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Quando s'incominciò a non morire più

Fantasy

Si moriva da sempre, a cominciare dal primo uomo e dalla prima donna, Adamo ed Eva, scacciati da Dio dall'Eden per avere mangiato il frutto proibito, e condannati da quel severo Creatore al lavoro e, soprattutto, alla morte.

La maledizione divina colpì parecchie generazioni successive, ma poi Dio cominciò a dimenticarsi di quel castigo da lui inflitto: pur restando immortale, iniziò a perdere tante forze e a soffrire un po' di Alzheimer, e non si intromise più nelle sorti della sua creazione, nel mondo.

La gente però continuava a morire, non più per volontà divina, come s'è detto, ma perché veniva chiamata dai morti precedenti, quasi sempre dai familiari, dagli amici o dalle donne e dagli uomini amati: essi si annoiavano a stare soli o a fare quattro chiacchiere con anime appartenenti a persone che sulla terra, per loro, erano state dei perfetti sconosciuti.

L'egoismo che, se guardiamo le cose fino in fondo, regge tutti i rapporti sulla terra la faceva da padrone anche Lassù, si era impossessato di quelle anime, che si dicevano: "Se è morto il mio corpo, perché altri corpi laggiù devono vivere ancora, perché non si devono trasformare anch'essi al più presto in anime leggerissime come la mia? "

Questa situazione durava da svariate migliaia di anni ormai, ma pian piano quei morti si accorsero che stava nascendo un non semplice problema: le anime, per quanto leggerissime, pesavano comunque una ventina di grammi, ed occupavano sempre di più quello spazio paradisiaco che, seppur vastissimo, non era infinito. "Basta! ", cominciò a dire qualcuna. "Dobbiamo porre un freno a quest'immigrazione perpetua! Siamo già troppe, e se continueremo ad essere ancora così permissive questo nostro Paradiso si trasformerà in un inferno! Non invogliamo più i vivi a venire qui da noi, non chiamiamoli più! " Quell'opinione, dapprima minoritaria, col tempo si affermò, fu condivisa da tutte le anime del Paradiso, e sulla terra s'incominciò a non morire più.

All'inizio, l'umanità rimasta quaggiù fu molto contenta, ma ora la situazione sta diventando insostenibile, con tutti quei corpi che, se non si moltiplicano come voleva la Bibbia, comunque si addizionano, e anelerebbero, a un certo punto della vita, di raggiungere il Parasiso, come avevano fatto tutti i loro progenitori. Essendo ciò ora impossibile, tante persone stanno cercando di creare una sorta di paradiso artificiale, stanno tentando di colonizzare i pianeti più vicini alla Terra (Venere, Marte...) , per godere di spazi ampli e nuovi; ma sanno benissimo che l'artificiale paradiso dei corpi non potrà mai sostituire quello etereo e ineffabile delle anime!



Antonio Terracciano 27/08/2017 12:23 1 1086

Creative Commons LicenseQuesto racconto è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l'attribuzione all'autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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«Per carità, caro Antonio, non sia mai una cosa del genere! Ricordiamoci della simparica poesia "La Livella" di Totò, tutti dobbiamo arrivare a quel punto di... non ritorno...»
franca merighi 42

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