Alle quattordici in punto, Massimiliano con la sua porche nera passa a prendere Manuela. Puoi anche parcheggiarla, il mini ristorante è a due passi. Ti ho detto, ho solo un’ ora.
Massimiliano parcheggiò l’ auto e si avviarono alla rosticceria.
Un panino con prosciutto le bastava a tirare avanti per il pomeriggio.
Massimiliano prese un tramezzino con il tonno.
Si sedettero, e una chiacchierata tra un boccone l’ altro fece passare subito quell’ ora. Il tempo quando meno te l’ aspetti fugge veloce dietro le lancette e non fissa il giorno ma gli attimi dietro un fuggir di anime.
Mi prometti che verrai a cena con me? Ho smesso di promettere da tempo, la vita si prende come ti si presenta e non c’è bisogno di programmare. Odio programmare un appuntamento, specie se di piacere, sarebbe come puntualizzare che sei lì perché l’ hai deciso e non perché hai la necessità di…
E’ la mia filosofia di vita, il lavoro si programma, la vita si vive.
Non riesco a fare altrimenti, se hai la necessità, il desiderio mi chiami, ed io altrettanto … se ci troviamo liberi…
Ne ho fatti tanti di sbagli, ho dato fiducia, ed ora mi ritrovo a dover dire il perché tanto amore se non si è sinceri abbastanza.
Ho sempre cercato, continuò Manuela di far capire che le donne non sono tutte uguali e alcune hanno bisogno di più affetto, ma la vita non sempre regala ciò che si vuole e ciò che si ha il bisogno, un bisogno non fisico ma mentale, psicologico, insomma sono delusa, dibatté Manuela.
Massimiliano l’ ascoltava come incantato da quelle parole e non disse una parola. Va bene. Questo è il mio numero, chiamami quando vuoi e senti quel bisogno… io ci sarò… se posso. Il tuo?
Manuela fece uno squillo al numero dato da Massimiliano…. questo è il mio. Buona giornata. Grazie delle belle parole, incantato, e della compagnia. Buon prosieguo di lavoro. T’ aspetto! Chiama!
Ciao Manuela.
Ciao Massimiliano.
E così dicendo, entrò in banca.
Massimiliano memorizzò il numero sul cellulare facendo attenzione a non perderlo. Andò via, pensò tra sé, non mi chiamerà…
Passarono i giorni, settimane e Manuela dal canto suo non aveva chiamato il bel sconosciuto. Massimiliano aspettava il suo squillo.
E andò avanti così … nelle attese.
Un giorno Massimiliano si decise a inviare un messaggio alquanto breve ma conciso. Cena o pranzo?
Il display si illumina di verde una scritta lampeggiante….
Manuela rispose… cena.
Lungomare … in serata.. Aveva omesso i particolari di ora e posto.
Ma Massimiliano sapeva dove abitava, e non disse nulla.
In serata lo vide arrivare dalla finestra con la sua auto e parcheggiare.
Uscì dalla sua casa e lo salutò.
Andiamo prima a farci una passeggiata lungomare, a Manuela piaceva lo sciabordio delle onde che sbattevano sulla costa e irrompevano i pensieri.
Allora disse Massimiliano, che mi racconti? voleva rompere il ghiaccio ed essere carino. hai lavorato? sei stanca?
La stanchezza c’è ma il lavoro nobilita l’ uomo e ci fa vivere.
Non posso lamentarmi. E tu? Non ti ho mai chiesto che lavoro fai?
Sono un gigolò della vita. Manuela si ferma e lo guarda.
Massimiliano temendo una brutta reazione, la tranquillizza dicendole : non è vero! Ho un’ azienda tutta mia. Sono il responsabile di una multinazionale. Addirittura, rispose Manuela.
Sei importante! E lui… si è importanti solo se si è felici, se quello che hai puoi dividerlo con chi ami e quello che non hai lo puoi costruire.
Ho una visione ampia della vita, proprio come te.
Ognuno fa delle cose, e pensa di farle bene, ma poi a sera se si è soli tutto scorre via nel cestino.
La materialità non ha funzione operante se al di là da questa sei prigioniero di falsi preconcetti che non si mettono in chiaro.
Cioè? Rispose Manuela…
Insomma il vivere non è sapere che va avanti ma saper andar avanti col vivere. Ed essere qualcuno ti può far vivere bene ma non ti dà la certezza di fare bene. Le apparenze non mi piacciono, farsi vedere ed essere importanti ti dà sollievo per un poco, poi le cose non sono per sempre.
Solo se hai qualcuno per poterle dividere allora hanno valore.
Hai ragione, è la stessa visione di vita che ho io, rispose Manuela.
Dove mi porti? Cambiò discorso.
In un locale qui vicino, non lontano, si mangia a base di pesce e la musica in sottofondo fa compagnia. Ti va? altrimenti dimmi tu? dove vuoi andare?
No, no. Va bene qui vicino, così subito torniamo a casa.
Domani si lavora.
Arrivati al ristorante, iniziarono a raccontarsi cose futili e non facendo più discorsi impegnativi sulla vita.
La serata così terminò. Manuela aveva trascorso una bellissima serata e da tempo non si divertiva in maniera speciale.
Tornati a casa, si salutarono e ognuno entrò nella sua abitazione.
Manuela pensava fosse un angelo venuto dal cielo, ma non voleva abituarsi a quell’ idea, ricordò a se stessa di non voler soffrire più.
Quando si svegliò la mattina seguente l’ auto di Massimiliano non c’ era.
Pensò fosse andato a lavoro presto e lo chiamò sul cellulare.
La sua voce rispose subito come se aspettasse quella telefonata… dove sei? Mi hanno chiamato stanotte… urgenza.
Mio padre non sta bene. Sono in viaggio.
Mi dispiace. Fatti sentire presto. Massimiliano capì solo allora le parole di Manuela quando gli disse … bisogna chiamare quando uno se la sente e non deve essere una programmazione di orario.
Manuela aveva sentito la necessità di Massimiliano e aveva chiamato.
Percorse l’ autostrada pensando alle parole di Manuela....
continua...