Il vento soffiava tra i canneti e l'aurora nasceva tra spiragli di luce dai toni accesi,
riflessi argentati sui tuoi occhi perlacei come un mare calmo in cui specchiarsi dispiegavano l'incanto della luna rosseggiante, avvolta nei suoi veli danzava al mio cospetto, come palla di fuoco roteante infiammata dai raggi ardenti della notte.
Si consumò l'amore in un baleno, tra l'umido chiarore avvolgente e aspersi baci inebrianti calda euforia, nella foga di possederti in un momento, brama incontenibile di furente passione, stracciai i vestiti, nuda mi apparsi nello sfolgorio della tua cruda bellezza, forme divine da accarezzare e divorare tra le pieghe della morbida carne.
Sospiri e respiri in un ritmo frenetico intercalati da gemiti forsennati accompagnavano i movimenti sinuosi di corpi vibranti all'unisono, i battiti inconsulti dei cuori, amalgamati, frementi all'impazzata, scevri dalle briglie come cavalli al galoppo, stretti nella morsa soffocante del piacere.
Era gioia e pianto insieme, prosciugare il mare dell'anima, scandagliare nel profondo l'intima essenza, nell'ebbrezza di accesi palpiti scavare sottopelle, sentire il profumo della vita che sanguina al suo primo sbocciare e non lascia macchie di rimpianto quando si ama veramente, cogli del frutto la dolcezza, con l'esperienza ne fai tesoro.
Era donarsi come un fiore che srotola i candidi petali e di amabili voglie si fa succube, succhiare il miele vischioso che impasta e nutre ogni fibra dell'essere, sviscerare il mistero dell'incomprensibile attrazione che lega indissolubilmente, incatena gli innamorati al tormento come fossero colpiti da fatale sortilegio.
Era la prima volta, fu come donare una parte di me irrinunciabile, svuotarmi dentro, per sentire che rinascevo donna in un corpo maturo, conscia dei miei desideri, del mio volere, di una fresca femminilità sprigionante dolce e delicata fragranza d'amore.