Il colore giallo del pennello scivola sul castagno, un verde leggero bagna ogni foglia. Il tronco bianco e grigio dell’ albero tiene a bada la furia del vento; Solo i rumori sono senza colori. Il cielo metà celeste lotta con stagnanti nuvole nere, ogni foglia che cade dal castagno riempie di oro antico il terreno. Scorre il tempo come un ruscello in quale mare finisce nessuno lo sa. Un foglio grande di stagno con strisce di piombo stamani copre il mare che,: “ Sbuffa, sputa schiuma bianca, arranca, si distende, si contorce, dilaga e si ritira, si appaga per breve, poi vomita sugli scogli, assale il tufaceo castello, la sentinella è tutta bagnata.

Volano cappelli, insieme a foglie verdi.

Piove …

Il terreno apre la bocca ... esala la polvere come il fumo delle sigarette come gli aliti col freddo, gli ombrelli spuntano dal nulla come fiori si aprono con mille colori. Bevo un nero caffè, bagno la lingua nell’ atavico sapore di sempre, una lucciola di fuoco mi porto nella bocca, fumo una bionda spettinata. Corrono i ragazzi sotto le spade d’ acqua che cadono dal cielo, non hanno steli nelle loro mani, nessun fiore colorato gli copre il capo. Anche il giostraio chiude bottega, bisbiglia qualcosa al cielo, implora qualcosa, forse il bel tempo, poi, copre i destrieri di latta con una coperta di plastica e carta. Nitriscono i bianchi puledri vogliono aspettare i bambini che li montano. Scorre la benedetta acqua sull’ asfalto, lo smog vola via, si bagnano le scarpe, ride il tempo insieme ai mille momenti musicati dal ticchettio frenetico della pioggia, dell’acqua che scende dal cielo coperto di grigio colore, odore di terra respiro.

L’ argento colore copre con la coperta il tempo, mille soli artificiali si accendono sul viso della gente sono i fari delle macchine del nostro tempo; Sputano nero fumo tra lamiere ammassate, un brivido percorre la mia schiena. Per fortuna c’è il vecchio tram, fatica ad aprire la lenta bocca per ingoiare persone, stesso colore di sempre per farsi notare, scivola su vecchi binari usurati, arruginiti dal tempo. Luccicano le vetrine riscaldate da mille luci fredde, lentamente, piano, sotto lance di acqua scivola via ogni momento.

Un passante piange,

una signora ride ad alta voce,

un signore ha un buco nel cappello,

una signora un buco nell’ombrello,

è poca cosa.

Il guaio è,

che dovrebbero volare baci

al posto degli uccelli!

Al posto del distendersi delle arterie,

si dovrebbero distendere i pensieri,

e ancora più spesso i desideri.

Non far volare parole inutili ma emozioni.

Non sono un romantico,

solo a volte,

il cuore gitta col sangue comunione,

ed è allora,

che volo,

scappo via,

mi ritiro,

mi estraneo, godo di quel che provo,

mi sento vivo nelle pieghe di ogni mio pensiero.