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Distratti dall'abitudine giornaliera, molte volte arriviamo a casa senza ricordarsi la strada fatta, e peggio ancora, senza ricordarsi si essere stati se stessi. Ci svegliamo e riprendiamo a vivere.
Come tutti i giorni in attesa vicino alle rotaie del treno, aspettiamo la “littorina” per tornare a casa. Io e Gigi, ormai uniti da tempo condividiamo da almeno dieci anni la vita di tutti i giorni. Una vibrazione ci comunica la vicinanza del treno, ma tutti ormai viviamo il momento della “ salita” come uno qualsiasi della giornata. Ricordo spesso la prima volta che fui portata sul treno... ero piccola, ero impaurita, ero eccitata... sicuramente ero felice. A volte vorrei rivivere quelle emozioni, ma... niente! Non ci riesco più. L'abitudine ha tradito la mia meraviglia. Eccolo. Il suo respiro metallico oscura le voci dei vicini, lo stridere dei suoi freni isola ognuno di noi dagli altri. Sola, tra tanta gente, aspetto che si fermi: saliamo. Il corridoio, il caldo, gli odori, la ressa, fa sì che questa massa di gente diventi un essere a se stante, diverso da tutti ma fatto di tutti. Terzo scompartimento a destra: il solito. Entriamo. Dei sei posti, i soliti quattro sono occupati dalle solite persone, i due rimanenti, come sempre, sono per me e Gigi. Dopo qualche minuto uno scossone: si parte. Casa, dolce casa... Il finestrino inizia a trasmettere le sue immagini in movimento: il solito film da dieci anni. Mi muovo un po' e guardo i miei compagni di viaggio. Davanti a me c'è Wilma, una ragazza di trentacinque anni tutta petto e gambe, alla sua sinistra Roberto ed alla sua destra Letizia. Roberto cerca sempre di fare lo spiritoso con le due, ma il colletto sporco della sua camicia, le tiene a debita distanza. Anche il suo odore non è piacevole mentre quello delle ragazze è semplicemente stupendo. Nonostante la mia femminilità, non posso negare di essere attratta da entrambi. A volte mi diverto a sensibilizzare al massimo il mio olfatto per cercare di capire se la sera prima hanno fatto l'amore. Guardo i loro movimenti annoiati e ripetitivi chiedendomi di come lo fanno. Chissà se Wilma è passionale, chissà se Letizia sarà avara a concedere il suo corpo oppure donerà anche parti insospettabili. Passo con lo sguardo a Gigi che come sempre dorme. Penso a quando ci siamo incontrati, a quando si avvicinò al marciapiede ed aprì il finestrino. Ricordo che non disse niente. Mi guardò negli occhi per un attimo ed arrossì. Poi, scese dalla macchina, venne ad aprirmi la portiera del passeggero anteriore e, sempre in silenzio, mi fece cenno di entrare. Taciturno Gigi. Molto taciturno! Quella sera cenammo insieme e condividemmo lo stesso letto. Quella sera la mia vita cambiò. Quella sera la vita di Gigi cambiò. Alla mia destra, invece, c'è sempre Tony. Pazzo per il computer, non smette mai di battere le sue dita sulla tastiera. Quando qualcuno gli domanda qualcosa, risponde sempre a casaccio. Distratto da ciò che fa, non capisce mai quello che gli viene chiesto, ma troppo presuntuoso per chiedere di ripetere la domanda. Allora risponde qualcosa. Qualcosa che nessuno capisce. Mai! Ah... il treno... Quante persone diverse tra loro riesce a mettere insieme. Quante persone fa sognare! Chissà se anche gli altri nelle loro teste si faranno domande sui compagni di viaggio. Io sì. Sempre! A volte guardo Roberto e cerco di immaginarmi quello che può fare quando arriva a casa. Sì, penso che poserà la sua borsa, saluterà la moglie, brontolerà i suoi bambini... Roberto, che tipo strano... Sì... forse, poi, andrà a fare la pipì continuando a parlare con la moglie, poi si laverà le mani... No! No, questo non lo farà. Semmai... lo vedo più consono a pulirsi il naso con l'accanimento che mostra in treno. Secondo me ha le dita corte, altrimenti non mi spiego tutta quella concentrazione. E... e Letizia? Quando socchiude le gambe davanti a Tony cercando di distrarlo? Mi fa morire dal ridere. I piccoli sobbalzi del treno le fanno roteare il bacino in una danza al quanto provocatoria, ma Tony non si distrae mai. La prossima fermata è la nostra. Manca poco. Gigi si è destato. È come se avesse un orologio biologico che lo sveglia a pochi chilometri dalla stazione di arrivo. Già... tra poco scenderemo ed ognuno di noi tornerà se stesso. Wilma, Tony, Roberto, Letizia, smetteranno di essere come io me li immagino e torneranno nella loro realtà, nella loro quotidianità. Anche io e Gigi smetteremo di essere come loro ci immaginano e torneremo nella nostra realtà. Il Treno ha la capacità di far muovere la fantasia. Il treno ha la capacità di farci pensare ad altro, il treno è quel condotto temporale in cui ognuno di noi riesce a trovare se stesso. Il freno inizia la sua funzione di decelerazione. Io, Gigi e Wilma ci alziamo per avvicinarsi alla porta di uscita. Non ho mai capito la fretta che ci assale per scendere dal treno. Tutti sappiamo che abbiamo tempo per scendere ma tutti ci affrettiamo per farlo.
Il treno, come ogni sera si ferma al solito orario nella solita stazione. Scendiamo. Gigi mi guarda negli occhi e mi fa una carezza sulla testa. Io contenta scodinzolo e dopo un piccolo abbaio, mi piazzo vicino alla sua gamba destra per seguirlo, come sempre, fino a casa. | |
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«Perché anche "loro" fanno parte della nostra vita.» |
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vivissimi e sinceri complimenti: è un bom bom! ()
costruito x incuriosire e concluso alla grande! ()
Sempre particolari i tuoi racconti!Veramente bravo (Carla Fortebracci)
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