Dopo tanta acqua (Talete)/piogge e fuoco (Eraclito)/guerre con strage di innocenti, restando in tema di filosofi naturalisti, speriamo che il mondo non si dissolva nell'à peiron, nell'indeterminato (o meglio nel nulla) di Anassimandro (l'inventore della carta geografica!), di cui ci è pervenuto questo apocalittico frammento: “ principio degli esseri è l'infinito... da dove infatti gli esseri hanno origine, lì hanno anche la distruzione secondo necessità: poiché essi pagano l'uno all'altro la pena e l'espiazione dell'ingiustizia secondo l'ordine del tempo”.
Per quanto mi riguarda, anticipando il maltempo, a ottobre scorso ho costruito “ La novella arca di Noè”/Bibliotheka edizioni dove vi invito a salire per... tempi migliori!
Intanto, dalla filosofia alla letteratura, l'inferno dantesco è così bello che si fa di tutto per andarci ma, sempre per quanto mi riguarda, da questi veri inferi (lettura straziante) è meglio stare alla larga!
In tempi così bui di guerre e morti per mare (Mediterraneo), per cielo (Ucraina) e per terra (Palestina), di figli illegittimi (presunto killer di Yara), di padri degeneri (strage di Motta Visconti) e, perfino, di condanne a morte per fede religiosa (Meriam), speriamo di non precipitare negli inferi o, addirittura, con la gravità infernale di questi eventi a vincere la stessa forza di gravità solare (e finanche la forza spirituale/misericordia del nostro Creatore!), di non essere espulsi dall'universo dopo il diluvio universale.
Quando alfin il cuor diparte,
nel momento del distacco
dello spirito dalla materia,
se osservi attentamente
questo corpo ormai esanime,
vedi l’ anima sortire
nelle sue vere dimensioni
di luminoso abito interiore,
negativo illuminato
della sagoma corporale.
Ma, nella celeste ascesa,
le anime in terra
troppo legate alla buia materia,
per il gran peso
(attrattiva terrena)
e senza più luce
restano imbrigliate
nella barriera dell’ atmosfera,
formando così in condensa
tetri nuvoloni minaccianti.
Per la pioggia di poi battente
tra tuoni, lampi,
fulmini e saette
sono di ritorno a terra
e, con le sporche acque reflue
della superficie terrestre,
per maleodoranti canali,
di fogne in cloache,
scendono sempre più giù
lungo reconditi cunicoli
scavati dalle eterne fiammelle
di anime perdute
che le hanno precedute
in questo triste destino.
Nel buio sempre più pesto
delle profondità terrene
si odono ora urla strazianti
e, tra odori nauseanti,
la crescente acredine
stringe soffocando la gola
e par così d'esser preda
delle gelide mani di Satana
che ti vogliono strozzare.
Ma poi il fuoco, causa
di scottanti e dolorose pene,
speri che finalmente ti distrugga
ma se dici questo all’ inferno
nemmeno ragioni più...
ormai sei fuori di testa.
Tu non sei più materia
ed è solo questa
che man mano si consuma,
mentre, purtroppo,
tu sei spirito eterno
e mai avrai fine,
dispiace solo
il tuo perenne dolor.
Hai fatto davvero
una brutta fine,
ma la causa di tutto questo
sei solamente tu.
L’ anima e lo spirito,
il corpo e la materia
non sono barzellette
tanto per scherzarci su
e proprio quaggiù i sensi,
oltre che intatti,
si rafforzano sempre di più.
Di colpo dal centro delle fiamme
un urlo agghiacciante
con un fetor ancor più nauseante,
l’ acredine pervade
ogni spazio circostante
e brucia finanche occhi infuocati,
seppur spazza via per un po’
il fumo delle corna che,
incessante, fuoriesce dalle orecchie
disegnandoti in testa
una bella e maleodorante aureola.
Proprio a questo punto appare,
nel bel mezzo delle fiamme,
un uomo dimesso dal volto sofferente,
ti fa davvero gran pena
e mai ci crederesti,
ma son proprio queste le vesti
di quel poveretto di Satana.
Lasciando in pace gli inferi (c'è “ La novella arca di Noè” su cui salire!), buone vacanze estive con flessioni fisiche (per corroborare il corpo) e riflessioni solari (per ritrovare l'anima)... mens sana in corpore sano!
A settembre, rinsavito dalle mie tante fantasie (la follia dell'era spirituale e le poesie morali), pubblicherò “ Il codice della vita”, per essere riuscito, finalmente, a decifrare il codice genetico (riciclando il DNA spazzatura!) che l'umanità si tramanda di padre in figlio.
In verità ci sono riuscito da esperto di epatopatie (paterna) e di encefalopatie (materna) ma, vi assicuro, che è una lettura semplice (di appena 4 lettere: A- denina, G- uanina, C- itosina e T- imina) alla portata di tutti, basta solo digerire gli alimenti (protidi, glicidi e lipidi) dalla tavola degli elementi.
A mia madre, purtroppo, rimasero indigeste le proteine (encefalopatia epatica) mentre a me, invece, sono rimasti indigesti i giochi e, pertanto, mi ritrovo follie per l'ingerenza epatica materna...
nel rinvenire alla vita
mi diagnosticai una falla
che, tra pensieri folli,
la mente mi spegnea
e poesie ispirate per sopravvivenza mentale...
quando l'amor prende
l'anima s'accende,
uno spirito invadente
m'illumina la mente
e proprio all'istante
un pensier lucente
in versi risplende
grazie ad una Musa con tre (buona, brava e bella) B (con tutto il rispetto per BB, Brigitte Bardot): buona gastroenterologa, che a me ha causato solo gastralgie con dispepsia ...
nel tempo a venire, mi ricorderai
come una pesantezza sullo stomaco,
tanto me ne dispiace,
e in eterno ti resterò sulla coscienza
che sempre così limpida hai
brava epatologa, alla cui visione anche il fegato, steatosi a parte, brilla...
quando ti vedo passar
dall'aorta alla porta
e ti sento spiegar,
o dolce ecografista,
il mio fegato brilla
mentre io già son brillo
e da bella ecografista, infine, mi ha illuminato la mente...
di poi per lo stress
inizia il processo
di transaminazione
ed è la glutammina
che mi pervade il cervello
e mi eccita il neurone.
Proprio a questo punto
si illumina il pensiero
per la materia andata e,
in tanta luce,
la mente si compiace,
l'anima si dà pace
e perfin lo spirito...
finalmente tace.