Era rientrata a casa da pochi istanti, le persiane socchiuse, quell’aria ferma e quell’odore di caldo era nocivo come tutto lo smog che aveva respirato oggi.
Un grande sospiro, lasciò cadere la borsa per terra e quasi senza forze cominciò a spogliarsi.
Unica direzione: Bagno, relax e silenzio.
Dopo, avrebbe sicuramente messo in ordine, ma prima doveva fare pace con il sapone e con tutto quello che la circondava.
Con gesti quasi meccanici e non del tutto coordinati accese lo stereo, si tolse gli ultimi capi ed entrò sotto la doccia praticamente in mutandine e reggiseno.
Si raccolse i capelli con la mano ed aprì il getto dell’acqua. Un brivido, una senzazione di benessere e di ritorno alla vita, ad ogni goccia che le sfiorava la pelle il suo corpo rifioriva. Si tolse tutto, anche gran parte della stanchezza che l’aveva spenta, prese la spugna ed una generosa quantità di bagnoschiuma al muschio bianco.
I riflessi praticamente azzerati, gli occhi pesanti come blocchi di marmo, altri sospiri e diversi sbadigli.
Ormai l’essenza del sapone aveva impregnato ogni mattoncino del bagno, si sedette per terra mentre alcune gocce birichine le bagnavano i seni, era cotta al punto giusto.
Lentamente, quel senso di stordimento stava passando, tutto stava tornando chiaro.
Aveva fame, ma di mettersi ai fornelli per prepararsi qualcosa non le piaceva per nulla.
Sarebbe rimasta volentieri sotto l’acqua, tutta la notte se avesse potuto, ma doveva rassettare casa e prepare le cose per domani mattina.
Si alzò con la stessa velocità di un frullatore spento, scansò la tenda con fare minaccioso, passò davanti allo specchio, si guardò, fece una smorfia ed un grugnito.
" Adesso sono pronta per fare la casalinga" rise con tutta l’energia di un’onda che prepotentemente si infrange sul cemento.
Capelli scarruffati, gocce d’acqua sul parquet, vestiti nell’angolo.
Intanto che la musica stava risvegliando pure i fantasmi del passato, prese il telecomando dell’aria condizionata e dette via all’era glaciale.
"Salì le scale tre alla volta " come Lucio Dalla in "disperato erotico stomp" si mise addosso una maglia bianca più grande di cinque taglie, tutto il giorno in tailler, gonna e camicia tipo pinguino.
Ora voleva sentirsi libera come il vento, a passo di danza sculettando come una Gallardo su di giri, scese le scale in tempo zero.
Prese la borsa e con una piroetta la mise sul divano, i vestiti sporchi dopo un calcio rotante li piazzò all’incrociò del soggiorno e del tinello. Non aveva voglia di cucinare, prese il telefono e si ordinò una pizza.
Il sole stava dando l’addio all’ennesima giornata afosa e calda, domani avrebbe ridato il bis, ma per fortuna il meteo aveva dato pioggia.
Completamente rifrancata dalla doccia e dai primi orsi polari che le ballavano a fianco, prese dal frigo una coca. Zompettando come un merlo, puntò il nasino verso il divano.
Dopo l’ennesimo sospiro si lasciò cadere indietro aspettando il pony pizza fra uno sbadiglio ed una smofia di tenerezza.