Faceva proprio caldo sul lungomare e quel bar faceva al caso mio.
Era il Bar Paradiso ed entrai subito.
“ Albert – disse un signore alto, grosso, barbuto e dalla carismatica voce – vedi il signore cosa gradisce”
Il garzone si avvicinò e chiese cosa volevo bere. Presi la mia solita cedrata ghiacciata.
Aprii la cartella e mi misi a controllare il progetto del ponte con ascensore e tappeto trasportatore per collegare il Paradiso con la Terra e che mi era stato commissionato da poco quando al tavolo a fianco, due avventori, iniziavano ad alzare un po’ il tono della voce.
“ Insomma, adesso basta, mi sono scocciato di mandarti in giro. C’è quella santa donna che ti aspetta a Itaca e ha terminato tutto il filo per ricamo delle mercerie. Con la prossima storia ti rimando a casa e ci resti, stavolta”.
“ Ma Omero, io sono Ulisse, ho un nome, una reputazione da mantenere. Non puoi rispedirmi a casa”.
“ Basta, Ulisse! Tu torni a casa ed una volta arrivato ti farò affondare anche le navi o Penelope mi odierà per tutta la vita”.
“ Va bene, brutto vecchiaccio di un Omero, ma potresti scrivermi un’ altra avventura con Circe?”
Ma guarda chi avevo a fianco!
Omero e quel giramondo di Ulisse che ora scopro anche rincorritore di femminili gonnelle.
Intanto il garzone mi passa davanti facendomi una linguaccia…… ma guarda che insolente, pensai e mi rimisi a guardare il progetto.
Dopo un po’ mi sento una pacca sulla spalla. Era Platone in persona che passava di là.
“ Ciao Maestro, qual buon vento”? – gli chiedo
“ Il caldo. Cercavo qualcosa di fresco”
“ Bene, risposi, siediti allora ti faccio portare una spremuta d’ arancia o del vino fresco?
“ No, grazie, preferisco una cedrata”.
“ Albert!”
Arrivò il garzone che domandò cosa volevamo e gli chiesi una cedrata per il mio amico.
“ La preferisce con un po’ di limone o qualche spezia?” disse Albert rivolto a Platone.
“ Senza niente, grazie, voglio una cedrata liscia, assoluta” rispose Platone.
“ Ma non esistono le cedrate assolute!” esclamò Albert.
Il signore grosso e barbuto colpendolo in testa con uno strofinaccio che aveva sempre fra le mani disse: “ silenzio, testone d’ un Albert. Tutte le cose hanno il loro assoluto, anche la cedrata. Vai sull’ ultimo scaffale, quello là in alto, si esatto proprio quello, sull’ iperscaffale, e prendi una cedrata per il signore e smettila con queste tue ciance che ancora non sai fare neanche un caffè.”
E se ne andò via sbuffando, mentre Albert serviva una cedrata liscia al Dr. Platone.
“ Posso avere una cedrata anche io, anzi meglio una birra gelata?”
Era Socrate.
“ Cosa, una birra?” Sbottò subito il padrone del Bar Paradiso.
“ Niente affatto, Socrate, niente di alcolico. L’ ultima volta la tua Santippe ti ha rincorso per tutto il locale chiamandoti ubriacone sfaticato e, urlando come una pazza bisbetica, ha fatto fuggire tutti i clienti”.
“ Allora prendo un bicchiere d’ acqua” rispose scocciato Socrate e si sedette al nostro tavolo.
“ Accidenti, pensai, questo è un bar ben frequentato. Tutti personaggi importanti che scoprivo avere le loro manie ed i loro difetti, però grandi menti passate alla storia”.
Stavo per riabbassare lo sguardo sulle mie scartoffie ed i miei disegni quando vedo passare Albert con un vassoio e dentro un bicchiere mezzo vuoto di thè con una fetta di limone ed un vasetto con del miele.
Non può essere un caso, pensai. Non può essere anche lui qua ed in questo momento.
Fermo Albert: “ Ehi! Per chi era quel thè? “
“ Era per quel signore a quel tavolino che ora è andato via”, rispose il ragazzo.
Mi giro per guardare il tavolino, ma è vuoto: “ Descrivimelo – Albert- com’ era?”
“ Un signore molto elegante con vestito scuro, scarpe nere e lucide, aveva un monocolo ed un cappello scuro, sotto dei capelli neri divisi da una riga centrale. Ah, portava un fazzoletto nel taschino e teneva, ora che ricordo, sempre la mano destra nel cappotto infilata tra due bottoni “.
Non ci sono dubbi, era lui, l’ Ing. Alvaro de Campos.
“ Non si preoccupi -mi rassicura Albert- verrà qua anche domani se vuole incontrarlo”
“ Ehi, Albert, muoviti – era il padrone del bar- pulisci quel tavolo prima che arrivino altri clienti”
“ Signore – rispose Albert- ma l’ ho appena pulito non c’è nulla su quel tavolo”.
“ Sei il solito zuccone e sempre con questa fissazione del nulla…. quante volte devo dirti che non esiste Cammina, sfaticato, muoviti e pulisci tutto che fra poco si chiude”.