volta indurire il suo membro, era nuovamente pronto per ripossederla, questa volta dosando i colpi, desiderava che durasse più a lungo possibile, iniziò ad entrare ed uscire, e ad ogni affondo stringeva i glutei, avvicinandoli di più al suo corpo, affinché aderissero meglio.
Poi mentre il suo pene la forzava, le mise un dito nello sfintere, a questo punto lei trasalì, sentendo quel corpo estraneo dentro di lei, ma nonostante fosse turbata provava un piacere diverso ma ancor più coinvolgente, inoltre l’orifizio si allargava sempre più facilitando la penetrazione.
La stava prendendo davanti e dietro ed era una sensazione gradevolissima. Poi Fabio arrivato al culmine della godimento, si svuotò fino all’ ultima goccia dentro la sua fessura bollente.
Ora che avevano raggiunto l’estasi più completa, i loro corpi fremevano, sussultando.
Erano sfiniti ma sfigurati di felicità, Maria Luce non aveva conosciuto solo l’amore ma la vera passione, trascinante e irresistibile. Appagata si voltò verso Fabio e gli disse con tenerezza: ”Ora lo so, sei tu l’amore…”.