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Si era in Marzo e S. Benedetto in quel piccolo paesetto d'Istria ancora italiana andava festeggiato come d'uso da tanti anni. Fervevano i preparativi per la processione che si sarebbe svolta il giorno ventuno di quel mese. La festa religiosa avrebbe sottolineato la nascita della Primavera. I cuori dei paesani erano colmi di un pio desiderio nella ritrovata letizia di vita assieme all'aperto .Lungamente l'Inverno li aveva costretti ad un isolamento dentro case dove le stufe divoravano in continuazione la legna.
Il paese si perdeva fra le campagne di zolle rubre appena arata .Un sole delicato si specchiava nei vetri che ad uno ad uno lentamente si schiudevano al canto garrulo delle prime rondini. Nel cielo non s'erano presentate nuvole e quindi la festa si annunciava serena. Cone d'uso annoso ogni finestra ed ogni portone sarebbero stati coperti da un telo bianco cosa che avrebbe reso il passaggio religioso più intimista e partecipato. Alle quindici del pomeriggio, davanti al sagrato della chiesetta dove i rintocchi d'una piccola campana ricordavano quel raduno, il giovane parroco stava in attesa stringendo fra le mani la base di un grande crocifisso. Egli lo avrebbe sostenuto alto durante tutto il corteo .Infine la fila avrebbe raggiunto nuovamente il Sacro Edificio, ricollocando in essa il Cristo unitamente ad una funzione religiosa in onore di S, Benedetto.
Si stavano accodando i chierichetti e più dietro i paesani che sommessamente raggiungevano il luogo di incontro .Seguiva la banda di paese, modesta ma tanto onorata di accompagnare le preghiere ed i canti di quella gente così semplice e devota. Le note degli orchestrali iniziarono ad uscire libere dagli strumenti assieme alle voci di coloro che cantavano felici d'essere ancora là a festeggiar un 'altro anno il santo Benedetto .Con sussiego e passi lenti, giovani donne, bambini e vecchi formavano un nastro lungo di persone intente a pregare per l'anima di tutti, Generosi, con l'auspicio di ognuno di allontanare disgrazie e patimenti. Un leggero vento soffiando portava lontano i loro canti che si perdevano nelle campagne macchiate qua e là da qualche nuvola che improvvisamente s'era presentata a quell'ora . La processione attraversò le viuzze di paese, i teli bianchi appesi, rendevano le stradine quasi dei corridoi strani, tutti uguali, Nessuno s'era fermato davanti ai portoni così coperti, non si notavano teste affacciate alle finestre. Ogni anima di paese, era là presente, in compagnia .
Seguivano il pievano che fieramente esibiva il grande crocifisso dove il volto del Signore dall'alto, sembrava approvare e benedire ciò che i suoi fedeli stavano facendo .D'improvviso però ci fù un cambiamento. Il vento gradevole si arrabbiò, alitando folate che sollevarono in un turbine foglie carte ed ogni cosa stesse lì per terra. Nuvole da bianche si vestirono di grigio scuro galoppando sopra quel paesetto, ingoiandosi il sole come un orco affamato. Saldi i fedeli guidati dal sacerdote continuarono a camminare e a cantare volgendo ogni tanto lo sguardo in alto confusi e intimiditi Affrettarono il passo mentre la banda suonava senza mutamenti, ma l'acqua che iniziò a riversarsi da quel cielo traditore fu così tanta ed improvvisa che oramai già molto inzuppati si videro costretti a sparpagliarsi .Purtoppo ogni portone era ben coperto dal telo bianco che oramai intriso d'acqua aderiva al legno, impedendo alle persone di ripararsi. Il prete sempre con il crocifisso in alto continuava il suo percorso, stoicamente pregando, ma quando s'accorse del silenzio intorno si voltò indietro scoprendo d'esser rimasto solo sotto quel diluvio .Inzuppato fino alle ossa lo girò verso di se e guardando in faccia il volto del Cristo scolpito nel legno lucido esclamò< Mio Signore, non adontarti, ma tu l'hai mandata questa pioggia, vuol dire che te la prenderai tutta,> Depostolo a terra in mezzo alla stradina, corse via cercando riparo, mentre fra tuoni e lampi, l'acqua copiosa colpiva insistente quel Santo volto che sembrava piangere lacrime d'abbandono. |
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«Il ricordo di bambina di una mia amica ora quasi centenaria.» |
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Forte del suo credo, quel prete non ebbe torto... (Antonio Terracciano)
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