Da piccolo, Pà, questo era il suo nome, se ne stava sempre chiuso nella Sua tana interiore interrogandosi in particolare di cosa ci facesse al mondo, anche se nessuna risposta arrivava mai dal Suo profondo interrogarsi, lui imperterrito lo faceva come se fosse un esercizio quotidiano da non potersi tirare indietro. Usciva appena per procurarsi del cibo e, appena fatto questo, rientrava immediatamente nel nido spirituale del Suo corpo che lo attendeva sempre a braccia aperte.

In quel luogo caldo e accogliente si sentiva protetto dal mondo e da tutti i fantasmi della vita. Aveva ogni potere su tutte le cose, era Re e Dio nel Suo regno, si divertiva con eserciti di Angeli facendoli volare tra nuvole di colore rosa. Immaginava mondi diversi con lune colorate da vari colori. Faceva suonare Arpe e mandolini, si misurava con la bellezza della Sua immaginazione e ne godeva tanto che a volte scompariva per poi riapparire in quel mondo che senza colori gli girava attorno. Le pareti della Sua casa erano grigie, abitava in una sola stanza, dove un lettone grande faceva da padrone, a stento poi ci entrava nella stanza, una cucina a gas e mezzo bagno. Ma certamente non era la casa che abitava che lo rendeva animale da tana, era la mancanza di carezze, coccole e baci. La madre non era portata a queste effusioni, non era stata educata a tale espansione del Suo sè. Quante volte desiderava un bacio sulla fronte Pà, e quante volte avrebbe ammazzato serpenti per ricevere una carezza appena. Ecco il perché si ritirava nella tana e sognava. Voleva l’amore a tutti costi e quando visitò per la prima volta una chiesa immediatamente decise che da grande avrebbe fatto il prete, magari quello di campagna, in una piccola chiesa in cima a qualche collinetta con tanti alberi e pochi casolari. Avrebbe così guidato il Suo gregge, verso la salvazione, come Mosè guidò il Suo popolo verso la liberazione dalla schiavitù. Ma si dovette ricredere presto di questa scelta, non c'erano soldi per seminari e nemmeno conoscenze di alti Prelati.

Sogni… sognava a occhi aperti Pà e quando ciò avveniva, andava via dal mondo per ritornarci poi deluso del ritorno. Crebbe con il tempo, cominciò a uscire spesso dalla Sua tana, qualcosa lo spingeva a cercare quello che più desiderava: < Amore > Non aveva la consapevolezza di tale sentimento, ma sentiva sempre questo stimolo che lo portava sempre a incrociare gli occhi di ragazzine che cercavano la stessa cosa,"Siamo tutti mendicanti alla nascita e per i primi anni non ci resta che aprire la mano per avere qualche obolo d'amore!" . Quando si sentiva corrisposto dagli occhi delle ragazzine, saliva diritto in Paradiso, ballava con gli Angeli e si realizzava, semplicemente bastava uno sguardo, una stretta di mano e scambi di affetti eterei per nutrire il Suo spirito, Spirito che nel frattempo elaborava questo vasto sentimento del vivere in Amore. Assaporava fino all'osso il frutto. Giorno dopo giorno accresceva la Sua voglia di amare, gli piaceva amare e essere amato, questo sentimento gli donava serenità e pace a tal punto che il giorno che si fece la prima comunione Pà, al momento che padre Simone gli porse l’ostia sulla lingua, scoppiò a piangere. I suoi genitori immediatamente si alzarono dalla panca e gli corsero vicino temendo qualche malessere, ma lui stava semplicemente già da allora in uno stato di Grazia e tranquillizzò tutti gli invitati alla cerimonia, dicendo a loro che nemmeno se n'era accorto delle lacrime e di tutto il resto, era momentaneamente scappato a gustarsi l’amore nella Sua tana preparata a festa per l’occasione. Era un Empatico Pà, viveva per qualcosa di speciale, esisteva per raggiungere sempre cime di Grazia, dove poter far volare a proprio piacimento Angeli dalle bianche ali. Sin piccolo si diede l’indirizzo massimo, quello di vivere in amore e per l’amore. Cominciò così la Sua perenne ricerca, si evolse in modo particolare scrivendo poesie. Si evolse donandosi agli altri e osservando se stesso attraverso il mantello celeste che copre il cielo. Accettò dalla vita ogni dolore e pena, ogni scoraggiamento e delusione, ma sempre con la barra dritta verso l’ignoto, di ogni divenire cercava l’ isola di grazia e quando trovava questa, si accomodava seminando frutti d’amore dentro la terra che arida attendeva. Era bello dentro Pà.

Si accontentava di tutto e con sommo distacco osservava le cose del mondo che accadevano, come faceva da piccolo quando osservava la parete grigia della Sua casa. Ancora prosegue tutt'ora il Suo cammino, tra onde alte di poesie, tra musica, amore e racconti. Ancora sotto la coperta blu del cielo guarda le stelle e oltre... e prega per il dono che riceve ogni giorno attraverso lo stato di Grazia che regna nella Sua tana.

Passo dopo passo per strade irte e
terreni spinosi
proseguo il cammino.
Mi basta poco per saziarmi.
Appena una mollica di pane
e mezzo bicchiere d’acqua.
Sotto la coperta del cielo
riposo...
tra luccichii di fuochi accesi nel manto buio,
cerco mistero.
Anche se gli occhi si dirigono verso la luce
non osservo le stelle.
Attendo...
Trovo risposte in pezzettini di tempo avvolti in
piccoli frammenti di cielo trasparente.
Sazio... coscientizzo l'essere mio,
mi chiedo, prego ad alta voce.
Sazio della ricerca...
mi offro ai miei cari come una spiga di grano