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Dopo ore ed ore davanti al PC, aveva deciso, avrebbe chiuso il computer, era inutile angosciarsi ancora alla ricerca di qualche buona idea per finire il suo libro per ragazzi. Era quasi l’ alba ed aveva gli occhi arrossati dalla stanchezza e le mani intorpidite dall’ uso della tastiera, insoddisfatta, cancellò tutto ciò che aveva abbozzato. Visto che il cielo cominciava a brontolare e per paura che un eventuale temporale le bruciasse il computer, staccò la spina dalla corrente. L’ aveva appena fatto, quando improvvisamente un fulmine squarciò la notte ed illuminò la stanza; Virginia sussultò dallo spavento. Ad un tratto, in mezzo alla stanza semibuia, apparve la sagoma di una figura che poi si fece sempre più chiara. Era una donna, Virginia credette di sognare, ma l’ immagine le parlò dicendole: ” Sono Claudia mi stavi aspettando?” Virginia aprì la bocca e dalla paura, non emise alcun suono, Claudia continuò: ” Sono la fantasia, quella che hai lasciato nel tuo cuore di fanciulla, l’ hai persa per strada ed io sono qui per fartela ritrovare, per poter scrivere, devi ritornare a guardare il mondo con gli occhi di una bambina. Si avvicinò a Virginia e le disse: ” Adesso chiudi gli occhi e ti riporterò in un mondo che tu hai dimenticato. ” Virginia ubbidì, senza opporre alcuna resistenza. Claudia le sfiorò le mani e lei si lasciò trasportare, in un tempo senza tempo, a ritroso, in luoghi passati e si ritrovò bimba. Era lei, che con le sue treccine, il vestitino di lana dal colore rosa, eccitata chiamava la mamma: ” Mamma, mamma, la neve!” Dallo stupore, aveva il nasino incollato ai vetri della finestra e gli occhi, spalancati dalla meraviglia, erano attraversati da una luce che li rendeva ancora più splendenti. Guardava il mondo colorato di bianco e per lei non c’ era niente di più bello, poi notò un gattino che a fatica camminava sulla neve già alta, sprofondando nella coltre nevosa ed il suo viso si illuminò con un radioso sorriso. Virginia si osservava come in uno specchio del tempo, pensando che non aveva mai più provato un’ emozione così grande, alla vista di un paesaggio nevoso. Claudia la prese per mano e la riportò in un altro luogo; questa volta immerso nel verde, c’ era ancora lei da bambina, che correva nei prati ed inseguiva felice le farfalle, mentre si inebriava, con il profumo pungente del biancospino e delle viole. La sensazione che provava era di libertà e di gratitudine, per tutte le bellezze che ammirava e si sentiva parte di un meraviglioso disegno Divino. Virginia, dalla commozione si sentì stringere il cuore ed una lacrima brillò nei suoi occhi induriti dalla vita. Il suo viaggio continuò; questa volta si rivide al mare, in una calda giornata estiva, insieme ai suoi fratellini ed alla sua sorellina piccola Caterina. Giocavano nell'acqua, spruzzandosi e ridendo quando le onde più forti li facevano cadere. Si rivide mentre costruiva castelli di sabbia, con pietre colorate e sassolini bianchi. Riusciva a divertirsi con niente e ogni cosa, prendeva vita nelle sue mani, diventava ciò che lei voleva, con i suoi occhi da bambina tutto si trasformava ed i suoi giorni si riempivano di fantasia. Dopo questi episodi, Claudia fece osservare a Virginia un’ altra scena piena di tenerezza: era seduta in braccio alla sua bellissima mamma, che le canticchiava una canzone dal sapore antico ed intanto, le accarezzava i suoi morbidi capelli. Lei la lasciava fare e si sentiva felice e protetta, poi all'improvviso cambiò completamente ambiente e si ritrovò al capezzale della sua mamma in fin di vita, era lì, che la guardava attonita e non accettava che presto se ne sarebbe andata via per sempre. Aveva gli occhi gonfi dal pianto e nelle sue mani, snocciolava un rosario bianco, che le aveva regalato proprio lei. Poi successe qualcosa che lei aveva rimosso, la mamma aprì gli occhi e con un filo di voce le disse: ” Virginia, figlia mia, promettimi una cosa, quando non ci sarò più, non permettere che il dolore indurisca il tuo cuore, ma pensa che io sarò sempre al tuo fianco, anche quando non mi vedrai. Resta come sei, e rendi la tua vita speciale ed ogni minuto vivilo con amore e non ti stancare mai di incantarti davanti alle meraviglie del mondo.” Detto questo, chiuse gli occhi per non riaprirli mai più; Virginia aveva dimenticato, anzi, aveva volutamente nascosto nel suo intimo, questa dolorosa partenza e da quel momento, il suo cuore si era fatto di pietra. Nulla le procurava emozione, aveva innalzato, fra lei e gli altri, un muro di indifferenza, adesso tutto le fu chiaro, Claudia le disse: ” Ora puoi aprire gli occhi e guardarti intorno, con uno spirito diverso.” Virginia si ritrovò sola ma nella stanza stranamente sentiva un intenso profumo di viole. Claudia era sparita ma nelle sue mani trovò un foglio ingiallito dove c’ era scritta una canzone, era quella che le cantava la mamma, quando la cullava accarezzandole i capelli. Si avvicinò al balcone e guardò il cielo che si stava schiarendo, mentre ancora, Sirio e la Luna, stavano abbracciate. Le sembrò di vedere un viso che le sorrideva e le parve che fosse la mamma. Rientrò in casa, riaccese il computer ed iniziò a scrivere la storia di una bambina che guardava incantata la neve e correva felice nei campi. La sua storia era appena iniziata e questa volta, sarebbe stata un successo, perché l’ avrebbe dipinta con le ali della fantasia e dal suo cuore ritornato fanciullo. |
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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Bello e delicato!! (Annamaria Gennaioli)
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