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_ Cielo fuliggine cuore e vertigine

Sociale e Cronaca

In un semi- dormiveglia cosciente mi capitombolo in piazza, con la vista appannata che tuttavia permette di scorgere la mostruosa massa di pusillanimi che sono più opachi dei miei stessi occhi NON- DEL- TUTTO coscienti.

Il brulichio di tutti questi invertebrati incravattati, tutte queste facce mutevoli di viscidi mulini a vento, l'ipocrisia che serpeggia in simbiosi con la sporcizia e lo smog di questo secolo distratto accendono in me la voglia di bruciare! Fuoco vivo, spietato, preponderante… vorrei inghiottire tutto e tutti (me compreso) in un mare di lingue di fuoco! Sgretolare questo cumulo di macerie d'acciaio, ignoranza, cemento, arroganza, grigiume, mediocrità, chiese, stupratori, tribunali, voltagabbana, compagnie d'assicurazioni, parassiti, università, strozzini, cemento cemento cemento e falsità!Il fuoco mi corrode: corro e l'aria mi brucia ancor di più, il mio respiro ansimante divampa e i polmoni si contorcono e la mente s'annebbia e il cuore batte batte batte… sto per infartare!!! L'unica mia fonte di salvezza la intravedo, tra uno sputo di verde in mezzo alla cupidigia, mi ci tuffo.. l'erba mi accarezza e serpeggiando come un lombrico mi avvicino al torrente che scorre fiero e offeso davanti ai milioni di occhi che tutti i giorni lo trapassano senza nemmeno vederlo. Il suo moto è infinito, come la mia disillusione, e sentendo il fuoco pian piano affievolirsi osservo la schiuma che si gonfia nei rigagnoli impazziti che ruotano su loro stessi mentre i sassi lentamente crescono accarezzati dalle molecole liquide e mi pare d'esser sasso, d'esser acqua, d'esser fuoco e i fili d'erba mi guardano con l'amorevole carezza d'uno sguardo di madre… il cuore non batte più, le orecchie decidono di non ascoltare, il naso non inspira, si rifiuta d'espirare e la mente si spegne…

"LEGGERA BREZZA DIVINA

PETTINA I PENSIERI D'UN MORTO COSCIENTE.

E SE TUTTO L'AMORE DELL'UNIVERSO

SI RACCHIUDESSE IN UN BACO, NATO

NEL TUO VENTRE, CHE HA STRISCIATO

CHE HA VOMITATO LA TUA TERRA

CHE SCHIFOSAMENTE

SUBLIMAMENTE

(QUOTIDIANAMENTE)

SI TRASFORMA IN FARFALLA SU QUESTO PALCO

D'UN TEATRO DI SPETTATORI CIECHI?

BIECHI BIFOLCHI

COLORO CHE CREDONO CHE L'AMORE SI PESI,

CHE LA VITA SI CALCOLI,

CHE LA MORTE CI ASCOLTI…

SONO MORTO

SOTTO QUESTO TUO CIELO

(MONET!)

IL CERVELLO COME PENNELLATE IMPAZZITE

CALIBRA E SCIVOLA E INCIDE

LA TELA CHE VIA VIA VA CREANDOSI.

STUPIDI INGRANAGGI PENSANTI

DAVVERO PENSATE CHE UN DIO SIA COSI' STRONZO

DA STARE AD ASCOLTARE LE VOSTRE IPOCRITE SUPPLICHE?

DAVVERO CREDETE CHE UNA MACCHINA SPIETATA INFERNALE

CREATA DA NOI STESSI POSSA RISOLVERE GLI ETERNI GRATTACAPI

D'UN ESISTENZA NEANCHE MINIMAMENTE CONCEPIBILE?

DAVVERO SOGNATE UNA RAZIONALITA' LIBERATRICE

E LEGGI CHE COME PANACEA POSSANO CURARE LE INCURABILI

MALATTIE DI DOLORI MILLENARI?

EBBENE VI DICO CHE LA MIA AMBROSIA E' LA VOSTRA CADUTA,

MI UBRIACO DI BELLEZZA, DI CONOSCENZA, DI NATURA

BARCOLLO TRA I LOSCHI CUNICOLI D'UN ESISTENZA ILLUSORIA

AMO

E RIPETO

AMO

SENZA RITEGNO E CON IL BRACIERE DEL MIO SENTIMENTO PERENNEMENTE ACCESO!

IL SOLE ARDE

IO CON LUI

IL VENTO SRADICA

IO CON LUI

LA PIOGGIA PUNISCE

IO CON LEI

L'UNIVERSO IMPLODE

IO CON LUI!

E QUANDO UNA PICCOLA BREZZA PRIMAVERILE SPEGNERA'

GLI IPOCRITI LUMICINI DELLE VOSTRE VITE DI PLASTICA,

RICORDATEVI DI ME

CHE ARDO DI PASSIONE

LACRIME DI FUOCO!

LA FELICITA'

UCCIDE"

Colpo di tosse. Mi ridesto, quanto avrò dormito?

La sera abbraccia con il suo mantello un'altra giornata tanto inutile quanto fondamentale, e la testa ha smesso di traballare. Mi alzo, e i raggi obliqui del sole mi fanno stropicciare le palpebre, mentre un passo dopo l'altro mi avvio verso il cuore del mostro- diavolo civiltà: la piazza. Lo stupore mi sconvolge nell'osservare una massa di sagome nere, completamente coperte, da capo a piedi con dei piccoli numeri stampati a chiare lettere sul petto. Sono un'infinità e ognuno di esso è immobile, riesco a scorgere dagli strappi che stanno sui cappucci di questi strani soggetti due piccole fessurine, vitree, che ovviamente dovrebbero essere i bulbi oculari. Tutti hanno lo sguardo fisso verso il centro della piazza, la cosa che mi sorprende è che la fontana è scomparsa, al suo posto vi è un tribunale. Assiso in "trono" vedo un'orribile bestia, ha la toga nera, occhi rossi, naso piccolo e schiacciato con due narici giganti che sputano fumo. Il Giudice sta fumando un sigaro rollato con banconote, ad ogni tiro si odono urla terrificanti provenire dal centro della fiamma, sembrano urla umane come se il giudice si stesse fumando uomini rollati dentro a delle banconote? La cosa non mi sorprende molto, comunque. Al suo fianco una sorta di porcello dalle sembianze umane, sta a quattro zampe, ha fauci paurose e scorreggia sonoramente. I suoi occhi traspaiono saette pronte a polverizzare chiunque gli passi davanti ed è cornuto. Evidentemente esso incarna l'accusa. Di fronte a lui scorgo un essere angelico, anzi penso fosse proprio Dio, o la sua essenza, o una sua copia, o, insomma, la proiezione divina che tutta la feccia umana ha permesso che drogasse le proprie menti dalla notte dei tempi. Egli volteggia, non tocca il suolo, è l'unico che mi rivolge lo sguardo e mi parla con gli occhi. Ma sono occhi lucidi, quasi come quelli di un cane, che cercano il dialogo, non trovandolo. Le mie gambe si muovono e mi portano in direzione del tribunale. A questo punto il Giudice alza il suo immenso dito indice, verde, rugoso, con delle pustole puzzolenti da far svenire al solo contatto visivo. Quando gli sono appresso pronuncia le seguenti parole: "Avvocato, è pronto per pronunciare l'accusa?". L'Avvocato con un grugnito a metà tra bestia e uomo: "Sua Eminenza, costui è il vile codardo che va propinando insensate elucubrazioni sul senso della vita. Egli pretende di SSSSSapere più di quanto Lei e Sua Eccellenza il Divino ci avete insegnato. Egli dice di voler morire piuttosto che godere della gloriosa esistenza che Voi, Illustri Magnifici Rettori, ci assicurate tutti i giorni. Egli è un pusillanime, macchiato del crimine più infimo che esista sulla faccia del nostro onorevole Pianeta Mondo: LESA MAESTA'!". Il Giudice con uno scatto furioso si riassetta sul suo trono d'oro incastonato di gemme inestimabili e passa la parola a Dio. "Rifiuti quindi d'esser uomo?". La mia voce non c'è più, mi limito a piangere. Lacrime amare, d'arsenico, orgogliose.

"Sporco Bestemmiatore! Inutile Parassita! Impostore… E' con grande gioia che annuncio a tutti voi, Esercito di Amebe, che l'imputato è COLPEVOLE COLPEVOLE COLPEVOLE!!!!!!!".

Un'ondata di schiamazzi, urla, applausi, rutti, tamburi si erge allora per tutta la piazza. Il Cielo diventa nero. I fiori sui balconi dei palazzi improvvisamente appassiscono, il fiume si prosciuga, la luna si spegne, l'ipocrisia inghiotte le ultime scintille d'umanità. La ghigliottina è pronta. La testa è assestata. "Eppur son Vivo".

ZZZAC!

The End


Willy Zini 22/04/2013 17:14 1004

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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