In quinta elementare ebbi come maestro Giuseppe Giampietro. Classe 1894 era un’ austera persona il cui nome è legato alla ricostruzione, da egli perseguita nel secondo dopoguerra con immensa tenacia, tra difficoltà di ogni genere, dell’ Eremo di San Celestino V sul Morrone ove una targa sulla facciata dell’ edificio lo ricorda. Egli raggiungeva l’ eremo in bicicletta percorrendo dalla sua abitazione in Sulmona una strada di circa otto chilometri quasi tutta in salita, specialmente nella parte terminale, e così avrebbe continuato a fare per tutta la vita. In un freddo giorno di metà novembre del 1959 fui accompagnato nella sua classe, insieme a mia madre, dall’ allora direttore della scuola Marcello Marziani. L’ anno scolastico era iniziato il 1° ottobre perciò io entravo in ritardo perché eravamo appena tornati dal Venezuela dove ero stato promosso in quinta elementare ma in una scuola in lingua spagnola il cui titolo non era riconosciuto in Italia, come avevo già avuto modo di sperimentare alcuni anni prima perdendo ben due anni di scuola complessivamente.
Il mio problema principale era stato proprio la lingua italiana! In famiglia si parlava in dialetto e a scuola solo in spagnolo. Questa volta però il direttore didattico decise di non farmi perdere un ulteriore anno dicendosi convinto che il maestro Giampietro sarebbe stato in grado di gestire il mio caso. Appena al maestro fu spiegata la situazione esclamò: “ Ecco un altro asino da educare!”. Ma in breve ebbe modo, con sua meraviglia e soddisfazione, di ricredersi. Ero un bravo allievo, superai rapidamente i problemi linguistici e conclusi l’ anno e gli esami d’ ammissione alle medie con la media dell’ otto. Il maestro Giampietro intuì la mia propensione per i numeri e così m’ insegnò l’ algoritmo manuale d’ estrazione delle radici quadrate. All’ epoca conoscevo appena le quattro operazioni elementari: addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione. Il maestro introdusse l’ argomento delle radici quadrate a tutta la scolaresca come operazione inversa dell’ elevamento a potenza il quale, a sua volta, con esponente intero, altro non era che una moltiplicazione ripetuta di uno stesso numero. Ci invitò a risolvere qualche radice e naturalmente noi procedevamo per tentativi moltiplicando due numeri uguali. Dopo aver esaminato i nostri tentativi ci disse che esisteva un procedimento sicuro che usava moltiplicazioni e divisioni e ce lo illustrò alla lavagna utilizzando un numero intero abbastanza grande ma con radice esatta. Fu una rivelazione! Nella matematica c’ era qualcosa in più di ciò che supponevo! Nei giorni seguenti a casa tentai di risolvere altre radici. Scoprii che molte non potevano essere esatte, c’ erano dei decimali ma io non ero in grado di calcolarli tutti. Andai dal maestro e gli esposi il problema. “ Vedi, Angelo” mi fece osservare sorridendo “ ce ne sono alcune che hanno un numero finito di decimali e altre, come la radice di 2, ad esempio, i cui decimali non finiscono mai…” concluse. Tutto ciò era terribilmente nuovo, mi confondeva ed eccitava nel contempo… decimali che non finiscono mai! Passai molto del mio tempo a provare le radici quadrate e a un certo punto subentrò una complicazione. Mi chiesi: ma le radici cubiche? Quelle proprio non si capiva come fare. Il procedimento per le radici quadrate non funzionava. “ Troppo complicate” sentenziò il maestro. Dovetti attendere molti anni ancora prima di sapere che anche per le radici cubiche esisteva un procedimento analogo.
Dopo aver ottenuto la licenza elementare mi capitò solo un’ altra volta d’ incontrare il maestro Giampietro. Un altro suo ex- allievo aveva pensato di fargli visita a casa nel giorno del suo compleanno. Il maestro abitava da solo in una vecchia casa posta a ridosso di Porta Filiamabili. Fu molto felice di vederci e, naturalmente, c’ interrogò approfonditamente sui nostri progressi scolastici! Congedandoci ci raccomandò di continuare ad essere sempre diligenti negli studi. Ci salutammo promettendoci di rivederci. Ma passarono ancora molti anni e all’ Università, studiando l’ analisi matematica, mi resi conto che uno sviluppo in serie poteva risolvere il problema del calcolo delle radici cubiche e lessi anche dell’ esistenza di procedimenti ricorsivi. Nel frattempo avevo anche trovato, nell’ Enciclopedia delle Matematiche Elementari di Berzolari- Vivanti, un algoritmo aritmetico per l’ estrazione delle radici cubiche simile a quello per le radici quadrate, ma più complicato, che era proprio quello che avevo cercato senza successo tanti anni prima. Pensai di riferirne al maestro ma affannato com’ ero a costruirmi un futuro ancora incerto tardai ancora. Quando mi decisi a cercarlo seppi che era morto nel 1974, investito da un pirata della strada mentre tornava dall’ eremo, come suo solito, in bicicletta.
Una riflessione.
Io non sono uno scrittore di professione ma un amante della letteratura e, in particolare, della poesia, senz’ altro sì. Questo mio amore è nato nella scuola pubblica, fin dalle elementari, perciò voglio qui esprimere la mia gratitudine a favore di questa istituzione che oggi è così di moda denigrare. Io, figlio di una famiglia con modeste possibilità economiche, ho avuto molto dalla scuola pubblica e dall’ abnegazione di maestri e professori i quali, nel mio ricordo, non corrispondono minimamente a certi offensivi cliché oggi in voga e che vengono strombazzati con irresponsabile leggerezza da molti, tra costoro persino registi cinematografici e televisivi, giornalisti, rappresentanti delle pubbliche istituzioni e snobistici intellettuali che forse, per loro privilegi d’ appartenenza sociale e familiare, non hanno avuto bisogno della scuola pubblica e perciò ne parlano male senza conoscerla.
Viceversa io ricordo con immensa gratitudine tutti i miei insegnanti della scuola pubblica: da ciascuno di loro ho avuto qualcosa d’ importante e li ho sempre stimati, ricambiato.
Se ne avrò il tempo e la forza un giorno racconterò anche queste altre storie.
Visto che ci sono voglio esprimere anche un'altra opinione.
A metà degli anni '70, un paio di anni prima di conseguire la laurea in Fisica, avevo partecipato a due concorsi: uno per i telefoni di stato e l'altro come perito nucleare ai quali si poteva accedere con la maturità scientifica. Questi concorsi consistevano in una prova scritta e in una orale sulle materie attinenti al profilo richiesto. L'iter dei concorsi durò così a lungo che alla fine, benché li avessi vinti entrambi, avevo fatto in tempo a laurearmi e a scegliere la carriera di ricercatore nel CNR. Recentemente mi è stato chiesto di preparare alcune persone per due concorsi: uno per tipologie tecniche per Ricostruiamo L'Aquila e i Comuni del Cratere e l'altro per Docenti, dalla scuola materna alle superiori. Il problema era che i candidati dovevano superare una prova preselettiva prima di poter accedere agli scritti ed eventualmente all'orale. L'esistenza di prove preselettive era per me una novità perché ai miei tempi non esistevano. Pertanto ho preso visione di queste prove, e ne ho eseguite io stesso un certo numero, per capire in che consistessero. Con mia sorpresa mi sono trovato di fronte a test che somigliavano molto ai giochetti di enigmistica o, più pomposamente, ai test di IQ, in specie quelle per i Docenti. Mi è apparso subito evidente che con questi test non si potessero in alcun modo selezionare i profili che venivano richiesti che erano, per L'Aquila, geologi, geometri, architetti e per i Docenti insegnanti di scuola materna, di storia dell'arte, di disegno artistico e architettonico. Io stesso avevo delle difficoltà ad eseguire correttamente i test nel limitato tempo che veniva concesso. Eppure, oltre alla mia preparazione matematica e fisica, io sono da sempre un appassionato di giochi di matematica e di logica e, a suo tempo, avevo conseguito, in test di IQ, il punteggio di 150! Comunque io non ho mai creduto ai test di IQ. Secondo me la vera intelligenza si sottrae a valutazioni così grossolane. E' notorio, per fare un esempio per tutti, quanto Einstein fosse scarso in questo tipo di test.
Pertanto voglio qui manifestare tutta la mia disapprovazione per i metodi di reclutamento messi in atto nei concorsi citati. Questi giochetti di enigmistica non possono in alcun modo selezionare le persone più idonee per i profili richiesti e, in special modo, validi docenti. Ad esempio le qualità di un buon docente sono soprattutto di tipo didattico e pedagogico, ovvero saper relazionarsi positivamente con persone giovani e quindi capacità di comprensione psicologica e saper porgere la conoscenza in modo adeguato e personalizzato. Nessuna di queste qualità viene, neppure lontanamente, vagliata dai test preselettivi proposti.
Andate sui siti http://concorsodocenti.miur.it/esercitatore.php?sersel=20 e http://www.formezitalia.it/
e provate a svolgere qualcuno dei test proposti, se sono ancora disponibili. Anzi, avrei una proposta più interessante, mi piacerebbe somministrare questi test a persone che ricoprono incarichi importanti e verificare quanti di loro riescono a superarli e chi non li supera dovrebbe essere licenziato in tronco. Sarebbe il minimo da fare visto che, con questi assurdi test, si impedisce a disoccupati addirittura di accedere alle prove effettive dei concorsi. Infine mi stupisce il silenzio in merito da parte di intellettuali, persone delle istituzioni e persino dei sindacati, tutta gente che spesso fa molto rumore per molto meno. Secondo voi che significa questo silenzio?
Comunque la mia proposta è quella di abolire del tutto le preselezioni nei concorsi e di dare la possibilità a tutti di misurarsi nelle prove effettive nelle quali si devono vagliare le qualità pertinenti agli specifici profili.
P.S. Dopo che i miei allievi avevano sostenuto le prove preselettive per i docenti esercitandosi, con il mio aiuto, sul sito del MIUR, rispettando le regole, ho saputo che diversi siti avevano pubblicato, almeno due settimane prima delle prove, dei pdf contenenti tutte le prove insieme alle risposte corrette. Pare che questi file siano stati forniti da qualche talpa del ministero che si sarebbe fatta pagare per questa truffaldina operazione. Coloro che sapevano hanno approfittato di questa situazione e quindi hanno memorizzato buona parte delle risposte corrette, molti anche senza capirle. Pertanto a maggior ragione la preselezione risulta inficiata e dovrebbe essere annullata. Questa è un'ulteriore prova che la correttezza non paga in questo paese.