Era una notte d’ agosto. Non si riusciva a dormire per niente, le lenzuola del letto erano umide del mio sudare. Erano circa le tre di notte, mi giravo, mi rigiravo ma niente, il sonno tardava all’ appuntamento come il treno alla stazione. Così decisi di uscire dal caldo asfissiante di casa mia e di andare sul lungomare per prendere una boccata di iodio puro. Il mare di Mergellina o mare di gemme, dista poco da casa. Mi vestii in fretta, maglietta e pantaloncino corto, scappai dall’ inferno delle lenzuola. Me ne andai di corsa da casa, scappando senza nemmeno chiudere la porta, volevo il mare, volevo sentire il suo rumoreggiare di notte, la sua nenia, sentire dentro di me l’ aria frizzantina, e osservare le stelle stando seduto sopra gli scogli. Arrivai al mare in meno di venti minuti. Che bello, non c’ era nessuno, stavo bene insieme agli scogli e al rumore dell’ acqua, che, spinta dal vento, si scagliava forte sulle pietre bianche: " Pietre di marmo o sentinelle di fortezza". Sentinelle in quanto, sorvegliavano l’ acqua che ha sempre ha fame della terra. Piano, attraversai il lungo pontile, e con attenzione, cercando di non cadere, scartai gli scogli meno ospitali che illuminati dalla luna sembravano di ghiaccio. Prima mi sedetti, poi mi distesi come se fossi sopra ad un letto morbido e accogliente. Si stava tranquilli, il rumore del mare mi faceva compagnia, quasi, come se quasi, mi cantasse una ninna nanna per farmi addormentare. I miei occhi restarono aperti e vigili ad osservare l’ immenso cielo colorato reso tale dalla luce delle stelle e dal satellite di panna, quale è, la luna bianca. Pensavo all’ ignoto, all’ esistere, pensavo a cosa siamo, e cosa ci facciamo su questa terra che ci ospita, che gira e rigira attorno al giallo padre sole incessantemente senza mai fermarsi. Ecco, pensavo a questo, quando improvvisamente sentii delle voci. Chi era quell’ ora di notte? mi spaventai, ma poi, improvvisamente vidi due figure che da lontano mi indicavano qualcosa, quasi urlavano. Impaurito, spaventato mi alzai, cercavo di mettere a fuoco le cose, ma era buio fuori e buio dentro per la paura. Non riuscivo a muovermi e nemmeno a pensare, ero pietrificato, sudavo, ero scoglio. Le due figure si stavano avvicinando, un’ angoscia leggera si impadronì del mio cuore. Ma, all’ improvviso, tutto si trasformò in meraviglia: " No, non era possibile." Le due figure indovinate un po’ chi erano? Erano due Sirene, si avvicinarono con passo lento, mi dissero che amavano prendere di notte i raggi della luna sul corpo per lucidare le loro squame, in poche parole, si abbronzavano. Rimasi sbalordito. Una delle Sirena era di colore rosso, aveva capelli lunghissimi che gli toccavano i piedi. L’ altra sirena, la più bella, era di colore verde, aveva occhi azzurri come il mare, viso ovale e capelli corti. Mi dissero di chiamarsi una Partenope e l’ altra Silema e che non dovevo temere nulla da parte loro, erano solo Sirene del mare gemmoso, e che anche loro due, come me, si meravigliavano che le avevo viste nuotare, non era mai accaduto che fossero viste da un essere umano. Poi mi dissero:" Senti Pasqui, noi sappiamo che, chi ci vede è una persona speciale. Una persona speciale che non vede con gli occhi, ma con la fantasia e con gli occhi del cuore, ecco, tu lo sei speciale e questo ci rallegra." Come per magia, poi, improvvisamente sparirono rituffandosi nell’ acqua cristallina. Sparirono dentro un fascio di luce colorato di bianco che rubarono alla luna, ma prima di scomparire nelle profonde acque salate del mare, mi salutarono con mille smorfie cercando di farmi ridere, mi mostarono le code colorate e squamose, con le mani mi mandarono baci e mi raccomandarono di non dir niente sull’ accaduto, altrimenti mi avrebbero rinchiuso in qualche manicomio. Stupito, corsi velocemente a casa, ero frenetico, meravigliato di tale avvenimento, l’ indomani pensavo che avrei raccontato a tutta Napoli questa storia delle Sirene. Ancora incredulo dell’ avvenimento, mi addormentai!
Ma ecco improvvisamente la sveglia suonare:" Drin, Drriiii, Driiiii. " Caspita, erano già le sette! Dovevo andare a lavorare
Pensai che il tutto era stato solo un sogno. Mi chiesi delle due Sirene, del mare, degli scogli color ghiaccio di Mergellina, mentre una voce che non riuscivo a comprendere da che parte provenisse, mi urlava forte nelle orecchie, dicendomi: " Guarda ragazzo che la vera vita è il sogno, l’ altra, quella che voi chiamate reale, non esiste. Ebbi nuovamente paura, scappai via da casa, il lavoro mi attendeva. Quella notte era stata una notte caldissima e strana, le gemme di Mergellina ancora brillavano nei miei occhi. Certamente, riguardo le Sirene ero convinto già prima che sognassi della loro esistenza, sono fermamente convinto ancora tutt’ oggi con sicurezza e certezza ontologica, certezza assoluta radicata nel mio essere che effettivamente le Sirene esistono davvero, e che certamente di notte si distendono sugli scogli bianchi di Mergellina per prendersi i raggi di luna sulle squame del corpo. Quindi, stanno là, sdraiate sugli scogli marmorei per abbronzarsi di bianco colore, distese sotto la palla luminosa fatta di panna e di neve.
Ne sono certo...
Sopra al capo portano una corona.
Sdraiate sugli scogli bianchi al chiaro di luna nelle notti d’ agosto.
Vestite solo da squame.
Lunghi hanno i capelli ramati,
intrecciati tra loro con fili di corallo rosa.
Ricci e stelle marine,
gamberi e triglie, i loro amici.
I piedi loro, due pinne perfette.
Le mani lunghe e affusolate.
Gli occhi lucenti,
colorati d’ azzurro come il mare.
Le bocche, rosse fragole di bosco.
Veloci nuotano nelle chiare acque del golfo.
Da Posillipo ai piedi del Vesuvio,
da Capo Miseno, all’ isola di Capri.
Con poche bracciate,
coprono l’ intero percorso del golfo di Partenope Regina.
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