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White night

Biografie e Diari

Il sonno aveva lasciato definitavamente questo corpo come il grasso sul fisico di un anoressico...
sono un coglione, non dovrei ironizzare su una condizione psicologica cosi grave, però sul momento, mi girano troppo le palle per non pensare a cattiverie.

Motivo? Mi hanno usato come un fazzoletto di carta.
Avevo già annusato qualcosa ed avevo tirato i remi in barca, ma arrivati alla resa dei conti, non è servito a un granchè. Son stati giorni pesanti e non del tutto chiari.
Durante una cena a base di pizza fredda, venne fuori il patratac.
Che soddisfazione vedere il tavolo da pranzo urtare il lampadario, con i bicchieri che si sbriciolavano sul muro, i piatti volare come coriandoli. Fu appagante vedere la rabbia esplodere sull’ arredamento, mentre la mia futura ex, mi supplicava di stare calmo.

Ero furibondo, ma non la toccai, mi faceva ribrezzo.

Fu meno simpatico sentire il pugno a tradimento del suo attuale amante sulla faccia, con quel sapore ferroso di sangue, che dopo una settimana mi venne a cercare per chiedere spiegazioni, lo presi a ridere, esortandolo a girare alla larga o rischiavo di perdere nuovamente la pazienza. Mì colpì di sorpresa, ricordo il suo anello d’ oro spaccarmi il labbro, il dolore sordo, quella strana sensazione di stordimento mista al gesto vile; le mie mani sul suo collo, il cuore che galoppava, nei suoi occhi il terrore, attimi concitati e denti rotti.
Mi resta molta rabbia da gestire, ricordi che vorrei strappare dalla mia mente.
Ho fissato il soffitto cosi a lungo che potrei contare le crepe ad occhi chiusi, il gatto se la sta dormedo di gran carriera, senza curarsi di nulla, beato lui. La città riposa, anche se qualcuno sveglio ci sarà.
Qualche puttana o travestito sul viale, diversi ubriachi e o madri in veglia sul bambino, altri bischeri che come me, passa la notte insonne a rimuginare su un passato che torna inesorabile a bussare alla porta.
Inutile stare in casa, tanto ormai chi dorme più?

Faceva abbastanza freddo, ma piacevole.

L’ aria pulita, anche se alle volte dal porto arrivano miasmi di nafta e gasolio.
Dopo quattro mesi di calura, avevo bisogno di refrigerio, ma tenevo ben riposta nello zaino una sciarpa per la mia debole cervicale.

Per la strada solo io, semafori lampeggianti, un paio di tossici, il chiarore delle tv da qualche finestra, una sirena in lontanza, qualcuno sta pure scopando in auto, beati loro.

Abbassai il finestrino per far prendere aria ai pensieri, mi accesi una Camel e mentre il cd di musica girava nel lettore, mi cantai tutta la canzone steccando come un usignolo fioco.

Stava cadendo la guazza, le macchine di notte sembrano tutte uguali.
L’ alba oggi è in ritardo, son passate da poco le cinque ed a giudicare da quello che promette il cielo, pioverà, poco male. Mi chiuderò in casa, musica in sottofondo, Pony Pizza o due fili di pasta. Comodo a gustarmi la quiete, senza troppe rotture di palle.
Ora ho bisogno di calma, di serenità, devo ritrovare la pazienza e dormire.
Due giorni fa, la mia ex, mi mandò un trillo, non risposi, seguì un messaggio, lessi solo poche parole: "Scusa, mi dispiace" e qualche altra puttanata.
Vuole avere la coscienza a posto, avere il perdono? Ghiaccerà l’ inferno prima che lo riceva.
Potrei scusarla, in fin dei conti non sapeva che cazzo volesse, ma con i sentimenti non ci si scherza.

Son cose serie e bisogna avere le idee chiare, altrimenti meglio collezionare francobolli o lattine vuote di birra, non si gioca con il cuore altrui, ci vorrebbe meno freddezza e più coraggio, più volontà e meno scuse.

Presi la via del mare per vedere se la marea saliva, il meteo aveva dato venti di rinforzo e mari molto mossi, sarei uscito con la tavola, se le onde fossero state ottimali.

Imboccai il viale Italia verso Antignano.
Ogni tanto incrociavo una macchina, ma ero solo con i miei pensieri e molti dubbi, accostai vicino al Maverick, in lontananza il Castel Boccale con le luci del Romito.
Eccezionale.
Mi agganciai il giubbotto, chiusi gli occhi un solo istante....mi sentivo rinato.
" La verità, caro Bio, è che non gli fregava un cazzo di te. Abbiamo perso entrambi: tempo, fiato e soldi. Era meglio se alla prima, le davo un calcio nel sedere, mi sarei risparmiato un labbro rotto, notti in bianco, lo stomaco dolente ed il cuore a brandelli, ma con il senno di poi...”.
Detti una schicchera alla sigaretta ormai spenta, fottendomene della civiltà, rimontai in auto con un altro spirito, più leggero, le lucine del quadro davano conforto, dovevo mettere benzina.

Passerà, fa male, ma passerà.

L’ alba mi dette il buongiorno appena dopo Montenero, una pioggia leggera cominciò a cadere, il cielo era cambiato e l’ autunno stava arrivando, finalmente.


Matteo Bio Matteucci 24/09/2016 04:35 849

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Il primo racconto pubblicato:
 
Scatole & ricordi (09/09/2014)

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