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Gli ultimi 5 iscritti: Vladislav Prazko - ac autore - Valeria Viva - GiuseppeGiannotti - Marta Paolantonio
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Questa è un racconto erotico: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerlo.
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Non avrei mai pensato che dopo una cena con un primo a metà, tagliata e rucola e una bottiglia di vino, mi sarei ritrovato nel suo letto a fare l’ amore. Era fascinosa, semplice, non appariscente, anonima, una donna dolcemente emozionata. Vederla sorridere e ridere fu la cosa più bella accaduta in questo 2016. Faceva freddo e minacciava pioggia. Abitava un po’ fuori città, non me la sentivo di lasciarla andare sola, la seguii con la macchina, per galanteria e per quel mio difetto di essere premuroso. Non avevo alcun secondo fine, anche se ogni tanto il tarlo pestifero dava segni di risveglio. Aveva il piede pesante, la strada era libera e non c’ erano pericoli, aumentai i giri del motore. Ghignavo come un demonio mentre con gli abbaglianti l’ accecavo, mi mostrò tronfia il terzo dito. Una pioggia leggera ci accolse, attesi che entrasse nel portone, ma con un cenno mi fece capire di seguirla. In quel momento lo stomaco si chiuse, il respiro si fece veloce, le mani un po’ sudate. Titubanza. Entrati nell’ androne, ci fermammo, l’atmosfera, complice forse il vino, una voglia sopita prendeva vita. Lo spiraglio di luce dalle vetrate illuminava per metà. Le presi il polso, si volse, sorrise. Mi spinse contro il muro. Occhi negli occhi. Passai la mano sul collo, fra i capelli, sfiorandole il viso. “ Che buon profumo”. La baciai piano. Rispose ed il turbinio delle nostre lingue divenne un gorgo. Si fece largo fra i bottoni della camicia, slacciandomi la cintura, aveva un tocco deciso, ma leggero. Rimase sorpresa dalla mia erezione a stento contenuta dai boxer, mi sussurrò mordendomi l’orecchio: " Accidenti" Ridemmo. Le palpai i seni, giocando con l’ombelico. Bloccò il respiro quando scesi adagio nelle sue mutandine. Un gemito unisono. I baci divennero più lunghi e profondi, mani inarrestabili, sensi sciolti, desideri in fiamme. Cominciò a masturbarmi, non aveva paura ed il suo corpo vibrava come una corda di arpa. L’energia scorreva come un fiume in piena. Fra una folata di vento e gocce d’acqua sul lucernario. " Ti voglio " mi disse. Entrammo in casa, candele sparse. I cuori battevano come persiane sotto libeccio. Quasi nudi e totalmente eccitati, slacciai il reggiseno. Ormai arresa, ma non domata, la distesi sul letto. Sfiorai i capezzoli, mordicchiandoli con le labbra. Unghie sulla schiena, un piacere. Giù sul monte di venere. Fra gemiti e sospiri, delicatamente si aprì come il fiore al primo raggio di sole. Due anime legate, ma non in trappola, schiave della passione. Persi nei giri delle lancette, nelle gocce di pioggia, nei respiri veloci di orgasmi senza fine.
Caffè nell’ aria... Ho chiuso gli occhi un momento e mi è tornato alla mente il profumo, quell’attimo, quell’istante di magia, quel brivido di follia, il chiarore di candela, la tua bocca, i seni, la voce fioca. La voglia riprende vita, come brace torna viva, arde e scalda, mentre dita leggere scivolano dentro di te...
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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