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Il treno viaggiava a velocità sostenuta.
Il vagone, precisamente, il numerato otto,
arrancava, seguiva il corpo del bolide di ferro
con affanno sulle ruote roventi.
L'aria schizzava via al suo passaggio.
Strattonato nelle curve, il vagone procedeva alla
velocità di un corso di un fiume tranquillo, che
scorrevole, scendeva da una piccola montagna,
e andava a riposarsi nel letto della verde valle.
Il tutto, comunque non conforme
alla prassi della velocità stabilita dal guadagno.
Procedeva comunque il vagone del treno
contro le critiche che prendevano fuoco su doppi
binari allineati e scorrevoli della società
capitalistica e accumulatrice.
Tutto ciò, accadeva sotto la luce
intensa di un sole, di un'arancia raggiante.
Divorava l’aria il verme d’acciaio nel
percorso, questo per la fretta
di raggiungere la stazione di arrivo: " Bucava il
tempo, anzi, a volte lo anticipava, gli apriva la
pancia e si inoltrava.
Qualche passeggero dimenticava di osservare
l’immagine scorrevole della natura che
il treno attraversava rapidamente.
Quasi tutti gli occupanti delle carrozze
preferivano starsene a pigiare tasti di telefonino
quasi scarichi per la troppa sollecitazione.
Messaggi, musica e curiosità tecnologiche
si impadronivano del loro motore, o meglio,
della loro anima.
Il cuore d'ognuno di loro batteva lentamente.
Preferivano stare occupati col tatto piùche con la
vista. Questo, capitava anche se il finestrino di
vetro duro era invitante, doppio, scorrevole sulla
natura come lo schermo di un televisione in Hd e
tre D.
Evoluzione della scienza affaristica,
propaganda che colpiva nello stomaco .
Speriamo che non arriveranno mai al cuore,
sarebbe deleterio il tutto,
sarebbe la fine dell'uomo, la manomissione
radicale dei pilastri della sua anima, mi ripetevo.
Nulla si crea, se non per interessi corporativi su
questa terra.
L'uomo nsce avido di latte ...
Mia madre nel frattempo viaggiava da sola nella
terra del disfacimento mentale, aveva ottanta e
uno anni. A fatica, rammentava il tempo futuro
e quello passato, si divertiva a spendere soldi
per conservare una prassi che la legava al
mondo come l'ombelico del nuovo nato alla
madre: " Ho, possiedo, comando e sono
riconosciuta da tutti “ Altrimenti ...
Così faceva volare via colombe di euro,
scorrevano veloci come l’acqua dal rubinetto i
biglietti da cinquanta.
Quando non li aveva tra le mani o nel borsellino
colorato da splenditi fiori, perdeva il ritmo del
trascorso, piangeva, strillava come una
ragazzina alla perdita del primo amore.
L’abbracciavo, la baciavo, accarezzavo i suoi
capelli colorati resi tali dalla tintura che il
parrucchiera ogni quindici giorni curava.
Ci teneva alla sua vanità mia Madre.
Accadeva spesso ...
Improvvisamente, la Sua realtà si trasformava,
mia Madre diventava figlia, io padre, poi, in un
seguito breve, un susseguirsi di figure si
accavallavano al momento:
“ Figlio, nipote, cugino, amante, poi, marito,
muro di contenimento, la diga che regge, la
muraglia cinese. A tutte queste nuvole
immaginarie e non, fatte di idee e tristi
pensieri di fumo d'arrosto di un nuovo vissuto,
di atavico fuoco, la sua anima invadeva
prepotentemente il reale stare al mondo.
Ballavamo su una paittaforma non stabile sul
mare non quieto, illuminato da una luna bianca
che somigliava, quand'era un quarto, all'ala di
un bianco angelo.
Incendiava il tutto ...
quando scompariva mia Madre del sempre.
Il fumo invadeva il reale ...
Ogni logica scompariva nella foresta delle
sinapsi stanche di percorrere i ricordi.
Certo, le barricate che si costruiscono con la
forza del razionale servono a non far debordare
il pensiero astratto nel catino dell'ignoto.
Mi proponevo questo, quando mi
ritrovavo nell'arrosto del pensiero
che ardeva al fuoco dell'irrazionale illogico,
pensiero della mia prima Eva.
Eccezioni .... nel tramonto dell'età.
Non si sa altrimenti come finirebbe lo scontro
delle verità parallele.
Ogni verità forse ha un'età,
chi sà.
Certo, i treni non sono più come una volta, tutto
scorre veloce bruciando il tempo, così di questi
tempi, anche l’amore purtroppo bruciato, finisce
arrosto.
L’attimo del morso dei denti del sentimento è
quello di assaporare le morbide labbra
pieghettate dal lascito delle
parole, poi, frettolosamente scappa, tutto
passa e finisce, come mai l'accaduto abbia
lasciato traccia nel cuore.
Nuovi solchi si cercano, nuove pieghe sulla
membrana fragile di un nuove labbra si
adoreranno. Tutto questo, dura appena un
attimo di un falso tempo che non traccia strada
nelle arterie dei cuore.
Che tristezza è diventato il nobile sentimento.
Certamente, l'amore oggi è un gelato semplice
da gustare, si sta attenti a non sporcarsi le mani,
come se lo stesso sentimento fosse contagioso o
virulento nella sua forma sentita.
Tra la collina della mia infanzia,
ripercorrendo l'adolescenza e gli addietri anni di
mia Madre, il treno procedeva spedito.
Si lasciò andare nel corpo e nell'anima mentre
era seduta sulla poltrona comoda del treno.
Ebbe un momento di paura, un attimo di
angoscia come un fuoco , consumò la breve
fragile ragione, il fiume travisò dai suoi occhi.
Le Sue lacrime perle.
I Suoi baci carezze di rose.
Le Sue mani balsamo.
Ogni dolore volava via …
Come le rondini col mal tempo.
Il treno procedeva senza soste,
si riattraversavano territori conosciuti e non, su
binari ferrosi e nuovi.
A tratti ridevamo della destinazione,
dell’ultima fermata dell’oblio.
Nessuno di noi due sapevano della stazione
ultima.
Giocavamo nel viaggiare a rappresentarci chi
eravamo.
Ci scambiavamo i ruoli in un infinito nulla che ci
aspettava, ci tenevamo stretti con le mani senza
paura.
Il mare nei tuoi occhi,
primo elemento vidi.
Il tuo corpo una terra di conquista,
ricordo ancora le irte colline.
I capezzoli come alberi eretti.
Le carezze della tua terra
sul mio corpo.
I primi sorrisi,
l’ odore,
il sapore di tutta Te nella mia vita
che procede su binari ferrosi,
e mi incoraggia,
mi da lo slancio come una fionda
per andare avanti.
Madre mia,
mai, non dovrai scendere dal vagone
da sola. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«Il racconto narra dei passi a volte veloci, altre, di passi lenti nel cammino della vita. Del dolore soprattutto, che colpisce quando si intravede il viale di chi ami diventare sempre più buio.» |
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