Dalla vetrina di un antiquario di Parigi, li osservo passare.
Sono tanti ma tutti molto distratti o forse poco interessati a diventare protagonisti di una storia vera: la loro storia.
Eppure io mi trovo lì, proprio davanti ai loro occhi che saltano da un titolo all'altro come stambecchi di alta montagna, senza peraltro notarmi.
Dovrei saperlo che io non sono come gli altri, che per come son fatto non mi lascio scegliere ma scelgo, che non vengo notato ma noto e che non mi metto in evidenza ma chi mi possiede si distingue.
Frutto della penna le cui origini si perdono nella notte dei tempi, fui partorito da una mano sacra, la cui creativitá attinse ispirazione direttamente dalla coscienza divina.
Una mano che saprei riconoscere tra mille, una mano che nel mettermi al mondo, ha sottratto un pezzo di eternitá all'infinito.
Una mano della quale sono alla ricerca e che so un giorno verrá a cercarmi.
Io attraggo le anime pure e sono un magnete irresistibile per chi vuole sondare la profonditá del proprio io, ecco perché devo fare molta attenzione a distinguere il richiamo dell'ego.
Non voglio che qualcuno, nel venire a contatto con me, si faccia male; per questo motivo sono io a decidere con chi relazionarmi.
Posso essere molto pericoloso, posso dare un potere che non conosce limiti e togliere la capacitá di discernere dove comincia la realtá rispetto a dove finisce l'illusione.
Le mie radici si perdono tra le pagine del tempo, fui concepito con l'intento di nascondere un segreto sconvolgente e di proteggere una veritá assoluta.
Credo che nello scrivermi lei non sapesse che avrei potuto segnare la sua fine, o forse la sua natura squisitamente generosa ed altruista ha ritenuto di poter sacrificare il destino del suo presente per il futuro della storia di tutti.
Da quando lei terminó la mia stesura io fui costretto a scappare, a nascondermi... a riscrivermi.
Piú di una volta ho guardato in faccia la morte, ma deve essersi intimorita nel leggermi al punto da decidere di risparmiarmi.
Scampato allo sterminio dei catari all'epoca dell'inquisizione, rischiai di essere bruciato nei roghi destinati agli eretici ed alle streghe.
Da allora viaggio costantemente braccato dal buio che vuole impedire alla luce di fagocitarlo.
Dopo di lei poche altre sono state degne di me.
La mia é un'ereditá ricca ma impegnativa: possedermi significa essere invincibili ma si corre il rischio di lasciarsi sopraffare dall'energia che mi caratterizza e che, se mal incanalata, porta all'autodistruzione.
Quando per mano di un milite francese al servizio del re Filippo IV, detto il Bello, venni sottratto dalla custiodia dei templari e gettato dalla torre campanaria di Nô tre Dame sulla piazza antistante la cattedrale, per un attimo credetti che il mio epilogo fosse ormai prossimo.
Ma il destino ha sempre un piano di riserva per gli eroi, per i folli e per gli impavidi come me.
(continua...)