E alla fine faccio i conti con te.
Ho tergiversato per quarant'anni sfuggendoti, nascondendoti, negandoti.
Oggi non posso più!
Ho occultato le mie urla nei silenzi che mi hanno accompagnato tutta la vita, rivivendola come un replay tutte le notti, solo per scansare questo giorno.
Di notte...
E’ soprattutto di notte che mi sei mancata, quando le luci si spegnavano sul visibile e accendevano oscurità profonde.
In quella palude per quarant'anni ho lottato con il buio, la paura e la tua assenza, convincendomi di essere la vittima del mio destino, che la tua morte dovesse essere il tormento per il resto dei miei anni e che nulla di ciò che avrei vissuto dopo, avrebbe potuto cambiare questa sensazione d’ inadeguatezza alla vita.
Fino ad oggi.
Ho deciso di abbandonare i miei silenzi e anche se la mia voce non può giungerti, ho necessità di dirti tutto ciò che per troppi anni è rimasto muto.
Dei miei quattro anni non ho alcun ricordo da poter chiamare mio, ma solo il frammentato ed effimero racconto altrui.
Non ho mai saputo nulla di te, del tuo gusto in fatto di vestiti, di ciò che amavi leggere, cosa ti rendeva allegra o triste, com'è stato attendere la morte.
Ecco questo è il mio unico vero ricordo di te.
In quel letto che diventava sempre più grande e la tua figura sempre più piccola.
E poi quel giorno in cui non ti ho più trovato e da allora come un eco nella mente, la mia voce bambina che chiede della sua mamma, per quarant'anni mi ha tormentato le notti e l'anima.
Fino ad oggi.
Se potessi vedermi oggi madre, io che sono madre a mia volta, troveresti una donna che ha fatto della tua assenza giuramento d'amore.
E d'amore ho riempito la mia vita, non l'ho mai negato, ho perdonato torti e ricucito ferite, ricomposto dialoghi, perdendo e vincendo, ma sempre pronta a lottare ancora.
Vorrei aver avuto un Dio cui rivolgere il mio pensiero per sperare in un nostro ritrovarsi nell'infinito, ma non c'è, non c'è più.
L'ho bandito da me, quando quello stesso destino che ti ha portato via alle carezze che mi erano dovute, ha deciso di prendersi anche l'uomo che hai amato.
Sto lottando con papà contro la sua malattia e ti rivedo in quel letto, dove presto anche lui si assottiglierà fino a svanire.
Questo fino a oggi.
C'è qualcosa di nuovo oggi madre, lo specchio in cui cercavo le tue sembianze senza tuttavia trovarle, adesso m’ indica qualcosa di nuovo.
Non me dovevo cercare lì dentro, non lì dovevo cercarti, adesso lo so.
Guardo le mie figlie e rivedo i tuoi occhi, le tue labbra, il tuo sorriso e ti trovo ancora viva dentro e intorno a me.
Vorrei che tu potessi vederle, vorrei che potessi toccare l'amore tra noi.
Questo c'è di nuovo oggi, ed è per questo che dovevo scriverti e parlarti di tutto quello che sento.
Non per me, non per te, per loro.
Ho vissuto tutta la vita rincorrendo ipotesi dietro una tua foto, cercando di capire cose che non avrebbe mai potuto dirmi.
Oggi conosco ogni tuo pensiero in quel letto di morte, li conosco perché la paura di lasciare le mie bimbe è un tormento senza fine, e le parole che oggi servono a me per liberare il silenzio saranno un giorno la loro casa, il loro rifugio dove trovarmi ancora quando non potrò più carezzare i loro visi.
Gli basterà leggere per conoscere, per capire l'amore di una madre per i propri figli, lo stesso amore che ci legherà per sempre.