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Sembrava tanto solida la piccola sfera d'amore quando d'improvviso la sorte infausta s'era insinuata nel mezzo, annullando quella metà che le dava vita. Erano stati scelti loro due, infine soli e stretti in un abbraccio lungo più di cinquant'anni, nella comunione di due fiati che si erano realizzati con l'amore umano. Dopo l'affetto autentico, indissolubile che niente può distruggere, rimaneva Lei, anziana, indifesa sotto il peso degli anni e del rammarico. Vivere non era più lo stesso. S'era annullato in Lei, il senso per il quale, ogni giorno, ci si copre di speranza per conquistarlo. Tutto le scorreva intorno come immagini di un film muto, mancava quella voce messa a tacere per sempre e quell'imperioso silenzio dominava troppo. Insieme s'erano rafforzati in un sentimento incardinato in gioventù fra due cuori attrattisi immediatamente senza mai mutare nelle parole, nei gesti. Quanti gradini superati sulla scala dell'esistenza, sempre uniti con entusiasmo. A volte le avversità apparivano pesanti, ma bastava che le loro mani si congiungessero e una forza immensa li pervadeva aiutandoli a continuare. Tanta era stata la loro felicità cresciuta con i figli che adesso erano rinati in nuove vite, dando frutti belli e sani. Evitavano di guardarsi allo specchio, preferivano specchiarsi l'uno nel volto dell'altro ritrovandosi sempre negli sguardi giovani del primo incontro. Era veramente un grande amore il loro, anche se a volte per divergenze si accendevano come stelle che cadenti poi, sparivano nell'immenso, senza lasciare alcuna traccia nel loro stellato cielo. Erano invecchiati e l'amore nei loro stanchi corpi si esprimeva più lentamente, ma in un modo dolce, sicuro e tuttavia acceso di tenera passione, colto come un fiore d'inverno, prezioso, considerato cosa rara. Ora invece, il tempo le girava attorno come un gatto affamato, e Lei sapeva di soddisfarlo nell'impotenza di porgli un freno. Sbiadivano colori intorno tra i sorrisi speranzosi dei suoi cari che la sostenevano con un'ansia celata. Ma lei lo sapeva, aspettava nell'anticamera della vita, dove i vecchi prima o poi vanno a finire. Notava come gli altri ignorassero di come negli anziani i pensieri non invecchiano con il corpo, i desideri le emozioni rimangono fresche come acqua che dalla fonte zampilla .Più che mai questa constatazione la rendeva molto incompresa perchè tutto ciò che provava di riversava nel baratro lasciato dall'assenza dell'altra sua metà di quella loro piccola sfera d'infinito nella quale erano vissuti così lungamente. Gonfia di sconforto l'anima le pesava ricordandole ovunque la sua solitudine più profonda, l'inutile e difficile presente. Appena poteva si estraniava sedendosi silenziosa in disparte .Chiudeva gli occhi ritrovando ciò che le era stato tolto. La sua mente le fabbricava un ricordo dietro l'altro intensamente, ritrovava Lui sentendosi ancora bene, ma quando li riapriva, improvvisa la realtà, sembrava darle il solito schiaffo .Poi un giorno di primavera, mentre seduta in giardino ascoltando i nipotini giocare dietro ad un cespuglio di rose, nel rivivere perdute emozioni, si sentì stringere il cuore, una stretta forte, più forte del suo dolore. Istintivamente si portò le mani al petto, chiuse gli occhi .Stranamente non era spaventata, là sulla linea dell'azzuro, c'era Lui, sorrideva e le porgeva le mani adorate, quelle che sapevano regalarle carezze dolci quando Lei aveva timore. S'illuminò d'un sorriso e credette di alzarsi, di muovere alcuni passi, avviandosi all'incontro. Si tutto ricominciava, tutto si illuminava ancora come un mattino quando la luce sbiadisce ogni ombra. Si ricomponeva quella sfera d'amore infinito. I bambini ormai stanchi di giocare in giardino nel passarle accanto notarono la nonna dormire sulla sedia, la lasciarono là,per andare dalla mamma a chiedere la merenda, riferendo con le loro vocine che la nonna sì era addormentata sulla sedia nel giardino. La figlia, allora con premura, prese una leggera coltre e s'avvicinò alla madre per poggiargliela sulle ginocchia, stava cedendo oramai il sole .La madre, s'era liberata del suo corpo fisico per rinascere nell'amore spirituale che và altre a quello terreno, silenziosamente. Con il volto disteso appena abbozzato ad un lieve sorriso, sembrava sognasse<.Mamma>,chiamò la figlia percependo un presagio nella mente. Nella buona e nella cattiva sorte un tempo lontano Lui e Lei si erano giurati di non lasciarsi mai ed ora la sua fine terrena era ciò che nel suo profondo aspettava. La lama della nera Signora questa volta non recideva nulla, dava solo una leggera spinta avvicinandola a Lui che l'aspettava questa volta nella grande sfera d'amore senza fine.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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Meraviglioso racconto,tocca il cuore! (Anna Rossi)
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