Anche oggi, come ogni giorno del resto, avevo cominciato a litigare; si proprio così … gli urlavo contro di lasciarmi stare, di lasciarmi libera di andare, di volare ... oh si volevo librarmi nel mio volo libero… chiudere gli occhi per poi aprirli nel mio paradiso, lontano dagli stereotipi e dalle regole. I miei viaggi sono qualcosa di magico, difficile da spiegare… scelgo i luoghi e le situazioni da vivere … come e quando lo decido io. Oggi ero lì nella mia isola… sì la mia isola, circondata dal mare, una distesa infinita in cui immergermi per lasciarmi sfiorare dalle onde e sentirne la forza, quella forza travolgente cui chiedevo solo un istante eterno. Gli ultimi raggi di sole, prima del tramonto, creavano giochi di luce tra le acque brunite come fossero schegge luccicanti di pietre preziose. In quel magico paradiso una musica soave giungeva a me avvolgendomi e una leggera brezza soffiava sul mio corpo a lambire la carne, a svegliare i miei sensi. Un brivido lungo la schiena, i capezzoli turgidi sotto la veste leggera … mancava qualcosa, certo nel mio viaggio non poteva mancare qualcuno con cui avrei condiviso la magia. Lui era lì vicino a me, sentivo le sue mani prendere le mie e accarezzare con tocco leggero la mia pelle. L’ isola sembrava avvolta da un’ aura magica, il mare limpido e blu, scintillava all’ orizzonte nell’ intenso profumo del sale sulla spuma delle onde; un crescendo di sensazioni sempre più forti e travolgenti da cui è difficile risvegliarsi. Il viaggio durò poco, di colpo quella voce sempre più forte, insistente … mi chiama, mi riporta alla realtà, certo la realtà … come se fosse cosa semplice… fatta di solitudini e vuoti… di orizzonti lontani, di silenzi e di suoni spenti… io non sopporto l’ altra me, lei non sa sognare.