LUI
Quando le nostre ombre presero vita, rubando agli angeli quel tempo che la vita stessa non avrebbe mai concesso...
Ho aspettato tanto… Sentire il tuo fiato addosso… Trovai quella foto in mezzo a mille, scivolata via dal mazzo come in un gioco di magia ben riuscito. La fissai a lungo, in silenzio… Tic tac tic tac tic
E il tempo si fermò. Nel mio sguardo, nei pensieri impazziti come una sequenza di fotogrammi, un film dimenticato, un nostalgico bianco e nero sbiadito. La strinsi talmente forte tra le dita, come a desiderare di toccare davvero quell’ immagine, e ormai reale, stringerla forte a me. L’ avevo dimenticata! Come era stato possibile dimenticare di respirare per tutti questi anni? Poche parole allora, tanti infiniti baci riempivano le vene. Vivevamo semplicemente di noi, dei nostri silenzi, delle nostre pause per riprendere fiato, degli umori che impregnavano l’ aria circostante, desiderio crescente, voglie insoddisfatte reclamavano vendetta e sanguinosa vittoria! Trovai quella foto in mezzo a mille volti inutili, quando decisi un giorno, di riaprire la scatola dei ricordi…
Fin dall’ inizio mi ero accorto fosse arrivato il momento di concepire la reale idea di te, fin da quando ho cominciato a sentire il vuoto dato dalla mancanza delle tue parole.
Sospeso come un missile terra- aria senza preciso obbiettivo, rischio strage! Sospeso tra un presente del quale non farò mai cenno e quel futuro improbabile, impossibile, verso il quale viaggio inesorabilmente, rischio impatto devastante! No, non mi fermerò. Non te lo so spiegare…
LEI
Vorrei mancarti, non rispondere! Farti provare lo statod'animo dell'involuzione primordiale… ma poi cedo, anzi non combatto neanche sono qui e non me ne vergogno. Sono qui a torturare un pianoforte dal suono spento da tempo ormai, eppure deliziose note sollevavano d’ incanto l’ armonia dei tuoi versi, come ragni curiosi le dita stuzzicavano melodie nascoste nell’ attimo, un istante venuto alla luce diviene eterno nell’ attesa di essere tua musica…
Fin dall'inizio mi ero accorta fosse arrivato il momentodi concepire la reale idea di te. Fin da quando ho cominciato a sentire il vuoto dato dalla mancanza delle tue parole, come musica mai concepita.
A volte poi ti guardi indietro in attesa di giudizio, percorso inverso per fare un passo avanti. Fomentare ricordi insostituibili rendendo tangibili sentimenti sospesi, conviverci come fossero quotidiano inferno. Mi guardo indietro cercando di comprendere punti di vista diversi… perché quel pianto, perché quel sorriso quel silenzio, la rabbia delusioni. Addii senza rese apparenti. Mi guardo indietro attraversando i confini, oltrepassando i bordi della foto del tempo in cerca di qualcosa sfuggita all'inquadratura, quel particolare talvolta inventato che possa essere di conforto per guardare avanti. Lo sguardo adesso batteva sul passato, una chiamata al cuore…
Che strano aspetto ho, lo specchietto retrovisore mi odia! Ho capito, non dovrei farlo, ma è più forte di me! Sento che non devo rinunciarci, non posso. I sensi di colpa? E allora? Dovrei rinunciare a tutto questo? Ho i brividi lungo tutta la schiena, mi sudano le mani e continuo a guardarmi allo specchio cercando di piacermi. Sono inguardabile! Ma no dai, una sistematina ai capelli, senza rossetto? Meglio, troppo studiata. Le mani? E’ inutile, continuano a sudare… salviettine profumate. Adesso odoro di camomilla! Uffi! Tranquilla, è lui che deve preoccuparsi. Speriamo non troppo, non vorrei si pentisse nel vedermi. Gli piacerò ancora? Dopo tutti questi anni. Oh Dio! Sono quasi arrivata… e adesso? Accosto un attimo. Respirone! Prova specchietto… bella in forma
LUI
Era tutto come allora, solo più impolverato, come il suo cuore! Un caffè, ho bisogno di un caffè. Un quadretto familiare mi distrae… Possibile che mi trovi sempre io in queste strane situazioni! La figlia adolescente, la madre mi parla con complicità… Perché mai dovrei capirla? Sono passati ben cinque minuti, il tempo, che fregatura! Arrivo arrivo… L’ attesa in questi momenti è come essere un’ unghia mangiata con pazienza e pignoleria! L’ ultima sigaretta… fa niente due gomme in bocca e via. Tanto, chi lo trova il coraggio!
L’ INCONTRO
Sorprendimi
parla tu
io non esisto
adesso tremo soltanto
Non distogliere lo sguardo
te ne prego
le mie sicurezze
vacillerebbero
Mano nella mano
contando le dita
ci ritroviamo!
Lei ferma l’ auto di traverso e aspetta. Lui la guarda e sorride… Nessun pensiero nel raggio di venti metri!
LUI Ciao… LEI Ciao! Dove andiamo? LUI Dritto… credo! Sì, poi la prima a sinistra. LEI Stai bene! LUI Sei bellissima.
LEI
La tenerezza nel tuo sguardo l'euforia sulle mie labbrala pazienza nelle tue mani... La poesia mi accompagnava fresca e sorridente, calamita per i tuoi baci affamati. L'elettricità nell'aria, la bolla a racchiudere sete... Finalmente eri un morbido cuscino sul quale adagiare le mie labbra e cadere in un lungo sonno e mentre sembrava di sentire sottili petali profumati schiudersi, il dubbio svanì...
LUI
Ora che ti guardo, viso disteso, sul cuscino della solitudine e dell'attesa. Certamente non lo rimpiango... Sempre perfetto, federa stirata e profumata, ogni giorno un fiore diverso affinché non perdessi l'abitudine, di annusarne il tuo ritorno come una preghiera. Perché potesse assumere, nel tempo, sembianza e consistenza di morbido petalo da accarezzare come fosse seta. Ho aspettato tanto... di vederti sbocciare fra le lenzuola! E adesso, sono sul fermo immagine!
Occhi negli occhi, io mare tu cielo…
Eravamo distanti, ma quando si dice basta o si pronuncia un addio, a volte non è come sembra, spesso rinnegare racchiude semplicemente:
“ Ho bisogno di te, di sentirmi importante… Non un tiepido soffio confortante, ma un fuoco per l’ inverno più freddo e legna da ardere ogni giorno. Esco io a prenderla, affrontare i lupi.”