Penso che non siano molti a ricordare il senso di questa espressione.
Intanto direi più maschi che femmine e poi, poi bisogna appartenere ad una generazione di ragazzi cresciuti.
Oggi sentiamo parolacce ovunque, fanno parte del nostro linguaggio, siamo abituati a questo gergo colorito, una volta non erano ammesse.
Guai in casa a pronunciare una parolaccia, si sarebbe scatenato un putiferio.
-da chi l’ hai sentita? Chi frequenti? A casa nostra…-
Era sentimento comune non dire parolacce tanto che, anche nei fumetti, erano ammesse solo espressioni colorite.
Un personaggio di allora era Blek Macino, un trapper del Maine che lottava contro le “ odiate giubbe rosse”.
Per imprecare Blek diceva “ corna di mille alci”.
Blek e Capitan Miki erano i giornaletti che leggevo di più, erano anche quelli che costavano meno.
Uscivano in formato striscia ed erano gli unici che potevo permettermi.
I compagni più ricchi compravano Mandrake, L’ uomo mascherato, Tex o addirittura Gordon Flash che in assoluto era il più bello, ma il più costoso.
Però avevo un nonno ricco, ricco per i miei canoni di allora.
Sorrido a dire ricco, ma per come si viveva allora lo era davvero per noi.
Mio nonno abitava a Popoli, piccolo paese d’ Abruzzo e noi si andava da lui d’ estate quando i soldi a casa non bastavano.
Leggevo a casa sua la Domenica del Corriere, prendevo la pizza dal forno di Laurino tutte le mattine, la domenica si mangiava persino il sugo con i piedi di agnello e… sciccheria delle sciccherie persino le paste, soprattutto pesche, bombe e cannoli.
Con nonno viveva una zia che noi chiamavamo Pajetta.
Pajetta era un onorevole del PCI molto combattivo, non che zia fosse comunista, ma era una che litigava facilmente.
Povera zia, non ha avuto una bella vita.
Oggi non ci sono più, come non ci sono più i miei genitori.
Quando i soldi non bastano, non abbiamo un posto dove andare e la pizza del forno non potranno mangiarla i miei figli.
Strana la vita, alle volte ti tira degli scherzi strani e se rimani indietro fai fatica a recuperare.
Però mi rimane il sapore in bocca della pizza di quel forno e l’ immagine di mio nonno che mi da di nascosto dei soldi per potermi comperare i giornaletti.
“ Corna di mille alci” come è strana la vita.
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