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Viola non aveva sei anni quando sua madre, restata vedova, iniziò una nuova vita con un uomo che ricorda con tenerezza, data la giovane età, non ricorda perché avesse preso l’ abitudine di chiamarlo babbo. La sua vita apparentemente tranquilla era in realtà piena di timori, si sentiva sola. Periodicamente il babbo partiva per andare a trovare sua figlia, quella vera, si chiama Giovanna, tornava con tanti regali, soprattutto libri che le venivano dati come un suo dono , le sue foto in casa occupavano un posto d’ onore. Ebbe inizio tra loro una fitta corrispondenza, lettere che sua madre inviava personalmente leggendone le risposte, parole dolci, come solo una sorella sa scrivere. Si affezionò come l’ avesse conosciuta, con la speranza che prima o poi il padre l’ avrebbe portata in uno dei suoi viaggi . Trascorse il tempo senza che questo accadesse, non riusciva a capire, benché sapesse leggere, il perché fosse sempre sua madre a leggere le risposte. Passarono gli anni, non ci volle molto a capire che in realtà Giovanna, non aveva mai scritto nessuna lettera, ma intanto col tempo imparò ad amarla sia pure conoscendola solo attraverso le cose che le venivano lette e le foto . Perché i suoi genitori inventarono una storia così atroce? La feriva quel amore inventato, una sorella inventata… Non disse nulla, giurò a se stessa che un giorno sarebbe andata a trovarla raccontandole il suo dramma. Da adulta parlò con l’ uomo che aveva considerato suo padre, gli disse che era il momento di realizzare il suo sogno, incontrare Giovanna. Partirono presero alloggio in una bella cittadina dove Giovanna abitava. La mattina senza essere accompagnata, andò a casa sua, ad aprirle fu lei, Giovanna… finalmente la vide per la prima volta… era bellissima, perché l’ abbracciò stringendola? La fece accomodare le offrì un cafè, le sorrideva. Le disse di essere a conoscenza della sua esistenza, ma che non provava verso di lei nessun sentimento . Tutto procedeva serenamente sino a quando Viola non commise un errore tremendo, pronunciò la parola Babbo parlando dell’ uomo che l’ aveva allevata, in quel momento si sentì nuovamente privata dell’ amore che gli era dovuto. Iniziò a piangere disperatamente, a sua volta raccontando il suo dramma, le difficoltà, la sua solitudine, piansero insieme, a nulla valsero le ragioni di Viola quando le disse che erano state due vittime, lei non poteva avere colpe, in realtà non ebbe mai il suo amore ,non si interessò di lei, della sua educazione, permettendo a sua madre di commettere persino l’ errore di non mandarla a scuola, benché ne avesse la possibilità. La cosa atrocce fu quando Giovanna le disse di non voler vedere suo padre, che seduto in un bar nel lungomare, aspettava lo chiamasse. Si salutarono, non si videro mai più. Per semplice cortesia ogni tanto la sentiva al telefono per le festività. Viola realizzò il suo sogno, conobbe una sorella dell’ amore i inventato… storia che Pamela Villoresi lasciò che Viola raccontasse nella trasmissione televisiva Mille e una donna. Suo padre morì senza darle mai una spiegazione plausibile, del perché avesse inventato l'amore di una sorella, che nel suo cuore ancora oggi considera sua sorella. Tra quelli che videro la trasmissione qualcuno le chiede se il suo sogno si è realizzato, che Giovanna la chiami e insieme si ritrovino a pregare su quella tomba che aspetta di vederle finalmente insieme e felici.
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Una storia triste, ha suscitato molto interesse.. (daniela dessì)