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Risveglio da un incubo o fuga in sogno eterno? Comunque saremo insieme per sempre

Amore

Erano giorni di primavera di maggio, la seguivo sempre e lei mi guardava spesso sorridendo. Una ragazza castana occhi verdi di una bellezza di innocenza incredibilmente ammaliante. Ho desiderato sempre conoscerla anche perchè da come dicevano aveva uno splendore interiore fuori dal comune. Faceva innamorare tanti ma di pochi si fidava. Vedevo molti che insistevano ma lei con una scusa fuggiva spesso in qualche modo da loro. Di poche amicizie si fidava. Un giorno di giugno finalmente la conobbi al parco e l'infatuazione aumentò a dismisura, ma anche lei non sembrava sdegnare. Infatti da lì nacque una complicità, dove intanto le persone osservanti sembravano accrescere la loro invidia. Poi nel mese di luglio diventò una forte amicizia dove si notava ad alcuni bollire la rabbia. Infine il primo segno di amore... ad agosto... Ci fu questo bacio che per lei era come una promessa futura alla nascita di una nuova storia che sarebbe avvenuta al prossimo incontro perchè le circostanze ancora non lo avevano permesso. Ritornai a casa con una forte speranza di successo nei suoi confronti e finita la cena andai a dormire presto con una voglia matta di rivederla il giorno a seguire.
Mi risveglio la mattina tardi con un forte mal di testa, con un freddo di un inverno alquanto strano perché ancora lontano e il tempo inaspettatamente tutto grigio. Provo a chiamarla preoccupato, ma il cellulare è spento. Quello di casa addirittura sembra interrotto da uno strano e inquieto maltempo di un mese di agosto che fino al giorno prima era segnato dal caldo, sole e un’ aria da sogno. Ora affacciato vedo solo un forte temporale, tanta pioggia accompagnata da un vento così violento da spezzare i rami degli alberi... Alcuni erano caduti sui fili del telefono che interrompevano le linee. Provai a mali estremi ad uscire di casa, ma vi era un lago di strade inondate ed essendo in collina non potevo muovermi, altrimenti se azzardavo a mettere piede fuori ci avrei rimesso le penne… Talmente preoccupato di lei che non riuscivo a contattarla che mi passò anche l’ appetito... Aspetto speranzioso il pomeriggio, un intervallo pomeridiano così stranamente breve che in fretta il giorno agganciò la notte come un giorno di fine novembre. Come se l'ora solare fosse cambiata raddoppiando la mandata. A tarda sera si riprende miracolosamente il segnale e la tv riesci ad accenderla, anche se per pochi minuti… il tempo di sentire un dolore fortissimo, atroce che ti immobilizza nel letto a piangere perchè tutto il destino ti ha bloccato lì senza darti la possibilità di far nulla per provare a cambiare le cose. E quando finiscono le lacrime mi sento immobile, come paralizzato da quella lancinate preoccupazione. Sono le 23. 30 e sei nella tua stanza e tutto è calmo e la linea sembra da qualche minuto ripristinata, come fatto apposta per minare un gioioso destino. Sono ancora lì distrutto, senza forze e allo schermo vedo un accadimento, una foto e una storia di vita stroncata di chi conoscevi e già mostravi forti sentimenti, che non tanto distante viveva da te e vi ricordi ancora indelebile il profumo che aumenta senza limiti e straziante la tua lenta agonia, sapendo che domani saresti andato lì anche se sarebbe sceso il cielo. Ebbene si perchè ora senza di lei non avevi più paura di morire o magari sarebbe stata l’ unica via per non perderla. Poi quando il tuo cuore sembra raggiunto da fitte per una sofferenza insopportabile, un lampo violento e vicino fa nero lo schermo, sei sotto le coperte e una goccia ti ricorda il lavandino aperto, alzandoti barcollante per andar a chiudere ti accorgi che gocce non erano presenti, ritorni e senti vento, ma ti affacci e non vedi più del vento movimenti violenti come nel giorno appena concluso. Senti passi di un lento camminare ma nei pressi della porta ti ricordi che i vicini sono in assenza da tempo. Con la sensazione di impazzire vuoi nascondere sotto le coperte convincendoti che è solo shock, sonno, disperazione e tutto ciò che causa una perdita d’ amore. Ma stranamente ti ritrovi già coperto senza l’ aiuto delle tue mani. Freddo forse troppo, forse suggestione ma ritorna in mente quella foto e per un attimo che non sembrava mai finire, senti respirare dietro le spalle dove percepisci freddo, forse sara' lo spiffero di una finestra, forse la suggestione ma non posso rimanere cosi' perchè la notte è lunga e nel mio caso è come una vita ma girarsi è un attimo sopratutto se comincia sempre più reale il sentire quel profumo... Tiro fuori la testa, guardo la finestra aperta con le tende che svolazzano all’ interno, mi giro…è lei in una luce intensa e l’ abbraccio forte forte e non vorrei mollarla anche a costo di seguirla nella sua essenza e destino già compiuto. Forse un brivido, forse un calore, una sensazione strana di buio e di luce. In questo mio stato ancora non riesco a capire se sono morto o sto sognando, ma sento una musica suonar, quella che piaceva ad entrambi che abbiamo in comune nel telefono mobile. Tra poco saprò se è un canto angelico alle soglie del paradiso o quel suono chiamante che ti chiama per chiamarti “ amore…”


Giuseppe Ciucci DJoNemesis 24/07/2013 15:34 1384

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«Racconto 40% d'amore, 35 % paranormale e 25% drammatico, con un finale particolare.»

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