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Questa è un racconto erotico: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerlo.
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Così diversa Nicoletta, sembrava sempre fuori posto tra le sue amiche estroverse ed esuberanti nei modi e nell’ aspetto. Loro, sapevano godersi i vent’ anni, cogliendo ogni opportunità che le facesse sentire desiderabili e contente. La canzonavano spesso:< Non sai cosa ti perdi, non complicarti la vita con l’ amore offri il tuo profumo senza chiederti troppo chi è colui che se ne inebria.> Oh, questo per lei era impossibile da accettare. Cozzava contro tutte le sue aspettative e probabilmente gli uomini se ne accorgevano, standole alla larga. Poi bisognava mettere in conto il suo aspetto longilineo da gazzella con dei piccoli seni sodi, ma poco attraenti per gli uomini che cercavano nell’ aspetto prosperoso lo stimolo all’ ovvia eccitazione . Proprio per tutto ciò, le sue amiche l’ avevano convinta a travestirsi con l’ aiuto di piccoli trucchi femminili, così tanto per riderne poi sopra su colui che non accorgendosi di niente, l’ avrebbe invitata ad uscire per una serata frizzante. Si erano accordate per un sabato nel quale i genitori di Nicoletta sarebbero stati assenti da casa .In quel pomeriggio le amiche, trasportate dall’ idea dell’ intrigo, ce la misero proprio tutta nel creare il nuovo look di Nicoletta che nel frattempo provava a immaginare l’ incontro con uno sconosciuto intento a dimostrarle quell’ eccitazione alla quale lei in verità si sentiva impreparata a sostenere. Quando fu pronta la spinsero davanti allo specchio grande della camera dei suoi genitori e incontrò la nuova se stessa. Adesso, i suoi capelli neri corti erano raccolti in una posticcia coda di cavallo, le ciglia finte unite ad un trucco evidente, ma curato, le evidenziavano uno sguardo ammaliatore, labbra ben delineate si presentavano allettanti e quei tacchi a spillo di scarpette verdi le slanciavano le già lunghe gambe e cosa dire dell’ aderente abitino stretto color verde acqua che celava uno stupendo corsetto imbottito che le arricchiva quei fianchi e quel seno che purtroppo lei non possedeva. Con il cuore in gola per l’ emozione dovette ammettere che le amiche avevano fatto un buon lavoro dimostrando fantasia e buon gusto negli accostamenti singolari.< Incredibile, sono veramente appariscente, disse>.Uscirono tutte assieme sorridendo allegramente, dirette al loro solito bar d’ incontro. Le amiche proseguirono verso un tavolo in fondo al locale, mentre lei si sedette da sola fingendo d’ aspettare qualcuno. Gli uomini del bar la notarono subito dedicandole occhiate d’ apprezzamento che le procurarono piacere intimidendola un poco. Inaspettatamente venne sorpresa dalla voce di un giovane che si presentava come Andrea che le chiese, con un sorriso sornione, di poterle fare compagnia nella serata. Nicoletta, alzando lo sguardo, rimase colpita dall’ avvenenza del giovane .Si era aspettata qualcuno dall’ aspetto più banale e bavoso di sesso, quindi con un ribaltone di sensazioni accettò l’ invito. Uscirono per fare una passeggiata, così, tanto per conoscersi meglio. Nel lasciare il locale si girò notando le sue amiche che sorridenti le dimostravano la loro approvazione. Andrea non tardò a esternarle quanto lei gli piacesse, coprendola di complimenti e mostrandosi allegro nel raccontare aneddoti della sua vita. Lei lo lasciava fare ascoltando e intervenendo ogni tanto.< Non è poi così male stare in sua compagnia, pensava> . Andrea era veramente simpatico, sorrideva in continuazione contaggiandola apertamente e strappandole spesso una risata. Poi, egli cercò la sua mano stringendola dolcemente e quel contatto sospese ambedue in una dimensione così particolare, ma non dissero nulla. Per Nicoletta quella era un’ emozione inaspettata che la turbava, la confondeva. Nella sua solitaria palude era sbocciato improvviso come una ninfea, lo stupore di saper vibrare a nuove sensazioni, ora lo stato d’ anima era diverso ma cercava tuttavia di trattenerlo per sé. Pensava.< Devo trovare una scusa e mettere fine all’ incontro, non riesco a sembrare quella che non sono. Non voglio fare la fine di una succosa mela che dopo essere stata gustata non rimane che il torsolo da gettare via>.Nel contempo anche Andrea rifletteva su questo incontro che stava prendendo una piega insolita per lui .Non gli era più così facile fare il solito vagheggino, guardava la ragazza di lato mentre lei deliziosa gli camminava a fianco. La trovava bellissima, d’ una sensualità intrigante, ma il sorriso che le illuminava gli occhi grandi verdi e limpidi lo stordivano in tutti i sensi, gli sembrava d’ essere ubriaco.< Comunque, questa doveva essere una serata di divertimento che si sarebbe conclusa con dell’ esuberante sesso, senza alcun ripensamento si disse> Lui, di appuntare nodi all’ anima, come si fa al fazzoletto per ricordarsi di una cosa importante, non era certo il tipo. Mentre abbracciava una donna sognava già di conquistarne un’ altra. Tuttavia, stranamente, s’ era fatto più taciturno, non gli andava più di fare il pagliaccio per conquistare la ragazza. Sempre più confuso, lottava fra sé, per riacquistare la solita baldanza. Nicoletta, sentendolo diverso, temeva che si fosse accorto della sua artefatta apparenza, aspettandosi una eventuale reazione. Suadente e adulatore come la volpe con il corvo prima, ora lo trovava meno sicuro di sé.Proprio allora pensò di mettere fine alla serata, ma ad un tratto, egli la strinse a sé, accostò le sue labbra a quelle sue che trovò dischiuse e sorprese come i petali d’ una rosa che si stanno aprendo al calore del giorno. Profumavano d’ arancia, era il sapore del rossetto, ma questo lui lo ignorava. Quel contatto creò fra loro un’ altra inaspettata alchimia che li condusse ad abbandonare ogni resistenza. Il bacio divenne avido, come per un’ affamato, il cibo offertogli. Si strinsero in un istintivo abbraccio che racchiudeva pulsioni e desiderio. Abbandonata ogni remora, cadevano per lei i confini sull’ amore, quello così tanto idealizzato e mai vissuto. Faceva buio fuori ora, e la proposta soffiata tra i baci di andare a casa di Nicoletta, trovò immediato consenso. Fra la penombra di quelle pareti casalinghe, un calda passione irruppe, come una cascata sui loro corpi. Quel lungo collo di lei dove sfiorarla con delicati baci, quel toglierle i vestiti di dosso, mentre lei timidamente lo imitava. Ad Andrea pareva d’ impazzire di un desiderio intenso, coinvolgente come non mai. Sentiva Nicoletta fremere alle carezze, mentre sempre più, si arrendeva a lui, la mano scivolava lenta su di un corpo dalla pelle levigata come seta, la curva di un fianco snello che conduceva ad un ventre piatto che offriva un prato umido di distillato piacere. Quei turgidi capezzoli che egli colse tra le labbra come due succose more, senza accorgersi del piccolo seno. Lei gli si apriva come conchiglia che offre la sua perla. Nel delicato piacere che mai aveva immaginato si potesse provare, anche le sue mani esplorando trovavano un corpo di uomo giovane e maschio che le dimostrava in quell’ amplesso tutto il suo vigore. Quanto le piaceva sentirsi coperta e adorata da quell’ uomo. Provava brividi che dalla schiena salivano alla mente, procurandole uno stordimento sublime. Tutto intorno era svanito, il dopo non contava,, di concreto c’ erano i loro due corpi che si attraeveno come un magnete. Andrea continuava a ripeterle che era ammaliante e dolcissima, che con nessuna aveva mai provato nulla di simile, e lei, dimentica di ogni cosa, volle crederci e godersi quell’ amplesso insperato, rubato si con l’ inganno, ma che l’ aveva trasporta in uno spazio indefinibile di ebbrezza. Gli ultimi sospiri affannosi di una rincorsa al piacere si placarono labbra su labbra e poi la notte passò vegliando due corpi che lentamente si lasciavano rapire da un sonno appagante. Al mattino l’ alba dell’ estate che più indiscreta sveglia, accarezzò gli occhi di Andrea che si svegliò improvvisamente. Dopo alcuni minuti di smarrimento ricordò la notte passata così perfetta, nella sua diversità,sorridendo soddisfatto. Tra poco se ne sarebbe andato come sempre aveva fatto, non si sarebbero più rivisti. Questa era la regola che si era dato, una notte e via. Nicoletta dormiva beata, con un braccio che pendeva dal letto, i corti capelli, il trucco sfatto, il suo copro snello e il suo piccolo sodo seno che sbucava timido fra le lenzuola stropicciate che raccontavano d’ amore trascorso da poco. Andrea la guardò rimanendo stordito.< Chi era quella ragazza che dormiva in quel letto, dove erano finiti quei lunghi capelli neri, quei fianchi morbidi, quel seno caldo abbondante, quegli occhi da maliarda, sbraitò Andrea>.Lì stesa stava una ragazza giovane, delicata longilinea, una ragazza che dall’ aspetto non ti sogni di portare a letto immediatamente. Non poteva essere, era uno scherzo e se lo era, era di cattivo gusto. Si guardò un po’ in giro nella stanza e per terra notò il posticcio della coda che inavvertitamente s’ era staccato, le ciglia finte attaccate ai bordi del guanciale sembravano due millepiedi caduti dal soffitto, il corsetto imbottito accanto all’ armadio. Allora si sentì assalire da una rabbia così intensa per essere caduto in un errore di valutazione simile. Proprio lui, che di donne ne aveva avute tantissime. In quel momento Nicoletta svegliatasi, compresa la situazione, se ne vergognò tantissimo e le lacrime le uscirono improvvise senza poter dare una spiegazione, era così difficile!. Ora il presente mostrava le tracce di un gioco che non era finito come ci si aspettava. In lei erano più vive che mai le emozioni della notte appena vissuta, avrebbe potuto sentirsi felice, ma vedendo quella roba sparsa per la stanza, sentiva che la vergogna e lo squallore la stavano sopraffacendo. Egli la guardò per un po’ ancora, poi furioso come era, le gridò parole che la lasciarono colpita e più che mai pentita per ciò che si era prestata a fare. Continuando a piangere scese dal letto e con tristezza iniziò a raccogliere le prove concrete di una messa in scena ben riuscita si, ma che lasciava l’ amaro in bocca. In una scatola ripose la coda di capelli posticcia, le ciglia finte, il corsetto, oggetti che in fondo non le appartenevano Questa avventura l’ aveva sconvolta nel profondo dei pensieri. Non avrebbe detto niente a nessuno, anche se immaginava quanto le sue amiche stessero sbavando per sentire ogni dettaglio e commentarlo allegramente. Poi i giorni passarono, assorbiti dalle solite abitudini e le amiche la cercarono molto meno, forse perché deluse dal suo silenzio. Nel frattempo, anche per Andrea, le giornate non scorrevano come avrebbero dovuto. Cadeva a rivivere qualla imprevedibile notte, desiderava scoprirne il segreto, lui abituato a conquiste che dimenticava il giorno dopo .Per la prima volta s’ era sentito necessario in un amplesso con una donna che si abbandonava fiduciosa al suo desiderio, tremante nell’ insicurezza e nel timore si lasciava amare, dal desiderio trovava ristoro come un assetata. I baci che si erano dati, adesso ad Andrea, sembravano quasi sinceri e forse nel suo inconscio lo erano stati. Si era creata una strana amalgama di corpi, si sconosciuti, ma che in quei momenti sembravano conoscersi da sempre. Egli amava la sua libertà. Il sesso di una notte lo soddisfava senza creargli alcun problema. Delle donne lo attraeva l’ aspetto invitante e promettente di bellezza e sensualità,forse proprio a causa di ciò non s’ era accorto del raggiro. Chi era veramente la ragazza che lo aveva fatto impazzire di desiderio, questo si chiedeva mentre rivedeva la scena di quel mattino in cui aveva scoperto acanto a lui una sconosciuta. Bella lo era certamente, ma non il tipo a cui lui avrebbe dedicato qualche attenzione.< Ti trovo pensieroso questa sera, c’è qualche cosa che non va, gli chiese l’ amico con quale era appena uscito>.< Si c’è una cosa, ma non mi va di parlarne, rispose>. Così che l’ amico se la ebbe a male dimostrando la delusione. Anche Nicoletta sempre più spesso desiderava restare da sola per riflettere sull’ avventura che l’ aveva segnata sulla pelle e nell’ anima lasciandola in uno stato di confusione ma anche di piacere. Come le era difficile dimenticare tutto e far finta di niente.< Se solo si fosse potuto tornare indietro, pensava>! Come da una pentola bucata, era stati sommersi da toni di sentimento tali da sommergere la ragione .Il comportamento istintivo di Nicoletta aveva destabilizzato Andrea ed era stata proprio la sua spontaneità a confondere un giocatore abituato alle solite mosse, ma che per vincere, aveva dovuto improvvisare scoprendo a sua volta un atteggiamento diverso, ma molto più coinvolgente . Destinati a non rivedersi mai più,il caso volle che non fosse così.Era oramai inverno e quel giorno faceva freddo, alla fermata dell’ autobus ben imbaccuccata da un berretto di lana rossa e con il volto coperto da una calda sciarpa, una ragazza aspettava infreddolita, muovendo continuamente ora un piede ora l’ altro illudendosi di provarte un po’ di calore. Una vecchia anch’ essa ben coperta, brontolava per il ritardo del mezzo e un giovane uomo con il bavero del giaccone alzato, cercava quel calore che il vento di tramontana disperdeva continuamente. Finalmente l’ autobus arrivò, ma così carico di persone che riuscì a salire solo la vecchia, mentre la ragazza e l’ uomo restarono là alla fermata mugugnando per l’ inconveniente. Non c’ era altro da fare che aspettare il prossimo augurandosi che fosse meno affollato. Rimasti soli fu naturale fra giovani persone continuare una rilassata conversazione che instaurò tra di loro una piacevole confidenza, tanto da decidere entrambi con piacere, di fare un salto al bar di fronte e bersi una cosa calda. Il bar era piccolo, così si appartarono all’ angolo del bancone .Era quasi vuoto data l’ ora preserale, il barista mentre puliva i bicchieri, gettava un occhio furtivo al televisore, il suo suono rimbombava nel silenzio dell’ ambiente. Il giovane aprì il giaccone, abassando il bavero dal volto, lei si tolse con grazia
il berretto e la sciarpa dimostrando piacere al tepore dell’ ambiente. Continuarono a parlare sorridendo a qualche battuta buttata là da ambedue. Consumarono il caffè bollente ordinato e mentre erano pronti per uscire lei gli chiese il nome porgendogli la mano, lui, la prese e in quell’ attimo i loro sguardi si incontrarono. Non dovettero neppure pronunciare i loro nomi, lo sapeva la loro pelle. Andrea, sussurrò con voce flebile lei, Nicoletta pronunciò lui anticipato da un sorriso estasiato. Le mani ancora unite rinfocolavano un’ estasi creduta ormai persa per sempre. Battiti in subbuglio di cuori che sembravano impazzire, lo sconcerto di Andrea per la conferma delle sue sensazioni, la gioia di Nicoletta unita ad un senso di vergogna per l’ inganno perpetrato alle sue spalle. Egli non aveva più davanti una sconosciuta, alla quale aveva riversato con male parole, tutta il suo livore per essere stato preso in giro, ma una donna che gli trasmetteva tutto ciò che un uomo può desiderare da lei, longilinea ed elegante nei modo di atteggiarsi, con una sensualità che andava scoperta, adesso queste qualità le apprezzava moltissimo. Dopo attimi sospesi nel silenzio, si ritrovarono uno nelle braccia dell’ altro seguendo un impulso che partiva dal cuore. Lacrime cadevano lente sul volto di Nicoletta che le mani di Andrea racchiusero sussurrandole dolci parole. Lei chiese:< E se non ci fossimo mai incontrati?> Lui rispose:< Avrei continuato ad essere un uomo solo.> Poi si uniro labbra ardenti di passione che chiedevano conferma d’ un amore scoppiato come un fuoco d’ artificio. Uscirono dal bar tenendosi per mano in una stretta che spiegava più delle parole. Andrea non la lasciò andare e a casa sua, si ritrovarono nei baci caldi che scioglievano il sangue nelle vene. Fra le lenzuola attimi d’ estasi di due corpi artigiani tessitori d’ una rete d’ oro che intrappola fra le maglie sesso e sentimento .< Io nasco oggi con te, disse Nicoletta>< E’ vero, rispose Andrea, stò tenendo tra le braccia l’ amore appena nato>
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