Sei affamato d’amore come un bambino capriccioso e insaziabile, che vorrebbe vedere l’intero Universo ruotare intorno ai suoi desideri più sfrenati.
Prima giochi con la soavità dell’abbandono al piacere, poi, senza motivo, cancelli, distruggi ogni cosa e metti il broncio, chiudendoti nel silenzio più assoluto.
Provochi, aggredisci, ferisci, vuoi vedere fino a che punto puoi tirare la corda della pazienza di chi ti ama, perché devi sempre essere tu, il più forte.
Vuoi dimostrare di essere in grado di sopravvivere senza amore, come l’anoressico senza cibo.
Intanto il tuo cuore appassisce, il tuo ingegno inaridisce… anche la tua penna, tra poco, diventerà muta, per mancanza di linfa.
Ti stai lasciando morire.
Pregherei il tuo Dio, se ne fossi capace, invocando la sua protezione, invece posso soltanto implorarti di interrompere questo assurdo digiuno che ti sta uccidendo.
Il mio latte forse è ormai inacidito dagli anni, perciò capisco che il tuo palato preferisca assaporare la dolcezza del miele fresco di acacia.
So di essere soltanto una vecchia balia, bambino mio, ma non puoi impedirmi di amarti come il primo giorno in cui sentii la tua bocca succhiare con avidità dal mio seno il nettare della vita.