Anche oggi uno di quei giorni sempre più frenetici, carichi di tensione, siamo diventati tutti più insofferenti, pace e serenità sono state cancellate dal nostro vocabolario, Indubbiamente l’ idea del paradiso terrestre appartiene solo e solamente al libro della genesi, un’ espressione che non ha più significato come metafora. Questo forse perché stiamo vivendo l’ inizio di un declino, riconoscibile in questa realtà che diventa sempre più surreale, lo possiamo leggere palesemente nei volti che ci passano a fianco nella via, e che celano volutamente le loro paure, i loro pensieri, le destinazioni, i loro sentimenti; volti che si mascherano dietro sorrisi accennati e compiacenti, ma dai quali traspare solo rassegnazione, sentimento dettato dal vedere i colori della vita che si stingono e tutto assume un alone di grigio, dal quotidiano aumento da quella fobica sensazione del percepire ogni altro essere umano come un essere alieno.
Mentre la mia mente bubbola, sfornando mille pensieri e cercando un motivo, una soluzione a questa alienazione collettiva, mi volto e il mio sguardo incontra quello che resta di un vecchio foro romano; leggo questa visione come un ammonimento, una metafora, di quello che sarà il nostro futuro:
Dove la lucentezza dei marmi sinonimo di sapere, saranno coperti dalla una patina oscura dell’ ignoranza e volgarità; le colonne, simbolo di puri ideali, mutilate, le strade infestate da erbacce; l’ attimo di luce dato da quella che era tanta grandezza, il materializzarsi di vero credo, logica di vita, si è spento; lo sguardo ritorna al quotidiano, al di qua del recinto, dove mozziconi di sigaretta, cartacce lattine, frutto di frugali pasti fanno corona a quella sintesi, a quella prova di un grande declino.
Declino: fallimento economico che si è fatto grave, fallimento morale, divenuto una "tragedia".
Il bus arriva; quello che prima sembrava essere un estraneo sparuto gruppo di gente, ora si fa ressa, spintona, vuole entrare, impossibile attraversare quella folla, penetrare in quel muro; ogni gesto, ogni parola viene urlata, sembra chebasti vociareper vincere le nostre paure.
Quei ruderi, quello che rimane dell’ essere umano, sembra voglia vendicare le proprie frustrazioni, la propria insoddisfazione. Quella gente che si sta beccando tra loro mentre inconsciamente viene condotta al macello, da quello che è il sistema; mi ricorda il brano "dei capponi" di Renzo Tramaglino nei Promessi Sposi, brano, che visti gli eventi, il suo significato ancora non è stato compreso
Penso: Il mondo si ripete, dove ognuno è convinto di esser la vittima, e dove tutti denuncimo solo le colpe altrui .
Mi allontano nella mia solitudine continuando a sopravvive, cercando di bastare a me stesso.