Vorrei riuscire a vivere in maniera equilibrata tutti i giorni e scandirli logicamente e razionalmente per erigere mattone su mattone le fondamenta della mia futura dimora spirituale. Vorrei poter vivere con il sorriso stampato in faccia, fare di finta di non dover chinare il mento per sviare lo sguardo dallo schifo di cui son riflesso. Purtroppo, però, la mia indole ha voluto che io agissi in modo diverso, ha optato per me una via alternativa, mi ha imposto di realizzare soltanto in tarda notte ciò che farà della mia vita un qualcosa di migliore. Soltanto quando, con il viso supino, guardo il meraviglioso gravitare delle stelle, riesco a cogliere i significati nascosti dal routinario offuscamento quotidiano.
Così, stanotte ho meditato sul valore dell'esistenza, ho indagato e scavato a fondo le viscere delle mie "fibre" cerebrali e mi sono chiesto cosa mai significasse l'"essere".
Ho cercato d'inventare con la mia sfrenata immaginazione un doppio palcoscenico, ed ho immaginato un teatro interno che si contrapponesse ad uno esterno. Ho figurato degli attori, delle masse ed un palcoscenico immenso, talmente grande da essere un lumicino che batte, ardendo ritmico e sordido nel colossale sottofondo. L'ho scavato e l'ho esperienziato con tutte le mie sensazioni, ho cercato di cavare il ragno dal buco, senza rendermi conto d'essere tale e quale a quel ragno e a quel buco. Mi sono domandato se esista nell'universo un moto- immoto, perfettamente stabile, un unico principio primo, un fine ultimo. Ho ricercato una qualsivoglia base, protezione, costruzione artificiale o naturale o esistenziale che sia! Ma, per quanto mi sia impegnato a fondo, non sono riuscito a cavare quel ragno che sono io dal buco che sono ancora io.
Mi sono chiesto cosa potesse voler dire essere Dio, ed ho chiuso il sipario, riaprendolo per cominciare un nuovo atto del teatro interiore. Questa volta ho immaginato un "cervello artificiale" che mi conosca nel profondo e che possa essermi complementare. Un "secondo cervello" che riesca a farmi comportare nel modo più corretto, nonché a farmi agire "infallibilmente"! Il compito di questo "nuovo" cervello sarebbe quello di analizzare a fondo ed in maniera "meccanicisticamente illuminata" tutti i miei pensieri quotidiani, setacciando i cattivi e fornendo l'altra faccia della medaglia ai buoni. Così facendo, questa "seconda" coscienza, coadiuverebbe la "prima" ed entrambe si annullerebbero, perché essendo infallibili si risolverebbero necessariamente nel loro contrario, rendendosi così, fallaci.
Ora, questo pensiero duale, che vede due vertici di un triangolo convergere in un unico punto "illuminato", m'ha fatto tornare al problema del moto- immoto, del punto primo e fine ultimo, e mi ha fatto ancora riflettere e mi ha fatto trovare una risposta che vede questo fine ultimo come inesistente, perché non c'è e non può esserci, perché lo spazio è l'unica realtà, perché non c'è un tempo che non sia spazio, perché non c'è un limite allo spazio e il tempo si dà solo fluttuando tra le infinite combinazioni possibili dell'essente! Qualsiasi genere di materia, ente, o qualsivoglia oggetto non è mai interamente statico, non risulterà mai perfettamente immobile, ma indagando a fondo nelle più piccole ed impercettibili molecole, vedremo come vi sarà qualcosa di ancor più piccolo da scoprire; e se anche un "miracoloso" ente fosse per un istante di millesimo di secondo completamente statico nel suo esser- ci, allora verrebbe urtato dall'altra infinità di minuscole ed impercettibili molecole che governano tutto il tutto del tutto.
Se questo sia il senso dell'esistenza non lo so, anche perché non mi è dato di saperlo; ma credo di aver assimilato un concetto fondamentale:
sembra che ora veda tutto muoversi, non riesca più a concepire nulla che sia fermo ed anche il solo pensarmi disvela il fluire delle impercettibili molecole del mio stesso pensiero o dei miei molteplici pensieri. Forse Krishna, la dea indiana della musica e della danza, è panteisticamente l'unica reale interpretazione che si possa dare al nostro infallibile, e per questo fallace, doppio teatro del divino moto immutabile ed eterno.
Movement is nothing, and so it is everything. Move yourselves!
Narciso Soares