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Il giardiniere delle anime in attesa

Dramma

"Buongiorno Signora Green, come va?".

"Buongiorno Eddy, non molto bene. Sono angosciata. Questa attesa mi sta uccidendo". "Povera me! Che frase infelice. Scusami caro Eddy, ma come puoi sentire il mio modo di parlare è ancora inadeguato. Sono giorni che aspetto e mi sto chiedendo come mai ci impieghino tutto questo tempo".

"Signora Green non si deve preoccupare. Le assicuro che è assolutamente normale. Non si deve avere fretta, perché non credo sia facile decidere l'eternità. Tuttavia, penso che non vi siano dubbi su di lei. Le sue memorie mi hanno toccato il cuore e sono convinto che la sua vita sia stata spesa bene. Ha sempre circondato di affetto e attenzione i suoi cari e tutto questo ha la sua importanza. Mi creda".

"Ho fatto il possibile Eddy. Però ora mi sento come una studentessa all'esame di stato. So di aver fatto tanto, ma la domanda è sempre la stessa. Avrei potuto fare di più? Ho commesso errori importanti? In vita tutto quello che realizziamo ci sembra sufficiente. Siamo talmente indaffarati a coltivare il nostro piccolo orticello che non ci rendiamo conto della vastità del vivere. Nello stesso istante che sentii l'abbandono, il mio ultimo pensiero abbracciò i miei cari e mi chiesi se ero stata una buona moglie e madre. Da questa sponda osservai il mio funerale e mi commossi nel vedere tanta affettuosa partecipazione. In quell'istante capii che avevo lasciato non solo tracce, ma veri e propri percorsi, pieni di amore, che i miei cari avrebbero potuto seguire anche senza di me. Ho un solo rimpianto: non aver conosciuto la mia nipotina. Lei nasceva e io morivo. Il destino è un clown e noi siamo il suo gioco preferito. Sì. Sono stata bene, forse troppo e ora ho paura dell'eternità, abituata come sono a porre confini a tutto ciò che penso o immagino. Temevo la morte, ma in questo momento credo che mi spaventi di più la non conoscenza del dopo".

"Non si preoccupi cara Signora, non resterà qui a lungo. Presto sarà chiamata e troverà un bel mondo, dove potrà far vivere in pace la sua anima. Non ci saranno limiti e lei potrà diffondere amore, in una sorte di continuità con quello che faceva in terra. La vita è un esame, l'eternità, una conferma. Adesso le metto un bel vaso di crisantemi così gialli da illuminare anche le notti più oscure e il suo timore si dileguerà". "A domani e nel caso non la sentissi, le auguro un bellissimo viaggio. Se lo merita".

Eddy sapeva che non sarebbe rimasta a lungo e un po' se ne rammaricò. Era bello ascoltare i suoi pensieri, i ricordi di una vita piena e felice. Esisteva così poca soddisfazione in giro e ascoltare la storia della signora Green gli donava speranza e voglia di essere migliore.

"Buongiorno Mister Red. Le piace il colore acceso di queste rose?".

"Oh caro Eddy, che belle! Questo colore mi ricorda le rose rosse che regalai a mia moglie la sera che le chiesi di sposarmi. Che gioia quando i suoi occhi si offuscarono e senza dire una sola parola mi abbracciò fino a stritolarmi. Mi sentii grande, più potente di un vento impetuoso. Lei mi donò la sua vita e io cercai di ricompensarla a dovere. Quante volte ho sperato di non sopravviverle e quando sentii l'abbandono, ero felice perché fui io il primo ad andarsene. Non ho avuto una vita lunga, ma sono stato ottimamente e non la cambierei per nulla al mondo. L'amore che ho ricevuto mi accompagnerà per l'eternità. Spero di non perdere i miei ricordi, perché sono come una fiaccola in questo cavernoso buio. Vorrei che il nuovo mondo fosse bello come il precedente e mi auguro di rivedere la mia amata Sally". "Grazie Eddy per la tua gentilezza. Quei fiori sono così belli che vorrei sentirne il profumo. Cercherò di immaginarlo. Questo posso ancora farlo".

Eddy depose il vaso di rose sul manto erboso della tomba e dopo una spolveratina alla lapide, proseguì nel suo lavoro. Chissà se i ricordi resteranno dopo il viaggio eterno. Sarebbe stata una bella consolazione avere un passato da coltivare per sempre. Un lungo libro per ricordare ciò che si era. Eddy amava i ricordi e poco importava se venivano rievocati da altri. Lo facevano sentire vivo, quasi essenziale in mezzo alla confusione di un mondo che continuava a disperdere.

Lentamente arrivò vicino alla lapide di Mister Black. Non gli piaceva passare in quel posto, perché avvertiva tutta la disperazione di chi aveva gettato un bel dono senza goderselo.

"Non ti preoccupare Eddy, me ne sto per andare. Sento che il momento si avvicina. So cosa stai pensando e hai perfettamente ragione. Ho avuto una vita orribile, persa nella totale indifferenza e priva di sentimento. Ormai è tardi per riparare. Ho sciupato tutte le occasioni che mi furono offerte, perdendo il mio tempo a rimpiangere ciò che non avevo nemmeno cercato. Ho lasciato la mia ragazza incinta e rinnegato mio figlio, impegnato com'ero nella ricerca di valori futili come il nulla. Poi mi sono ravveduto, ma ormai mio figlio viveva la sua esistenza, senza alcun bisogno di me. Sono stato più vile di un impaurito traditore e non l'ho mai cercato, convinto del fatto che mi sarei gettato ai suoi piedi se solo mi avesse donato uno sguardo. Sono morto così, o meglio, sono sempre stato come un morto che guarda la vita passargli accanto, senza mai afferrarla. Non avrò una bella eternità e spero di perdere tutti i ricordi del mio trascorso di uomo che non ha vissuto".

Eddy si commosse. Depositò sulla terra una grande margherita, un fiore semplice e bellissimo che poteva infondere gioia e rasserenare l'anima. Chissà che non fosse servita a qualcosa. Continuando nel suo lavoro, il giardiniere delle anime in attesa pensò a quanto fosse brutto avere dei rimpianti, soprattutto quando l'orto della vita non poteva essere ulteriormente coltivato. Potrebbe essere l'eternità il percorso per la propria espiazione? Con questi pensieri arrivò da Erica.

Si era innamorato di lei fin dal primo momento che aveva visto la foto sulla lapide. Capelli lunghi e biondi, un viso angelico dove si intravedeva un accennato sorriso, timido come piccole gemme, appena spuntate, che vogliono sorridere al sole. Erica era già partita, ma ricordava ancora le sue parole e tutti i giorni continuava a parlare con lei, in una ipotetica conversazione a due.

"Eccomi Erica. Guarda che bel giglio. Bianco e puro come il tuo sorriso. Non so se tu mi possa sentire, ma ti parlerò fino al momento della mia partenza. Ricordo ancora quando mi narravi di te, della tua breve vita, dei tuoi sogni spezzati, di tutti i traguardi che avresti voluto raggiungere. Spero che la tua eternità sia bella come il tuo viso. Spero che tu non rimpianga la vita terrena, la famiglia che non hai avuto, le sensazioni non provate. Però io sono qui e ogni giorno ti parlerò dei miei istanti, delle mie emozioni, affinché tu le possa immaginare. Sarò io il tuo collegamento con quella terra che hai lasciato, fino al momento in cui ci ritroveremo. Nel durante voglio sentire scorrere la vita dentro di me. Voglio conservare tutto quello che a un uomo non deve mancare e tutto questo per poterlo raccontare a te. Allora riempiremo la nostra eternità di gioia e amore e ci costruiremo un mondo tutto nostro, dove le nostre anime potranno unirsi e toccarsi per sempre".

Eddy distese delicatamente il bianco giglio sul piccolo giardino di Erica. Poi tolse le foglie cadute dalla quercia e lustrò il vetro che copriva la foto della giovane amica.

Improvvisamente sopraggiunse un pensiero e prima di andarsene scelse una figlia dell'albero e la depose vicina al giglio. Il giardiniere pensò che anche una semplice foglia secca faceva parte di quel mondo che Erica aveva prematuramente lasciato.

Paolo Gugnoni 22/01/2014 19:15 1411

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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