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La solitudine del gatto

Biografie e Diari

Capitolo secondo.
Quando negli anni trenta dello scorso secolo, ci fu la grande depressione, molti uomini d’ affari, presi dal panico, ma soprattutto dalla disperazione dovuta al loro nuovo stato di povertà(avvenuta tra l’ altro in modo così inaspettato) si uccisero facendola finita. Lo spettro di un presente e un futuro da “ povero” sopraffece quegli uomini e donne; passare dal benessere, dal lusso alla miseria più nera fu davvero terrorizzante! non videro altra via di uscita, se non che la morte, il suicidio. Troppe cose si erano perdute: il successo, la preminenza e il potere; sarebbero state solo cose passate. Le mogli e le amanti, perfino l’ affetto dei figli, probabilmente sarebbero andati perduti! gli amici, le conoscenze dovute allo stato sociale privilegiato, si sarebbero elegantemente ma inesorabilmente eclissate: perché pochi, se non nessuno, ha il coraggio di starti accanto nella disgrazia, specialmente se questi li avevi “ acquistati” con la ricchezza. Quindi la solitudine desolante che “ ti” sarebbe piovuta repentinamente addosso, sarebbe stata pertanto insostenibile.
Nel pieno della vita, può pioverti addosso, la malattia e anche questa, può essere paragonata ad una grande recessione che ti trasforma da “ ricco “ a povero in canna. L’ indipendenza fisica e psicologica, vengono all’ improvviso a mancare; il benessere dovuto al lavoro, termina se non sei in grado di lavorare; la famiglia e il rapporto coniugale entrano in crisi se non si è abbastanza forti da ambo le parti. Gli amici e i colleghi, specie se fai un lavoro d’ equipe,(come il musicista) scemeranno inesorabilmente nel giro di poco, fino a finire del tutto. Chi non è più utile, diviene come un morto che cammina, uno zombie sul quale non puoi fare affidamento; entri nel limbo dei dimenticati: nella morte civile! In quegli anni di solitudine e di infermità, era passato attraverso a stati d’ animo inquieti e tempestosi come un mare arrabbiato e schiumante, che spruzzava violenti flutti pieni d’ amarezza; il cielo tutto intorno, allora diventava buio e tetro, rendendo l’ atmosfera satura di disperazione. Come il mare in burrasca, urlava e ululava, spaventando chiunque volesse solcare con coraggio, quelle sue amare acque; (seppure esisteva!).Ciò che gli era detestabile oltre ogni dire, era l’ indifferenza degli altri al suo disagio. A volte si era confidato, esprimendo a qualcuno quello che provava, quel sentirsi perennemente rifiutato, malgrado il suo bisogno d’ amare e di essere amato. Allora gli si diceva, che in fondo dell’ amore delle donne, se ne poteva fare a meno, che star soli non è il peggiore dei mali e che le proprie sofferenze sono sicuramente minori di quelle di chiunque altro. Detestava quel atteggiamento che nascondeva (neanche tanto in fondo),una superficialità di giudizio invece, molto profonda .Possibile( si chiedeva) che non capissero che pure lui, aveva il diritto come chiunque altro, all’ amore? Poi riflettendo comprendeva finalmente il vero motivo del loro giudizio: al loro pensare:< lui così gobbo e storto, così brutto d’ aspetto nella sua malattia deformante, non poteva “ meritare” ciò che invece tutti hanno.> Punto e basta! Adesso, la speranza di far innamorare una donna, era veramente al lumicino; difficilmente ci sarebbe ancora stata qualcuna per dirgli: ” sono pazza di te” anzi! Forse mai nessuna glielo aveva mai detto o perlomeno egli non se lo ricordava più.Eppure nel suo ormai lontano passato, aveva amato ed era stato riamato: non considerando le molte avventure di quando giovanissimo suonava nelle rock band, si era infine sposato( per essere comunque lasciato dopo tredici anni, all’ età di soli quaranta tre anni) altre due storie abbastanza importanti ma non abbastanza per coronare in un nuovo matrimonio … quindi altre avventure più o meno lunghe e al fine la malattia insidiosa, lenta ma inesorabile lo aveva trasformato da un normale bel uomo, ad un “ essere” segnato ed orribile, senza più nessuna attrattiva fisica. Ed ecco che a soli cinquantanove anni, l’ unica “ femmina ” che accettasse le sue carezze, altri non era che una piccola affettuosa gattina, divenuta oramai la sua unica inseparabile compagna.




Quando gocciolante monotonaLa pioggia scivola sul vetroDella finestra chiusaAl mondo di fuori- del ieri passato-
Risolvo la cosa disegnando cuori, appannati e divisi da rivoli d’ acquaChe la gattina cerca di prendere- disperatamente- ma,è tempo già andato
quello che non riescono a fermare le nostre zampe- cara micia -è ormai sceso per semprenon puoi riaverloadesso è sparito
queste gocce sul vetro sonoal di là dei nostri concetti rimastiperciò accontentati di zampettarenei miei cuori segnatisul fiato che condensa… spirato.
Quando anni prima aveva conosciuto Daniela, già all’ ora aveva un gatto, un maschio e con tanta voglia di femmina, proprio come quella che benché colpito da quella lenta ma inesorabile malattia, coinvolgeva ancora tutto il suo essere. A parte la s. p.a.(spondilite anchilosante) si sentiva giovane e il suo cuore di ragazzo, anelava all’ amore, quello vero, dato che guardando a ritroso nel tempo e riassumendo tutte le sue storie,(compresa quella del suo matrimonio fallito) se ne rendeva conto, gli era stato negato .La vita fino ad all’ ora non gli aveva ancora regalata la donna della vita e probabilmente nessuna lo aveva ancora, veramente amato. E pur capendo che troppe “ voci” al negativo, riempissero il “ suo foglio di richiesta d’ amore”… la sua pretesa, il suo bisogno, erano forse proprio a motivo del suo nuovo stato sociale e di salute particolarmente alte, fino al parossismo. Daniela, era la c’ ordinatrice del servizio da lui richiesto e finalmente aveva accettato insieme alla ” sociale” di prestargli l’ aiuto di cui aveva bisogno: si trattava di accompagnarlo a far la spesa, accudire alle faccende, pagare le bollette, andare dai medici; lui oramai non guidava e avendo la malattia attaccato la spina dorsale, impedendo di molto i movimenti ed avendogli perfino causato un vistoso spostamento delle ossa del bacino e del croceilliaco, accorciandogli perciò la gamba destra senza contare i continui dolori .Insomma, con l’ entrata di questa donna nella sua vita, gli si regalava qualcosa di prezioso e che si sarebbe rivelato nel tempo incommensurabile.



Purtroppo quando si tratta di valutare un simile “ dono” lo analizzi nel caso, innanzitutto per il suo uso specifico: l’ aiuto alla persona,. che Pino reputava indispensabile; solo in seguito, egli si rese conto della bellezza interiore di Daniela, che insieme alla sua fisica ma discreta avvenenza lo conquistarono con troppo ritardo però, nel logico ordine delle cose. Innamorarsi di una donna che sai sola ma che può in ogni momento trovare qualcuno, dovrebbe spingere qualunque vero uomo, a cercare di conquistarla il prima possibile, senza badare alla circostanza che li fece conoscere! Invece Pino con i suoi complessi pieni di remora vere e fasulle rinunciò almeno all’ inizio a quel sentimento che sentiva nascere in lui.
Un vero uomo! Ma lui non si reputava più tale da quando sentiva fin dentro l'anima, l’ insinuante giudizio affrettato dei molti, che non lo reputavano più un uomo completo. Sconsiderati invece a dir poco, con criminale leggerezza, lo consideravano semplicemente e solamente: un povero storpio e perciò un inetto. C'era poi il timore che le donne provavano nei suoi riguardi di essergli in qualche modo piacevoli ;il terrore di diventare "desiderabili" per lui, imponeva loro di mantenere le dovute distanze, erigendo a volte, persino un muro invalicabile, chiudendo così gli occhi, davanti alla sua brillantezza, al fascino che malgrado tutto permeava ancora il suo essere, datogli dalla cultura e capacità creativa che da sempre lo caratterizzava. Almeno questo pensava di se quando l'autostima era a livelli ragionevoli, anche se proprio per il pensiero degli altri e per il generale rifiuto ad accoglierlo, il più delle volte si auto denigrava negandosi quindi qualsiasi cosa.. Per esempio: quante volte aveva pensato di scrivere un vero libro. .un romanzo che evidenziasse nel racconto, il suo malessere di vivere una vita a metà, con ormai troppe lacune, tanti vuoti che formavano infine il grande vuoto profondo come un baratro, il lungo crepaccio che lo divideva dal resto del mondo con neppure una passerella, un piccolo ponticello che gli permettesse invece di attraversare, quello che per lui, si era trasformato in un insormontabile ostacolo: il disinteresse del resto dell‘ umanità.
Forse -si diceva-,mettere per iscritto la sua non vita, eppure l'attaccamento che invece provava con tutto il cuore verso la "stessa"..avrebbe permesso a se stesso ma anche ad altri, di comprendere finalmente che creare barriere per motivi di diversità,menomazioni che fanno concludere che sei diverso, non normale nei confronti di chi invece non lo è(almeno all’ apparenza.) In fondo è una grande stupidaggine, o perlomeno una dimostrazione di superficialità,una mancanza di sensibilità il solo pensarlo. Cosa era la normalità? In un mondo così vario, variegato nei suoi mille e mille colori, fa diventare la parola"normalità"un semplice concetto astratto .Ciò che è normale per me magari non lo è per te! A seconda del luogo di nascita perfino il dialetto il normale dialetto della tua regione, cambia radicalmente, se solo ti sposti di poche centinaia di chilometri; quello che era normale diviene ora anormale, diverso. Diversità!Una parola che a seconda di come l'applichi può diventare oltremodo odiosa, inaccettabile e può uccidere civilmente! Può escludere, precludere dalle "normali"gioie della vita una persona che prova invece sentimenti universali, come l'amare un altra persona, avere velleità artistiche, idee..progetti .La vita diventa "non vita",diviene alienazione, estraneità;solitudine!


Pino Pennisi Boccaccino 07/02/2014 19:59 1128

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
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Pagine: 132 - € 10,00
Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061


Libro di poesieIn tema d'amore
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Cinque temi, più di cento poesie in cui si esprime la passione amorosa in poesia: - Il primo amore - Le parole che non ti ho mai detto - Dammi la buona notte! - Uno sguardo per dirti “Ti amo” - Ti lascio un mio sospiro

Pagine: 156 - € 12.17
Anno: 2008 - ISBN: 978-88-95160-15-3


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Ritratto di Pino Pennisi Boccaccino:
Pino Pennisi Boccaccino
 I suoi 10 racconti

Il primo racconto pubblicato:
 
Io ucciderò!Anzi: Già uccido (16/10/2011)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
Non esiste la solitudine (09/11/2014)

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Obbligatoriamente, soddisfacentemente (11/04/2014)

Il racconto più letto:
 
La Lettera (23/01/2014, 8296 letture)


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