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La fonte dimenticata

Ragazzi

C’era una volta una coppia di sposi molto poveri che abitavano in una misera casetta ai margini di una foresta. Vivevano coltivando uno piccolo orto che riusciva a malapena a dare quel tanto che li potesse sfamare. La loro vita scorreva serenamente ed essi non chiedevano nulla di più di quanto avessero, se non la benedizione di avere un figlio. Un giorno mentre si recavano a lavorare nei campi, incontrarono sulla loro strada un povero vecchio, curvo sotto il peso degli anni, che chiese loro un po’ di pane per sfamarsi. I due sposi senza pensarci due volte, presero dalla bisaccia quel po’ di pane che avevano con loro e lo divisero con il vecchietto che li ringraziò dicendo: - siete buoni d’animo e vi voglio ricompensare - mise le mani nella sua profonda bisaccia, tirò fuori un grosso seme e porgendolo ai due sposi aggiunse: - piantate questo seme in una notte di plenilunio, nella radura che si trova nel cuore della foresta vicino alla fonte dimenticata, vi recherete ogni giorno al sorgere del sole e innaffierete il seme con l’acqua della fonte. Col nuovo plenilunio dal seme nascerà una bellissima bambina, ma state attenti, la bambina non dovrà mai bere l’acqua di quella fonte, altrimenti così come è apparsa scomparirà e tornerà nel mondo magico da cui proviene.- Detto ciò il vecchio sparì lasciandoli perplessi e increduli. I due coniugi tuttavia si misero alla ricerca della fonte dimenticata. Perlustrarono la foresta e trovarono la radura di cui parlava il vecchio: il luogo, che aveva al centro un vecchio fontanile in cui si specchiava la luna, emanava un alone di mistero e di magia tanto da far pensare che da un momento all’altro sarebbero spuntati dal folto del bosco fate e folletti per danzare al chiaro di luna. Così, mentre la luna piena sorrideva dal cielo stellato, i due piantarono il seme. Tutte le mattine si recavano ad innaffiarlo. Passò un mese, i due sposi trepidanti si recarono nella radura dove vicino al seme da loro curato, trovarono addormentata una bambina dai capelli neri come la notte e dalla pelle bianca come la luna. Non ci sono parole per esprimere la gioia immensa provata dai coniugi!Appena svegliata, la fanciulla abbracciò la coppia chiamandoli mamma e papà. Passarono gli anni, la bambina divenne una bellissima ragazza intelligente e curiosa. I genitori le avevano permesso di crescere libera e felice e nei campi aveva imparato a conoscere piante ed animali. Un giorno la ragazza, inseguendo un coniglietto, entrò nella foresta e lì si perse. Cominciò a vagare senza riuscire a trovare la via del ritorno. Camminò tantissimo, la foresta era diventava sempre più fitta e oscura, la notte avanzava e solo il chiarore della luna piena le illuminava la via. Ad un tratto sentì le note dolcissime di un flauto, felice si avviò nella direzione da cui proveniva la musica. Entrò in una radura al centro della quale si trovava un fontanile, vicino ad esso pascolava un magnifico cavallo e poco più in là suonava il suo flauto un bellissimo giovane. Vedendola arrivare il giovane smise di suonare, si alzò e sorridendo le disse: - finalmente sei arrivata. Ti sto aspettando da tanto tempo! - e così dicendo, le fece bere l’acqua freschissima della fonte, poi insieme salirono sulla groppa del cavallo che con un salto si inabissò nel fontanile.

Nel frattempo i due anziani coniugi, che si erano accorti della scomparsa della loro figliola, arrivarono nella radura. La conca del fontanile luccicava al chiaro di luna. I due si sporsero per guardare dentro. La conca sembrava senza fondo, in esso si vedeva un castello tutto illuminato dalle cui finestre uscivano i suoni di una festa, la fanciulla raggiante veniva condotta all’altare da un giovane principe, mentre il re delle fate, benevolo, li osservava. Ai due anziani coniugi venne in mente la profezia del vecchio mago e si resero conto di aver perso per sempre la figlia.

La loro disperazione fu grande. Si resero conto che nulla potevano fare per riavere di nuovo con loro la figliuola. Con nostalgia pensarono ai giorni felici trascorsi insieme, e piansero tristemente. Ma poi vedendola serena e spensierata si rasserenarono convinti che la giovane avrebbe vissuto felicemente per sempre nel mondo delle fiabe.


Venere Cesareo 17/11/2010 20:13 857

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Il primo racconto pubblicato:
 
La stella cadente (15/11/2010)

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La stella cadente (15/11/2010, 1276 letture)


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